San Tammaro. Inquinamento ‘biomonitorato’ con ‘api scugnizze’ nell’esteso ambito di Carditello
Nell’area della Terra dei Fuochi, i dati pubblicati negli anni dall’Istituto Superiore di Sanita hanno messo in luce “un’elevata mortalità per un insieme di patologie” come tumori e presenza alla nascita di malformazioni.
Tra le tante azioni messe in campo per verificare e soprattutto limitare tali allarmanti risultati c’è senz’altro il progetto C.A.R.A. Terra, inaugurato nel novembre 2013 in piena emergenza “Terra dei Fuochi” e che a luglio 2014 ha conquistato l’Oscar Green 2014 nella sezione “non solo agricoltura”.
Nato dalla volontà dei soci del CoNaProA vanta un gran numero di centraline di biomonitoraggio dislocate su quest’area del casertano.
Il fine e quello di portare avanti un’indagine conoscitiva sull’inquinamento ambientale in termini di metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici osservando le api e tutte le caratteristiche scientifiche che porterebbero i segni di un eventuale inquinamento.
Perché l’ape? Innanzitutto perché e ubiquitaria, cioè utile sempre e ovunque; perché in grado di raccogliere dati attuali ma anche storici attraverso essa stessa e ciò che produce; perché ha il corpo coperto di peli che consentono di intercettare i materiali e le sostanze con le quali entra in contatto; perché perlustra tutti i settori ambientali grazie al fatto che ha un ampio raggio di volo, fino a 7 chilometri quadrati; perché in pratica e un sensore viaggiante, capace di raccogliere dati sul territorio a differenza di statiche centraline.
E cosi, queste “sentinelle scugnizze” stanno rimandando dei dati che sembrano essere alquanto confortanti: sono stati infatti da poco presentati i risultati delle analisi condotte attraverso di esse nel raggio di sette chilometri intorno a Carditello.
Analizzando le sostanze trasportate dai piccoli insetti e il miele da queste prodotto sono risultate presenze di piombo ben al di sotto dei limiti previsti per il rischio alla salute umana, ma anche assenza di cadmio e di glifosato e la mortalità delle api bottinatrici si e sempre tenuta a livelli fisiologici.
Grazie alla curiosità e al lavoro instancabile dell’ape “scugnizza”, messa a disposizione dal CoNaProA, e all’ausilio scientifico delle Università Federico II di Napoli e del Molise, i professori Emilio Caprio e Antonio de Cristofaro hanno potuto dimostrare l’assenza di metalli pesanti e di diserbanti.
E toccato poi a Luciano Ricchiuti, ricercatore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo confermare le ricerche e la bontà della metodologia adottata, sebbene perfettibile e ampliabile ad altre matrici (api vive e cera per la loro funzione di bioindicatori e bioaccumulatori) e ad altri elementi (Ipa, diossine, altri metalli e pesticidi).
Soddisfazione e stata espressa dal presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone, e dal direttore di “Coldiretti”, Angelo Milo.
Una grande vittoria – conclude Coldiretti – che rende giustizia alle produzioni ortofrutticole e zootecniche d’eccellenza del territorio, che vedono riconosciuto l’impegno verso la sostenibilità ambientale, con l’auspicio di proseguire nel lavoro di ricerca ampliando le analisi su altri territori costruendo un modello replicabile grazie alle piccole sentinelle ambientali.
(Giulia Martelli – Nunzio De Pinto – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)