Assemblea sinodale. Mons. Bulgarelli (Cei): “Esercizio di coinvolgimento e ascolto”
“Non nasce a tavolino ma è veramente un esercizio dove si è proprio tentato di coinvolgere, ascoltare e soprattutto non far cadere nulla di quello che le Chiese locali, che sono le vere protagoniste di questo cammino sinodale, hanno rilanciato”. Così mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e sottosegretario della Conferenza episcopale italiana (Cei) e segretario del Comitato, presenta la prima Assemblea sinodale che si svolgerà dal 15 al 17 novembre. “Credo importante rimarcare in premessa due cose. La prima è che è figlia di un percorso lungo avviato nel 2021. E che quindi ha avuto questa fase di ascolto e di discernimento. Questo ha prodotto temi, idee, proposte che quindi confluiranno in questa prima assemblea in previsione della seconda. Il secondo elemento è che questa prima assemblea si terrà in un contesto molto suggestivo che è San Paolo fuori le mura, nella Basilica. Suggestivo per due motivi, il primo è che saremo sulla tomba di Paolo, quindi l’evangelizzatore insieme con Pietro dell’inizio dell’esperienza delle comunità cristiane e in seconda istanza però è anche il luogo nel quale Giovanni XXIII nel 1959 convocò il Concilio Vaticano II. Quindi, questo già lascia intravedere la suggestività anche del luogo nel quale saremo. Altro elemento sempre legato al luogo: saremo all’interno della Basilica e questo ci permetterà di ricordarci proprio dello svolgimento dei tre giorni che il sinodo, qualunque esperienza sinodale, ha comunque un riferimento liturgico e quindi la celebrazione della Prima Assemblea avverrà veramente in un clima di preghiera, di riflessione e di ascolto, come vorrebbe Papa Francesco, dello Spirito Santo”.
Quali sono i grandi temi al centro dell’Assemblea
Nell’ultimo Consiglio Episcopale Permanente di settembre scorso i vescovi hanno approvato i Lineamenti. Sono veramente la raccolta di quanto è stato ascoltato e l’esercizio è stato quello di fare un discernimento su quelle che sono le questioni aperte. Quindi la prima, che è il grande orizzonte, una Chiesa che riscopra la voglia, o che comunque consolidi o rilanci, il tema missionario, che è il suo fine, come ricorda Lumen Gentium, cioè la capacità di fare la proposta del Vangelo a ogni uomo e ogni donna. E questo nucleo viene coniugato e declinato con la voglia, il desiderio emerso dall’ascolto di una chiesa che sia prossima, cioè più vicina alle persone, più vicina al quotidiano delle persone e con tutto quello che il quotidiano comporta. Quindi scelte, decisioni, l’affrontare le situazioni che la vita costantemente ti propone. Quindi, veramente il tema dell’incarnare la proposta cristiana nella vita quotidiana di tutti i giorni. Per fare questo, secondo tema, è chiaro che serve anche dare una forma alla vita cristiana: tutto il tema formativo che va a toccare l’orizzonte di quelli che possono essere i cosiddetti dispositivi per aiutare le persone a coniugare il Vangelo con la propria vita. E infine, terzo, l’esercizio della corresponsabilità, non solo all’interno della comunità cristiana, ma una corresponsabilità che però diventa anche, essa stessa, già strumento di missione.
Quali sono le vostre attese?
È un tentativo di costruire insieme possibili decisioni, quindi sicuramente matureranno ancora di più delle proposte, anche concrete, che però saranno poi consegnate ai vescovi dopo la Seconda Assemblea Sinodale, perché loro possano esercitare la loro collegialità, ma anche quel discernimento che è proprio dell’ordine episcopale. Quindi è forse anche provare a dare un’agenda di alcune cose che è già possibile fare, di alcune cose che forse vanno pensate meglio, ma anche di cose che forse richiederanno un po’ più di tempo con studio, elaborazione e discernimento.
Qual è l’iter di questa prima assemblea
Il punto forte di questa Prima Assemblea sarà il sabato dove 110 tavoli lavoreranno su dei temi che sono stati ricavati dai Lineamenti. Qui emergerà la forza di aver tentato di scrivere insieme uno strumento di lavoro che, dopo la prima assemblea e dopo gli opportuni passaggi con tutti gli organismi della Conferenza episcopale italiana, come prevede il regolamento delle assemblee sinodali, verranno riconsegnate e restituite alle diocesi, alle Chiese locali. Per cui ci saranno ancora tre mesi di tempo in cui le Chiese locali potranno perfezionare, approfondire, arricchire quanto emerso in questa prima assemblea e diventerà tutto materiale che verrà portato nella Seconda Assemblea.
Perché anche nell’ambito dell’Assemblea Sinodale la preghiera per le vittime degli abusi?
C’è una concomitanza, perché il 18 novembre è la Giornata di preghiera per le vittime di abusi. Dal mio punto di vista significa una Chiesa che è impegnata a ritessere anche un filo e un clima di fiducia con gli uomini e le donne di oggi. E quindi riuscire anche riconoscere alcune situazioni vuol dire procedere e soprattutto crescere nella consapevolezza di ciò che la Chiesa è, quella comunità chiamata da Dio a essere mediatrice e creare delle connessioni perché Dio possa incontrare in ogni tempo la sua creatura.
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