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Scienza e religioni. ‘Spiccioli di spiritualità’: focus sull’aldilà e sui miscredenti (parte prima)

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Per il consueto appuntamento domenicale con la rubrica “Spiccioli di spiritualità” diretta dal prof. P. Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla dell’aldilà:

Le vie del destino sono davvero difficili a comprendersi. Se non ci fosse una qualche compensazione nell’aldilà, allora questo mondo sarebbe davvero una beffa crudele”.

Così si esprimeva Sir Arthur Conan Doyle, poeta, scrittore e medico, di nazionalità scozzese, l’inventore della saga di Sherlock Holmes. E quanta letteratura, quanta cinematografia e anche musica (sacra e non) su questo tema, per non parlare dell’arte: chiese, statue, dipinti.

La chiesa festeggia il primo novembre la festa di tutti i Santi e il giorno dopo c’è la ricorrenza dei fedeli defunti, esprimendo in tal modo la vicinanza nei confronti di tutti gli uomini e le donne che ci hanno preceduti in questa vita.

Tutte le culture e le religioni di ogni tempo hanno in qualche modo onorato i defunti con ricorrenze e riti, poiché attraverso la definizione di un orizzonte futuro che non è limitato dalla morte, ma si colloca oltre di essa, l’essere umano è stato in grado di donare senso alla propria esistenza terrena.

L’aldilà – il mondo abitato dagli dèi, dalle anime e dagli spiriti – ha così assunto forme e funzioni diverse: è stato immaginato in regioni diverse dello spazio (nei cieli o sottoterra, sui monti o oltre la “grande acqua” degli oceani); è stato suddiviso in inferno e paradiso per punire o ricompensare le azioni compiute dagli uomini in vita o per ripagare i torti che hanno subito; è stato pensato come un momento di transizione tra una vita terrena e un’altra “eterna”, oppure come una mera parvenza residuale dell’esistenza terrena o anche come una forma piena di resurrezione dell’anima e del corpo al cospetto di Dio.

Tutte le religioni dunque concordano sul fatto che ci sia un mondo terreno e uno che sta oltre questo, diremmo “trascendente”, ma questo mondo, pienamente conoscibile dopo la morte, si può intravedere anche in vita?

La risposta è affermativa, ma le modalità sono molto diverse a seconda delle culture. Da un lato le divinità e gli spiriti possono agire in forma diversa anche nel mondo terreno e spetta ai sacerdoti governarne la presenza e le forme di comunicazione (per esempio attraverso i riti, le profezie, i sogni o gli stati di trance); dall’altro lato, le letterature antiche ci raccontano dei viaggi agli inferi compiuti dagli eroi (come non pensare ai poemi omerici o alla Divina Commedia), mentre le esperienze mistiche e i riti liturgici consentono di accedere a forme trascendenti della conoscenza della realtà ultraterrena.

Il programma del Centro Studi Religiosi della Fondazione San Carlo (istituto privato di formazione e ricerca in ambito culturale, con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e alle scienze religiose – molto interessante il sito, merita una visita) si occupa, tra le altre cose, di individuare e discutere la pluralità delle immagini dell’aldilà presenti nelle diverse tradizioni religiose – siano esse monoteistiche che politeistiche – allo scopo di individuarne singole specificità e tratti comuni che riescano tuttavia a portare luce sulla relazione degli esseri umani con l’altrove e con l’ulteriorità.

Il tema è enorme – e infatti mi propongo di svilupparlo in un prossimo intervento, parlando delle singole religioni – ma una cosa è certa: malgrado una serie di evidenti differenze dottrinali, tutte le grandi religioni condividono un principio fondamentale: gli esseri umani sono immortali ed il loro spirito proviene da una dimensione divina dove è dato loro di fare ritorno.

Fin dalle prime forme di espressione spirituale fu questa la grande promessa e speranza offerta dalle grandi religioni agli uomini.

E mentre nel passato nessuno metteva in dubbio questa “verità di fede”, lo sviluppo del pensiero ha portato anche a negare che ci sia una sopravvivenza dopo la morte, posizione rispettabilissima in un ambito di libera ricerca. Ma la risposta del credente non potrà che essere quella dell’esistenza di un aldilà di fronte all’indifferenza dei materialisti che affermano che la morte sia la fine di tutto.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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