CASSAZIONE RIGETTA RICORSO: CONFERMATA LA REVOCA DELL’AFFIDAMENTO IN PROVA R.B DI CASERTA
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da R. B., residente a Caserta, confermando la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, che aveva revocato l’affidamento in prova ai servizi sociali concesso all’uomo nel 2022. La vicenda giudiziaria si è inasprita a seguito di una serie di violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa.
L’episodio chiave si è verificato il 3 febbraio 2024, quando i Carabinieri intervennero presso l’abitazione di R. B. in risposta alle segnalazioni di rumori molesti provenienti dai vicini. All’interno della casa, oltre al diretto interessato, erano presenti quattro persone estranee al nucleo familiare, due delle quali risultate avere precedenti penali. Inizialmente, B. si rifiutò di collaborare con le forze dell’ordine, ostacolando le operazioni e aggravando ulteriormente la sua posizione agli occhi della giustizia.
Il comportamento dell’uomo non era nuovo a simili violazioni. Già nel settembre 2023, infatti, il Tribunale di Sorveglianza lo aveva ammonito per essersi recato al di fuori del comune di residenza senza la necessaria autorizzazione. Questo, unito al comportamento tenuto durante l’intervento dei Carabinieri, ha spinto i giudici a ritenere che R. B. non fosse più idoneo a continuare a beneficiare dell’affidamento in prova ai servizi sociali, decidendo così per la revoca della misura.
La difesa di R. B. ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la condotta contestata fosse legata a una festa di compleanno e non violasse in maniera diretta le prescrizioni della misura alternativa. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che il comportamento del ricorrente era incompatibile con la prosecuzione dell’affidamento in prova.
Con la conferma della decisione del Tribunale di Sorveglianza, R. B. dovrà ora affrontare anche il pagamento delle spese processuali. Questa sentenza sottolinea l’importanza del rispetto delle prescrizioni legate alle misure alternative alla detenzione, confermando che i giudici possono esercitare una discrezionalità significativa nel valutarne la revoca, anche in assenza di violazioni penali formali.
La vicenda rappresenta un chiaro esempio di come il comportamento del condannato durante il periodo di affidamento possa incidere in maniera determinante sull’esito della misura, portando alla revoca in caso di condotte ritenute incompatibili con i requisiti imposti dalla legge.
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