Ennesimo episodio che vede un minore ed un’arma come protagonisti.
Ennesimo episodio che vede un minore ed un’arma come protagonisti.
Ieri, in pomeriggio, la Polizia di Stato, nell’ambito dell’azione volta a contrastare il possesso di armi da parte di minori, ha bloccato e denunciato un quindicenne per porto di armi od oggetti atti ad offendere. Il ragazzo, successivamente affidato ai genitori, è stato trovato in possesso di possesso di una pistola a salve cal. 8 marca Bruni con 2 cartucce prive di ogiva dello stesso calibro.
A tal proposito, costatando un’escalation del fenomeno delle baby gang e degli adolescenti armati, il Capogruppo PD al Comune di Napoli, Gennaro Acampora, ha dichiarato in una nota: “Siamo ancora scossi e sgomenti per quanto accaduto in una traversa di corso Umberto pochi giorni fa. La morte del 15enne Emanuele Tufano e la sparatoria che ne ha portato all’assassinio da parte di giovanissimi segna un punto di non ritorno nelle politiche per i giovani e la legalità.
Ormai si spara e si uccide a una tenera età con una inquietante facilità, intanto il Governo non trova altre risposte efficaci oltre il carcere e l’inasprimento delle pene, quando in realtà il primo argine al fenomeno dovrebbe essere rappresentato un piano di disarmo delle nostre città.
Abbiamo ribadito con forza questo approccio in due sedute straordinarie del consiglio comunale, tanto istituendo la giornata contro l’influenza della camorra, quanto discutendo degli obiettivi 2030 delle Nazioni Unite che vedono proprio nei giovani i promotori del cambiamento sul clima per la sostenibilità urbana.
Ma non ci siamo limitati a definire un approccio: noi lavoriamo ogni giorno e concretamente su un doppio binario.
Perché da una parte sappiamo che sarà importante l’installazione di 248 nuove telecamere investendo due milioni di euro. Bene anche il nuovo sistema di videosorveglianza con fondi della Regione Campania nei quartieri di Chiaiano, Piscinola, Scampia e Arenella e la rotatoria di via Manzoni angolo via Caravaggio. Bene lo sblocco dopo anni dei fondi altre dieci telecamere a Capodimonte e ai Colli Aminei.
Ma non possiamo solo accontentarci della deterrenza, nella folle utopia di “militarizzare” i nostri quartieri. Dobbiamo condividere con privati e associazioni la gestione di spazi critici come quello di Piazza Garibaldi, dobbiamo diffondere esperienze che già esistono e già finanziamo come le case della socialità e le biblioteche di quartiere, dobbiamo potenziare la rete degli asili nido comunali così come aprire e riaprire gli impianti sportivi di prossimità.”
Quest’ultima via ci pare quella più opportuna da percorrere, in quanto tali accadimenti sono generati prevalentemente da processi imitativi di modelli violenti e delinquenziali, considerati però vincenti.
In questo senso non aiuta la narrazione univoca e mortificante di un Sud “bruttosporcoecattivo” che i media mainstream fanno dei territori del Mezzogiorno e che spinge i ragazzi ad identificarsi, sganciandosi dalla realtà, per diventare essi stessi come il racconto vuole che essi siano.
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