QUANDO LA VITTIMA É UOMO TUTTI GIUSTIZIERI: IL CASO BOSCARO E IL DOPPIO STANDARD DELLA MORALE
Il caso di Valentina Boscaro, la donna padovana che ha accoltellato a morte il fidanzato Damiano Caruso in una sera di settembre del 2022, ha scosso l’opinione pubblica italiana e non solo per la brutalità del gesto. No, il vero colpo di scena è arrivato dopo, quando, di fronte a una donna condannata per omicidio, si è levato un coro di voci indignate — maschili, per lo più — che chiedevano giustizia. Curioso, non trovate? Gli stessi uomini che fino a ieri minimizzavano o persino giustificavano certi gesti come “scatti d’ira” o “tragiche fatalità” ora si scoprono agguerriti difensori della giustizia in difesa… degli uomini.
Questo improvviso fervore morale ha un retrogusto ironico, persino grottesco. Quanti di questi “difensori” hanno mai sentito una reale empatia per le donne vittime di violenza Forse il caso Boscaro risulta così scomodo perché, per una volta, gli uomini si trovano dall’altra parte della barricata, non come carnefici, ma come vittime. Ma, evidentemente, il lato “sbagliato” della storia brucia. Quindi, adesso c’è chi tira fuori il vocabolario pesante, chi parla di “femminicidio al maschile”, come se questo episodio fosse una rarità nella cronaca nera e non un gioco degli specchi su una violenza sistemica che esiste da sempre — ma che, da sempre, colpisce per lo più le donne.
Naturalmente, la giustizia deve fare il suo corso; su questo non si discute. Ma, mentre molti si ergono a paladini della vittima Caruso, la domanda rimane: dove erano questi difensori della morale quando altre centinaia di donne venivano uccise o brutalizzate? Dove finiva l’indignazione quando una denuncia di maltrattamento veniva archiviata come “conflitto domestico”? Il caso Boscaro è diventato, ironicamente, lo specchio in cui una parte della società scopre la propria ipocrisia. A volte, sembra che la sete di giustizia non nasca dalla solidarietà con una vittima, ma dall’insofferenza nel vedersi, per una volta, rappresentati come la parte fragile, vulnerabile, quella che può cadere, e male, sotto una lama.
Chissà se questa nuova sensibilità, così rumorosa e indispettita, resisterà anche davanti al prossimo caso di femminicidio.
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