Il meglio dai giornali di oggi/ in Anteprima, la spremuta di giornali / e Good Morning Italia, il Briefing per conoscere il mondo/ a cura di Ferdinando Terlizzi –
L’ultima udienza Open Arms, Salvini arruola pure ministri nella piazza contro i giudiciLo scontro con i magistrati – Giorgetti, Calderoli, Valditara&C. rispondono all’appello di Matteo15 Ottobre 2024 Molti arriveranno già giovedì sera, convocati a Mondello per una cena informale per sostenere il proprio leader. Chi ha ruoli istituzionali invece volerà a Palermo venerdì mattina, alle 10, per riempire il teatro Politeama. Di certo c’è che alla manifestazione della Lega per sostenere Matteo Salvini nell’ultima udienza del processo Open Arms non parteciperanno solo i parlamentari, ma anche gli esponenti di governo del Carroccio: ministri e sottosegretari sono stati richiamati all’ordine e, a meno di impegni dell’ultimo minuto, saranno in Sicilia per protestare contro i magistrati che hanno mandato a processo il vicepremier leghista con l’accusa di sequestro di persona, rischiando fino a 6 anni di carcere. Uno scontro che quindi da politico diventa anche istituzionale perché coinvolge esponenti dell’esecutivo: così una parte del governo si contrapporrà con il potere giudiziario.Alla richiesta di Salvini hanno risposto positivamente tutti i ministri della Lega: ci sarà il titolare degli Affari Regionali Roberto Calderoli che a Pontida si è presentato con la maglia anti-pm (“Processate anche me”), il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e anche il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Quest’ultimo è alle prese con il Documento programmatico di Bilancio che sarà approvato questa sera dal Consiglio dei ministri e con la finanziaria ancora tutta da scrivere, ma non rinuncerà alla manifestazione di Palermo contro i magistrati. Giorgetti, dal palco di Pontida, era stato l’unico a non fare alcun riferimento al processo di Palermo e in questi mesi ha sempre cercato di tenersi lontano dalle dinamiche di partito, tant’è che ha lasciato il posto da vicesegretario insieme a Lorenzo Fontana per fare posto a Claudio Durigon e Alberto Stefani. Ma venerdì ci sarà.Unico assente sarà invece proprio il presidente della Camera: la terza carica dello Stato, che in questi mesi si è fatto notare per il suo approccio istituzionale soprattutto in confronto col collega Ignazio La Russa, non può porsi in aperto contrasto con la magistratura.Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non parteciperà alla manifestazione: non è un leghista di partito e soprattutto la sua presenza diventerebbe uno scandalo da prima pagina dei giornali, perché è proprio il Viminale a doversi occupare del fenomeno migratorio. Oltre ai ministri, a Palermo voleranno tutti i sottosegretari della Lega. Secondo quanto risulta al Fatto, sarà presente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli (che quindi esporrà anche Palazzo Chigi), il vice di Giorgetti al ministero dell’Economia Federico Freni e Durigon, che fa il sottosegretario al Lavoro. Secondo fonti del Carroccio ci sarà anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: una presenza ingombrante visto che il ministero della Giustizia non dovrebbe intervenire e influenzare scelte di giudici e pubblici ministeri. Contattato dal Fatto, Ostellari ieri ha preferito non rispondere. A Palermo ci saranno anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, vice di Piantedosi che si occupa proprio di immigrazione, e il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Tra i manifestanti potrebbe esserci anche il generale Roberto Vannacci, non ancora sicuro.Ieri, come ha rivelato l’AdnKronos, nelle chat leghiste è stato inviato un messaggio per richiamare tutti in piazza: “Venerdì 18 ottobre Lega in piazza Politeama a Palermo per sostenere a gran voce Matteo Salvini, che sarà nell’aula bunker del Pagliarelli per il processo Open Arms. Appuntamento dalle 10”. Il costo della trasferta sarà a spese dei parlamentari leghisti, tant’è che alcuni di questi avrebbero fatto volentieri a meno. Gli eletti si sono dovuti organizzare autonomamente per prenotare gli alberghi. Non sarà così per il viaggio: deputati e senatori – di tutti i partiti – non pagano i voli e quindi i leghisti questa volta potranno arrivare a Palermo gratis per l’iniziativa di partito.
Le inchieste Genny-Boccia, blitz dei carabinieri al Mic. Presi contratti e mailRoma – I pm chiedono al ministero il carteggio con l’imprenditrice. Al vaglio anche il caso G7 15 Ottobre 2024 Ci sono i contratti e le determine dirigenziali relativi alla nomina (poi ritirata) di Maria Rosaria Boccia a consigliera del Mic per i Grandi Eventi. E poi le email interne con cui l’imprenditrice veniva accreditata alle kermesse cui partecipava il ministro e che riguardavano anche – in che misura lo stabiliranno gli investigatori – l’organizzazione di viaggi e hotel. Quindi, i messaggi di posta e scambiati tra Gennaro Sangiuliano e il suo capo di Gabinetto, Francesco Gilioli, circa i “dubbi” di quest’ultimo sulla nomina di Boccia e le indicazioni dell’ex ministro. Oltre, ovviamente, al carteggio relativo all’organizzazione del G7 di Pompei, in cui Boccia era stata di fatto coinvolta. Materiale cui si sommano, infine, le chat su Whatsapp con Sangiuliano e con Boccia che Gilioli (estraneo all’inchiesta) la scorsa settimana ha affidato alle pm della Procura di Roma, Giulia Guccione e Barbara Trotta, quando è stato ascoltato come testimone poco prima di essere improvvisamente sollevato dall’incarico dal neo ministro Alessandro Giuli.Ieri mattina per la prima volta dall’inizio di questa vicenda, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno varcato la soglia del ministero della Cultura per acquisire tutti i documenti utili alle due inchieste sul caso Sangiuliano-Boccia. La prima, avviata su denuncia dell’ex ministro, che vede l’imprenditrice indagata per violenza o minacce a corpo politico; la seconda, nata da un esposto del deputato di Avs, Angelo Bonelli, in cui Sangiuliano è invece indagato per peculato (fascicolo trasferito al Tribunale dei ministri). La lista dei documenti da acquisire è molto lunga.Gli atti meno recenti tra quelli acquisiti risalgono alla fine di maggio, quando Sangiuliano conosce Boccia e – si legge nel suo esposto – decide “di verificare sul campo la possibilità di utilizzarla come risorsa”. In particolare c’è l’email del 10 luglio 2024, inviata a Boccia da Alessandro Ferrari e per conoscenza al dirigente Antonio Mazza. E ovviamente il decreto di nomina del 1° agosto, una “bozza” secondo la versione dell’ex ministro, perché con “firma olografa e non digitale” e in “assenza di protocollo”. In mezzo sarà acquisito tutto il carteggio con gli uffici, utile a ricostruire quale iter abbia seguito la pratica, fino allo stop richiesto da Sangiuliano a Gilioli il 9 agosto. Bisogna invece arrivare al 26 agosto per documentare il ritiro definitivo della nomina a consigliera, prima con un messaggio Whatsapp a Gilioli e poi con una email delle 12.31, cui si aggiunge il messaggio di posta con cui l’ex capo di gabinetto chiedeva poi la rimozione di un post su Instagram dove l’imprenditrice annunciava di aver ricevuto l’incarico.In mezzo, come detto, le email relative agli eventi, a cui Boccia ha partecipato. Su tutti, l’organizzazione del G7 di Pompei, e in particolare i documenti sul sopralluogo agli Scavi del 3 giugno e il messaggio di posta del 5 giugno inviato dal Soprintendente Gabriel Zuchtriegel anche a Boccia. Non solo. Gli investigatori consulteranno le email preparatorie agli eventi del 19 giugno a Ercolano, del 20 giugno al TaoBuk di Taormina, del 12 luglio a Riva Ligure, del 14 luglio a “Il libro possibile” di Polignano a Mare, del 16 luglio a “I Martedì Letterari” di Sanremo e infine a quello del 3 agosto alla Pinacoteca di Brera di Milano.Gli inquirenti d’altronde la scorsa settimana avevano già chiesto conto a Francesco Gilioli delle chat scambiate con Sangiuliano e anche con Boccia. Anche perché l’ex ministro aveva depositato gli screenshot dei messaggi inoltrati al suo ex capo di gabinetto il 9 agosto (per sospendere la nomina di Boccia) e del 26 agosto (per ritirare definitivamente l’incarico) e anche le conversazioni con cui Gilioli esprimeva i suoi dubbi all’ex ministro.Il verbale dell’ormai ex capo di gabinetto è ovviamente top secret. Ma si tratta di una testimonianza chiave, anche perché rilasciata solo due-tre giorni prima che il nuovo ministro Giuli decidesse di rimuoverlo dal ruolo. Gilioli, infatti, non è indagato, ma ci avrebbe tenuto in più occasioni ad allontanare qualsiasi dubbio su sue responsabilità, anche in relazione alla circolazione delle notizie sull’affaire, nonostante – come riportato nei giorni scorsi da Repubblica – qualcuno al ministero lo consideri la fonte principale di alcune testate, tra cui Report.Ti potrebbero interessare
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