Caiazzo. Duomo, basilica o tempio, sempre inibito per i disabili è: vergogna per clero e istituzioni laiche?

i politicanti facevano le solite promesse e qualche volta provvedevano anche a far “sistemare la cosiddetta “scala mobile” apposta all’esterno del duomo ma che, se pure funzionante, comunque non raggiungerebbe l’ingresso della chiesa concattedrale, in piazza Verdi poiché fatta per superare solo i gradini sottostanti il sagrato, ma non gli ultimi che immettono al duomo.

In occasione delle recenti “giornate di primavera” indette dal FAI, però, sembra grazie all’iniziativa del nuovo parroco don Antonio Di Lorenzo, all’esterno del duomo fu apposta una passerella inclinata in legno, atta a consentire l’eventuale accesso di persone diversamente abili, sempre che la citata “scala mobile” fosse stata funzionante e non smantellata dai soliti vandali, che trovano terreno fertile a causa della precarietà del manufatto, presumibilmente idoneo per l’installazione in luoghi non sposti alle intemperie e soprattutto protetti, cioè dopo eventuali portoni di accesso.

Mentre tutti continuavano a cullarsi sugli allori del millantato buon vivere, senza preoccuparsi di far ripristinare la struttura in attesa che il prossimo balordo la ri-vandalizzassee  le intemperie la rendessero comuqnue inutilizzabile, martedì 12 maggio nella piazza ex Verdi si è consumata una vergogna che la dice lunga sulla dignità dei vari preposti, per voce di popolo anche ecclesiastici, allorché, in occasione di un funerale, la vedova diversamente abile del compianto ha potuto presenziare al rito funebre solo grazie all’intervento di alcune persone di buona volontà che si sono preoccupate di sollevare letteralmente la carrozzetta sulla quale era seduta, trasportandola poi fino all’interno della chiesa, per poi ripetere all’inverso l’operazione a cerimonia conclusa, fra lo stupore e lo sconcerto delle numerose persone costrette ad assistere a cotanta vergogna.

Qualcuno del “palazzo” avrebbe cercato addirittura di schermirsi asserendo che dei cervelloni sarebbero all’opera, arrovellandosi le meningi, per capire come riparare ancora il “marchingengo” che di fatto non avrebbe mai funzionato, pare senza che nessuno si sia preoccupato di domandarsi chi mai abbia potuto riconoscere idoneo per la posa alle intemperie siffatto “giocattolo”; sembra però costato tantissimi soldi, addirittura avvalendosi di un finanziamento comunitario previsto per il Giubileo, in parte finiti nelle tasche di tecnici incaricati di progettare l’opera, controllare l’andamento dei lavori e riconoscerne infine la perfetta esecuzione e funzionalità, come, d’altronde sembra prassi (non fffffregarsi di certi aspetti) nella città del buon vivere: inteso forse come “tira a campare”?