Indagine chok: le ASL italiane pagano costose cure in centri stranieri che non possono praticarle?!
Sta suscitando notevole interesse mediatico l’inchiesta
su una truffa, a quanto è dato intendere, perpetrata ai danni di tutte le ASL italiane, di cui si sta occupando, con lodevole pervicacia, Marilisa Rizzetto (nella foto qui accanto).
L’inerzia denunciata è davvero emblematica poiché, con l’attenzione che il caso merita, sarebbe facile accertare i fatti ed interrompere questa pratica che, oltre a generare false illusioni nei genitori dei bambini ammalati, provoca negli stessi ulteriori danni, tormenti e dolori, purtroppo vani.
Tutto ciò, a prescindere dal rilevante danno erariale determinato all’andazzo ritenuto truffaldini.
La legge italiana, in materia di rimborsi riferiti alle cure all’estero, prevede il rimborso di spese sostenute in centri di altissima specializzazione e in grado di garantire delle prestazioni sanitarie eccezionali non possibili in Italia.
Quindi, in mancanza di questi requisiti fondamentali, perché le ASL italiane hanno pagato?
I tanti sprechi, fatti per raggiungere una cura che non è mai esistita, devono essere recuperati e messi a disposizione di tanti bisognosi in tutta Italia.
Non si ha notizia dei numerosi genitori di bimbi disabili ed ammalati che per anni hanno elemosinato soldi ovunque per poter permettere al proprio figlio un viaggio di ‘cura’ in Florida presso le ‘cliniche’ Therapies4kids ed Ocean Hyperbaric Neurological Center siano stati controllati dalle procure competenti.
Si tratta di un vero e proprio business che sfrutta la storia e il volto di tanti minori diversamente abili per permettere ai genitori una vita agiata e lo svuotamento delle casse delle ASL.
All’inizio Therapies4kids incassava non solo per le proprie prestazioni ma anche per i trattamenti iperbarici effettuati alla Ocean Hyperbaric Neurological Center ed erano ubicati nello stesso stabile privo dei requisiti minimi di sicurezza.
Dal sito governativo del comune di Lauderdale by the Sea (Miami, Florida), dove sono ubicati, infatti, si possono scaricare ben 261 pagine che attestano la pericolosità dello stabile.
Solo nelle prime (foto qui accanto) delle 261 pagine ci sono 5 citazioni in causa e la specifica della pericolosità dello stabile che, come tale, non può -e deve essere- annoverato come centro di altissima specializzazione.
Oltre a non essere mai stato un centro di altissima specializzazione, lo stesso non è mai stato neppure un centro in grado di garantire delle prestazioni sanitarie.
Anche qui la fonte è autorevolissima: si tratta di FDA, acronimo di “Food and Drug Administration”.
Sul sito web di FDA, alla voce archivio, si trova la lettera (nella foto qui accanto) di ammonimento che FDA manda ad Ocean Hyperbaric Neurological Center, dove inconfutabilmente scrive di non averli mai autorizzati ad utilizzare le camere iperbariche (vecchissime e prive di manutenzione, che stavano usando) né l’ossigeno per curare le malattie che solo a parole asserivano di essere in grado di curare.
Insomma questo documento di Food and Drug Administration deve giungere sul tavolo di ogni magistrato d’Italia e in tutte le 110 procure italiane.
Il documento, infatti, asserisce -nero su bianco- che la prestazione sanitaria non è mai esistita e quindi nessun bimbo disabile ed ammalato italiano doveva partire per la Florida.
Tale documento, inoltre, attesta che non si dovevano fare raccolte fondi in nessuna città d’Italia e nessuna ASL italiana doveva sborsare un centesimo.
Da un servizio di Tele Cosenza, presente su Youtube, invece, si evince che per la raccolta fondi sono mobilitati anche nomi famosi, come peraltro dichiarato anche nel post a corredo, di seguito riportato testualmente:
Qualche giorno fa un incontro a Catanzaro, dove ha ricevuto dalle mani di Al Bano e del Presidente Loiero un cospicuo contributo per poter sostenere, in America, le cure per il piccolo Riccardo Pio, affetto dalla rara “Sindrome di West”.
Oggi Giulia Turchio, la combattiva mamma di Riccardino, ha voluto incontrare a Spezzano Albanese i genitori di bimbi che soffrono di patologie simili a quella di suo figlio.
Giulia crede molto nel passa parola e sa che queste malattie, definite rare, alla fine non lo sono tanto, purtroppo.
Per questo ha riunito persone che arrivano da tutta Italia. Tutti loro hanno un bimbo ammalato. E tutti hanno appreso, da TV e internet, che ci sono terapie speciali ed innovative.
Solo nel 2008, 50 bimbi italiani sono andati in Florida per farsi curare. Sono cure lunghe, fino a tre anni, e molto costose. Per questo è importante fare massa critica e affidarsi alle istituzioni.
Perché cosa non si farebbe per il sorriso di un bimbo? Intanto è importante parlarne: conoscere la realtà è già un grande passo avanti.
Cliccare su una delle foto per accedere al video di Tele Cosenza
(Marilisa Rizzetto – Fonte & Aggiornamenti: https://www.prpchannel.com/prp-channel/cure-allestero-inesistenti-e-le-asl-hanno-rimborsato-le-spese/ – News archiviata in #TeleradioNews ? il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)