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AGI – Almeno 200 soldati boliviani sono tenuti in ostaggio da gruppi di sostenitori dell’ex presidente Evo Morales, dopo l’assalto a tre caserme nell’ambito delle proteste antigovernative iniziate venti giorni fa. Lo ha fatto sapere il ministero degli Affari Esteri. Ieri, “tre unità militari sono state attaccate da gruppi irregolari nella zona del Chapare, nel dipartimento di Cochabamba, prendendo in ostaggio più di duecento soldati”, ha precisato il ministero.
Gli assalitori hanno anche “sequestrato armi da guerra e munizioni”, ha aggiunto il ministero. Nella stessa regione, il governo boliviano ha inviato l’esercito per aiutare la polizia a ripulire le strade bloccate dai sostenitori di Morales. L’ex presidente è oggetto di un’indagine penale per un caso di stupro che lui nega e che i suoi sostenitori denunciano come parte di una “persecuzione giudiziaria e politica” da parte del governo di Luis Arce, ex ministro e alleato di Evo Morales.
Elly Schlein va al confronto diretto con Vincenzo De Luca, chiedendo ai consiglieri regionali campani (durante una video call di venerdì) di votare no al terzo mandato. E perde. Perché ieri pomeriggio la Commissione Affari Istituzionali della Campania dice sì alla proposta-cavillo (con il no dei 5S e del centrodestra) che permette il terzo mandato per il Presidente. Recependo la legge nazionale che proibisce il terzo mandato e azzerando così il conto, che riparte da ora. La norma, presentata da Giuseppe Sommella di Azione, rende possibile la candidatura dello Sceriffo. Ieri è stata una giornata di riunioni in Campania: da quella di maggioranza, convocata dallo stesso De Luca a quella online dei consiglieri dem, con Igor Taruffi (responsabile Organizzazione Pd) e Davide Taruffi (Enti locali). Il Nazareno aveva chiesto di rimandare il voto (previsto in Aula per martedì) a dopo le elezioni in Emilia-Romagna e in Umbria. Il consigliere Mario Casillo aveva tentato la mediazione: votare, con la promessa di De Luca che la sua ricandidatura non sarà automatica. I vertici del Pd hanno detto no. Nessuno si fida. E alla fine gli 8 consiglieri hanno scelto: voteranno martedì per il terzo mandato. Il comunicato finale dei dem è un tentativo – poco riuscito – di depotenziare il valore della loro decisione. “Il gruppo consiliare del Pd ha espresso la preferenza per un differimento del voto”, ma ha poi “preso atto” della posizione prevalente contraria e ha deciso di uniformarsi. Poi, il tentativo di bilanciare politicamente: “Va distinto da tale adempimento formale il diverso aspetto politico, riguardante la scelta del futuro candidato presidente”. Tale decisione “sarà la conseguenza del confronto che si svilupperà in seno alla coalizione”. In controluce, si può persino intravedere la volontà di De Luca di sfidare i dem con le primarie. Durante la riunione di maggioranza De Luca aveva effettivamente detto che, nonostante facesse una brutta figura, accettava di non legare l’approvazione della norma alla sua candidatura. Casillo cercherà da qui a martedì di convincerlo a spostare il voto. Per i dem locali si apre una stagione difficilissima, costretti a scegliere tra sfilarsi o appoggiare De Luca, mettendosi fuori dal Pd e rischiando che la norma sia fermata da un ricorso. Possibilità di riuscita quasi nulle. Il Nazareno ci tiene a chiarire che il no al terzo mandato è definitivo e che De Luca non sarà il candidato del Pd. Chi dice di sì si mette fuori dalla linea del partito, anche se le espulsioni formali non fanno parte della cultura dem. Battaglia durissima, il centrodestra festeggia.
L’inchiesta
Inchiesta Equalize, uomini di Palazzo Chigi negli uffici degli “spioni”
Intercettati – Funzionari della Presidenza del Consiglio e 007 erano di casa nella sede della società: tutto omissato
Di Antonio Massari e Davide Milosa
2 Novembre 2024
La vera storia del gruppo di via Pattari (guidato dall’ex super poliziotto Carmine Gallo, specializzato in dossier, esfiltrazione di documenti da banche dati dello Stato, inoculazione di trojan nei telefoni di alcuni target) è ancora tutta da scrivere. O forse – a leggere con attenzione gli atti d’inchiesta, che paiono sempre più la trama di una spy story – è stata già scritta tutta. In un dettaglio. Appena otto righe – orfane di spiegazioni, ma ricche di significato – di un’informativa dell’ottobre 2022. Parliamo di 86 pagine. Sulle prime 41 il Comando dei carabinieri getta una colata d’inchiostro nero: tutto completamente omissato. Forse è proprio lì, sotto quei muri di omissis, che la storia s’illumina.Uno spiraglio di luce arriva infatti a pagina 59, quando i carabinieri annotano che “sin dall’inizio” delle indagini “s’è già accertato che presso gli uffici della Equalize si sono già recati funzionari della Presidenza del Consiglio dei ministri”. Attenzione, non un singolo funzionario, magari amico di Gallo, arrivato in via Pattari per salutarlo e prendere un caffè.L’uso del plurale – “funzionari” – rende ineludibile la domanda: perché un numero imprecisato di dirigenti di Palazzo Chigi (al governo c’è Mario Draghi) bazzica gli uffici in cui si fabbricano dossier, si bucano banche dati, si inoculano trojan? Ricordiamo che alla Presidenza del Consiglio dei ministri è affidata “l’alta direzione e la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza, nell’interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni democratiche”. Tradotto: stiamo parlando dei nostri servizi segreti.Il seguito delle sette illuminanti righe vergate dai carabinieri è ancora più interessante: “Le conversazioni” tra Gallo e i funzionari della Presidenza del Consiglio sono state sì intercettate, ma “non sono state oggetto di sunto e trascrizione”. Non dev’essersi trattato, a questo punto, d’un semplice caffè. E comunque, se non sapremo mai cosa si siano detti i funzionari del governo e il gruppo di via Pattari, un motivo ci dev’essere. Ma sono le tre righe successiva a descrivere ulteriormente la delicatezza della questione: “Tale evidenza – scrivono i carabinieri – dimostra l’entratura dei soggetti con i quali ci si sta approcciando e la ragnatela di conoscenze e contatti di cui dispongono”. I carabinieri hanno fatto un controllo, per capire se Gallo e i suoi uomini siano funzionari della nostra intelligence, e concludono: “Allo stesso tempo s’è accertato che gli stessi non hanno alcun ruolo organico con apparati di sicurezza nazionali”. Anche la precisazione – “ruolo organico” – è significativa: non esclude l’esistenza di un ruolo, all’interno della nostra intelligence, ma soltanto che sia ufficiale. Allora è il caso di unire i puntini, disseminati qui e là nelle migliaia di pagine d’inchiesta, a partire dall’ottava riga, che chiude il paragrafo.“Gallo – si legge – dispone di un cripto-fonino con tecnologia israeliana”. Una frase secca. Un dettaglio, buttato lì, senza ulteriori spiegazioni, nella nota scritta l’11 ottobre. Spulciando gli atti, però, si scopre che appena sette giorni prima, il 4 ottobre, Gallo è stato sorpreso a utilizzare questo speciale telefono “con agenti dei Servizi segreti”. E quindi il cerchio si stringe. E si stringe ancor di più quando l’altro ieri, in Procura, Gallo tiene a definirsi “servitore dello Stato” disposto a parlare con i pm “per dimostrare la mia innocenza”. Un altro uomo del gruppo, l’ingegnere informatico Edmondo Pegoraro, definito negli atti “dipendente di una società d’intercettazioni accreditata, che ha provveduto ad attivare perquisizioni informatiche silenti” ieri ha dichiarato di aver cercato di “sviluppare qualcosa di buono nel mio Paese e per il mio Paese”.
Il tutto mentre l’hacker Massimiliano Camponovo parla ai pm di Milano di “una mano oscura che muoveva questo sistema”. C’è tanto di oscuro in questa vicenda. Ma a partire dalle 8 righe sui funzionari di P. Chigi, unendo ulteriori passaggi, forse tutto diventa più chiaro.
Alla luce di questi dettagli, infatti, diventa credibile Gallo quando, intercettato, dice di aver “lavorato nei Servizi”. E i carabinieri segnalano gli incontri, sempre negli uffici di via Pattari, tra “Gallo e uomini dell’intelligence”. Un’altra valanga di pagine annerite dagli omissis. La logica porta a una conclusione: Gallo e il suo gruppo potrebbero aver agito “per il Paese” – parafrasando Pegoraro – come un’entità non organica dei Servizi. Si spiegherebbero meglio le sue parole: “Questi sono due dei Servizi segreti” dice Gallo, il 3 ottobre, mentre viene intercettato. “Stavano con me a via del Tritone gli faccio domani… (si sente digitare sul computer) …io ho scritto una mail che la nostra piattaforma stanno in collegamento con il Giappone e stanno in attesa di avere informazioni precise che ci arriveranno solo domani”. Nei pressi di via del Tritone effettivamente ci sono uffici dell’intelligence.
Fin qui la logica, i documenti e soprattutto una domanda: perché dei funzionari di Palazzo Chigi, nel 2022, frequentano gli uffici della Equalize? È da questa domanda, se vogliamo conoscere la vera storia di Gallo e del suo gruppo di via Pattari, che dovremmo iniziare. Sempre che qualcuno, prima di rispondere, non tiri fuori dal cassetto il più oscuro dei sigilli:
Ambiente & Veleni
Valencia, 211 morti e 1300 dispersi. La strage al centro commerciale: “Il parcheggio è un cimitero”. Sanchez manda 10mila agenti
A tre giorni dalle alluvioni nella zona di Valencia che hanno devastato il territorio, al conto provvisorio continuano ad aggiungersi vittime: al momento sono 211 i morti a cui si aggiunge un numero imprecisato di dispersi (El Diario però parla di 1300). In mattinata, dopo il comitato di crisi alla Moncloa, il premier Pedro Sanchez ha dichiarato che “il governo invierà oggi stesso 5mila soldati dell’esercito che si uniscono ai 3mila già dispiegati, e altri 5mila tra Guardia Civil e forze di polizia” perché “la regione di Valencia richiede più militari, macchine, finanziamenti”, per far fronte alla “seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa“.
Il premier ha aggiunto che “queste cifre sono insufficienti perché sappiamo che gli aiuti tardano ad arrivare in molte località, perché ci sono ancora molti posti che è difficile raggiungere. Sono felice che il presidente della Comunità valenciana Carlos Mazon abbia deciso di chiedere 5mila soldati e annuncio che il governo procederà con tale schieramento – ha continuato Sanchez – Oggi 4.000 andranno a Valencia e domani vi arriveranno i restanti mille”.
Il premier spagnolo ha poi aggiunto che “con quasi tutta certezza, stiamo parlando dell’alluvione più grave che il nostro continente abbia vissuto finora in questo secolo“. Consapevole che ci siano “gravi carenze e comuni sepolti dal fango e dal fango“, Sanchez ha invitato all’unità e al supporto della Comunidad valenciana. “So che dobbiamo migliorare, ma penso anche sappiamo che dobbiamo farlo insieme, uniti. Dobbiamo sostenere l’amministrazione autonoma con risorse e supporto tecnico – ha detto -. Questa è l’unica cosa che ci deve preoccupare tutti e farci riflettere su come migliorare la ripartizione dei poteri in situazioni così estreme”.
Il premier spagnolo Sanchez annuncia le misure straordinarie del governo: “5000 militari subito a Valencia”
Valencia, nelle zone colpite dall’alluvione mancano cibo e acqua. A Paiporta la coda degli abitanti è interminabile (video)
Il centro commerciale – Che il numero delle vittime sia provvisorio è testimoniato dalle parole dei soccorritori arrivati all’enorme centro commerciale Bonaire, nei pressi della città di Aldaya. “Quel parcheggio è un cimitero” hanno dichiarato i sommozzatori militari della Ume che sono riusciti a entrare nel parcheggio sotterraneo, totalmente allagato. Nel momento dell’inondazione, martedì pomeriggio, i negozi di abbigliamento, i ristoranti e i cinema erano aperti e in zona c’erano centinaia di persone. Anche qui il livello dell’acqua è salito fino a tre metri, e il parking, con 5.700 posti disponibili, è diventato una vera trappola mortale. Secondo fonti dei soccorsi, citate dal giornale eldiario.es, le vittime possono essere “incalcolabili”. Anche l’accesso dalle scale mobili al centro commerciale è completamente devastato, bloccato non solo dall’acqua ma anche dai resti e dai detriti portati dalla violenza della piena. Anche uscire da là era impossibile. Secondo la stampa locale, questo parcheggio è uno dei punti di maggiore preoccupazione delle squadre di soccorso. Ancora non ci sono notizie ufficiali ma è trapelato che dentro ci sarebbero molti corpi. Insieme ai sub che lavorano in condizioni di grandissima difficoltà, sul luogo anche i vigili del fuoco che con le loro pompe stanno lavorando senza sosta per svuotare il parcheggio dall’acqua.
I rischi sanitari – Una situazione che presenta anche molti rischi sanitari ed epidemiologici, spiega Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. “Ogni volta che c’è una alluvione soprattutto con queste proporzioni, c’è la possibilità molto alta di commistioni delle acque reflue con quelle piovane con il rischio potenziale di infezioni da microrganismi enterici: E. Coli, salmonella, stafilococchi, vibrioni – magari non colerici – ma minori. L’abbiamo visto anche con l’alluvione in Emilia Romagna, dove però era molto caldo, qui siamo in una stagione diversa e le temperature meno estive potrebbero aiutare a limitare la diffusione di questi pericolosi microrganismi”.
Le aziende – La Camera di Commercio di Valencia stima che circa 4.500 imprese della provincia abbiano subito danni e che circa 1.800 di queste attività potrebbero essere state distrutte dai danni provocati dalle inondazioni. I comuni colpiti, secondo lo stesso rapporto, contano una popolazione di 845.371 abitanti, pari al 31,8% della popolazione della provincia di Valencia.
Volontari intossicati – Diciannove volontari sono stati avvelenati dal monossido di carbonio, due dei quali in modo grave, in un garage della città valenciana di Chiva dove si trovavano per pulire la zona. Il fatto è avvenuto intorno alle 14,30 in un garage situato in via Ramón y Cajal della località alluvionata, apparentemente a causa della cattiva combustione del motore di un impianto di areazione danneggiato dall’acqua.
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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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