Caiazzo. Consiglio comunale da sciogliere, né diffida né commissario: parola della minoranza che si appella al prefetto
Nuova missiva della minoranza al prefetto, stavolta esclusivamente per invocare lo scioglimento del Consiglio comunale, escludendo l’evenienza, precedentemente formulata, del commissariamento ad acta, cioè per provvedere al riequilibrio finanziario in sostituzione dell’amministrazione omissiva, men che meno la “semplice” diffida, per una serie di ragioni ben esplicitate nel documento, di seguito riportato testualmente:
Sono fermi sulla loro rigida posizione, invocando ora solo lo scioglimento del Consiglio comunale, i quattro consiglieri comunali oggi in minoranza, ma eletti nel 2013 con la maggioranza consiliare guidata dal sindaco Tommaso Sgueglia, che ha ribaltato le carte in tavola alla fine del 2014, escludendo dal governino locale Stefano Giaquinto (vicesindaco), Antonio Di Sorbo (assessore), Patrizia Merola (assessore) e Antonio Ponsillo (assessore) ed arruolando i tre consiglieri comunali di minoranza Antimo Cerreto, Raffaella Sibillo e Rosa De Filio:
Egr. Sign. Prefetto, i Consiglieri Comunali del gruppo “Uniti per Caiazzo”, geometra Stefano Giaquinto, dottor Antonio Di Sorbo, avvocato Patrizia Merola e dottor Antonio Ponsillo, facendo seguito alle precedenti note inviate a mezzo PEC in data 29.07.2016 ed in data 01.08.2016, rilevano quanto segue:
1)- in data 30.07.2016, si è tenuta la seduta di Consiglio comunale in cui era prevista all’ordine del giorno “l’adozione dei provvedimenti di salvaguardia degli equilibri di bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e relativo assestamento di bilancio”, non approvata;
2)-a seguito della mancata approvazione, è stato riconvocato il Consiglio Comunale in seduta straordinaria per il 10 luglio p.v. (cfr.all. cit.), benché lo statuto comunale, all’articolo 36, sancisca che per tutti gli atti di disposizione e/o determinazione di natura finanziaria, il Consiglio debba essere convocato in seduta ordinaria, limitando i casi di adunanza straordinaria, all’ipotesi in cui vi sia espressa richiesta al Sindaco di almeno un quinto dei consiglieri in carica, che di fatto, non si è palesata;
3)-La convocazione con le modalità anzidette (cioè in seduta straordinaria), determina tutta una serie di conseguenze fra cui la messa a disposizione degli atti ai consiglieri solo due giorni antecedenti la prefissata data della pubblica assise, con nocumento per l’esercizio dell’attività di controllo politico-amministrativo, considerato che la materia verte su aspetti finanziari dell’Ente, che meritano uno studio particolareggiato.
Tanto precisato, i predetti consiglieri ribadiscono, ancora una volta, che la mancata approvazione dell’assestamento di bilancio, e la riconvocazione con il medesimo argomento all’ordine del giorno, determinano un palese riconoscimento dell’atto omissivo (mancata approvazione dei riequilibrio di bilancio benché portato in Consiglio Comunale) che comporta la naturale conseguenza dell’avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio Comunale.
La non approvazione del riequilibrio di bilancio non può trovare conforto nella diffida prefettizia in quanto ha conclamato una mancata approvazione di un argomento già portato in Consiglio Comunale.
Per tutto quanto espresso, si ribadisce la richiesta di avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio Comunale.
(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)