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Napoli. Il Melodramma di Metastasio tra modernità e tradizione nel saggio di Luca Lupoli

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Serata evento, lunedì a Napoli,  per parlare  del melodramma moderno e dell‘attualità  di un genere che ad oltre 300 anni è ancora un’apprezzata forma di intrattenimento.
A condurre il pubblico alla scoperta  del successo e delle fortune del “Recitar Cantando” è stato il saggio del Maestro “ , ”, edito da Casa Editrice Pagine, presentato, con lo sguardo rivolto  di fronte al tempio della musica classica e dell’opera lirica, il San Carlo, in una delle più grandi librerie italiane della Mondadori M, che ha aperto in tal modo  la prima  stagione di incontri.
La presentazione del libro di Lupoli, moderata dalla giornalista Daniela Merola, ha suscitato vero interesse nel pubblico, che ha potuto conoscere ed apprezzare  aspetti poco noti della storia della musica e del teatro lirico e  gli elementi fondanti che in pieno settecento, tra  echi illuministici ed appassionati modelli di libertà e giustizia hanno aperto la strada ad autori successi  come Rossini fino a Puccini o Verdi ed alle loro opere memorabili.
Durante la serata si è parlato anche delle ragioni del  successo  di Metastasio, i cui melodrammi in tutti questi anni sono sempre stati  portati sulla scena con grande consenso di pubblico.
Lo stesso teatro San Carlo  fu, infatti, inaugurato il 4 novembre, giorno onomastico del sovrano di Borbone, con  l’Achille in Sciro proprio di Pietro Metastasio.
Le opere di Metastasio sono state rappresentate in tutti i maggiori teatri d’Europa e la “Didone abbandonata”,  il primo melodramma di Metastasio, come ha sottolineato la musicologa, Teresa Mori, fu musicato innumerevoli volte nel giro di pochi anni da musicisti dello spessore di Porpora, Vivaldi, Hasse, Sarti e molti altri.
Proprio la Didone Abbandonata è già l’esempio della modernità di Metastasio, – ha aggiunto Lydia Tarsitano coordinatore del progetto Giornalisti Beniculturali – Metastasio realizza un’organica e coerente poetica narrazione dei sentimenti umani e delle passioni umane, incentrandoli su personaggi che trae dalla tradizione letteraria e mitologica: è questo il caso di Didone  ma ridisegnandoli  in funzione  di persone reali in grado di esprimere le emozioni dell’animo tipiche e rappresentative di comportamenti umani verosimili e universali: gelosia, ostacolo amorosi,  senso del dovere, dissidi tra gli amanti”.
Grande  modernità anche di contenuti, ha aggiunto Tarsitano, che possiamo leggere  nella ricerca della donna Didone di autonomia edindipendenza o nell’illusoria pretesa dell’uomo di esercitare una funzione dominante e di essere destinato a svolgere compiti superiori.
La riforma apportata da Metastasio rende il melodramma un insieme strutturato ed organico – ha continuato  Lydia Tarsitano – dove poesia musica arte scenica si fondono in  nuova forma di teatro che fin dalle origini ha saputo assimilare nelle sue  varie morfologie tutte le espressioni artistiche dando vita ad un elemento di novità  e di rottura con il passato.
 Tutte le espressioni artistiche concorrono alla comunicazione creando un nuovo linguaggio unitario. Siamo di fronte, infatti, al primo esempio concreto  di MULTIMEDIALITA’”.
Il libro di Lupoli è un’affascinante indagine sulla superiorità espressiva della poesia nel melodramma, che richiama il modello della tragedia greca e ribadisce il primato del testo poetico, un lavoro che si presenta come un approfondito studio che ci fa addentrare nel  laboratorio del celebre poeta, conosciuto come Metastasio (1698-1782), attraverso la corrispondenza e le minuziose ricerche sulle fonti bibliografiche, curate da Olga De Maio con passione e competenza.
Metastasio resta oggi un grande modello riferimento,  come ha ribadito nel suo intervento ricco di riferimenti specialistici e di estetica del teatro Ettore Massarese, docente di Letteratura Teatrale Italiana e poi di Discipline dello Spettacolo presso l’Università Federico II di Napoli, autore della prefazione al libro.
Massarese ha sottolineato lo stretto legame del teatro di Metastasio con la grande cultura neoclassica in cui si può leggere la  Fondazione  di un teatro civile e collettivo.
Secondo Massarese il testo in Metastasio è in grado trovare le radici della storia culturale  che lo sottendono e, quindi, la comunità, come accadeva nel modello del teatro greco, a cui modello Metastasio fa riferimento attraverso Seneca: in tal senso nella fondazione del Melodramma ci sono gli elementi di un grande modello di aggregazione e, quindi, per la fondazione del teatro collettivo e civile.
Serata magica l’ha definita Vincenzo Martongelli,  per riscoprire un autore dimenticato che ha pregnato un’epoca, e che attraverso i suoi libretti ha ispirato artisti, musicisti, registi, attori.
Riportare nei teatri i giovani, ma anche risvegliare emozioni, cambiare in meglio la nostra società è anche questo  – come ha evidenziato Luca Lupoli nel concludere –  la capacità della poesia di parlare alla mente e al cuore delle persone.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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