Altra aggressione ai danni di medici in pronto soccorso: 30 giorni di prognosi a una giovane dottoressa

Aversa- Ieri, 25 ottobre, presso l’Ospedale Giuseppe Moscati, si è verificato un episodio molto spiacevole, potremmo dire l’ennesimo atto di violenza nei confronti del personale sanitario. Alle ore 17,30 circa, una donna di 34 anni è stata affidata a una giovane dottoressa di turno per effettuare alcuni esami del sangue e altri accertamenti di tipo strumentale. Nell’attesa del risultato dei primi e di sottoporsi ai successivi, si è allontanata dalla sua postazione. Intorno alle 18,15, dopo essere stata chiamata insistentemente, non avendola più vista nei paraggi, la sua scheda è stata chiusa dalla dottoressa per abbandono, pensando che la donna non fosse più interessata a continuare. Tuttavia, dopo alcuni minuti, la paziente si è ripresentata in ospedale e, venuta a sapere della chiusura della sua scheda, ha perso il controllo e ha preteso di proseguire gli esami. Alle ore 20, però, la 34enne stanca dell’attesa, è stata colta da un raptus di follia, ha invaso la postazione medica e ha aggredito la dottoressa, scagliandole addosso il computer e la stampante, andando poi via insieme ad alcuni suoi parenti. In ospedale sono giunti i carabinieri che hanno ascoltato la testimonianza della guardia giurata che era presente in pronto soccorso al momento dell’accaduto, quest’ultima ha confermato quanto esposto dalla giovane vittima. La dottoressa ha avuto una prognosi di 30 giorni a causa delle contusioni riportate al braccio e al torace. La donna di 34 anni, colpevole dell’aggressione, è stata denunciata per lesioni personali a personale sanitario e danneggiamento di materiale oltre all’interruzione di pubblico servizio. Ormai sono sempre di più i medici che vengono sottoposti a continui atti di violenza, tanto che molti decidono di abbandonare il pronto soccorso e dedicarsi al settore privato. E’ il prezzo che si paga oggi ad avere a che fare con il pubblico, un pubblico che non ha più cognizione di limiti che mai andrebbero oltrepassati, nel buon senso del rispetto e della civiltà di chi ha scelto una professione che si prodiga per il prossimo.

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