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CANCELLO ED ARNONE: OPPOSIZIONE SCIENTIFICA AL SINDACO AMBROSCA

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CANCELLO ED ARNONE (Raffaele Raimondo) – “Tratteremo una quantità di rifiuti 50 volte superiore alla quantità che la nostra comunità produce”: è il titolo allarmante del manifesto pubblicato recentemente dal Comitato STOP BIO IMPIANTI CANCELLO ED ARNONE, uno dei due bracci contestuali (essendo incarnato l’altro nel quartetto/trio della minoranza consiliare) che stanno sprigionando un’opposizione “scientifica” alla volontà della maggioranza che fa capo al sindaco Raffaele Ambrosca. Insomma i martelli battono da un lato e dall’altro sull’incudine cui pare ridotta, in questa fase, la compagine che vinse le comunali del 2023. Il Comitato raccoglie adesioni dei cittadini intenzionati a contrastare quello che, senza tema di essere smentiti, possiamo chiamare “Progetto Ambrosca” (oggi costretto un po’ a segnare il passo, proprio perché osteggiato). Progetto non sorto come fungo e, quindi, non a caso proveniente “da lontano”.

 

Nello svolgimento della nostra attività di approfondimento in merito agli impianti di trattamento dei rifiuti progettati per Cancello ed Arnone – puntualizza il Comitato – abbiamo scoperto che nel nostro Comune ogni anno vengono prodotte circa 1000 tonnellate di rifiuti organici (troverete conferma consultando il catasto nazionale rifiuti).

 

Leggendo poi gli atti del progetto abbiamo appurato, con enorme stupore e preoccupazione, che il Comune di Cancello ed Arnone ha chiesto ed ottenuto dalla Regione Campania l’autorizzazione a trattare 50.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno. In altri termini e per darvi un termine di paragone, possiamo affermare che a Cancello ed Arnone verranno a scaricare rifiuti circa 50 Comuni con una popolazione uguale alla nostra”.

Non v’è chi non veda, giunto a questo punto, un dato che chiaramente prescinde da pregiudizi ideologici ed attiene piuttosto alla categoria che a più riprese si manifesta da almeno un trentennio nel Bel Paese: appunto in tale categoria rientrerebbe, di fatto, la protesta che non dissimula il sospetto secondo cui un simile tremendo rischio per la salute di ogni essere vivente sul territorio conduca il pensiero della cittadinanza ad ansie connesse a politiche più legate ad affari che al superiore “bene comune”. E, in merito, la cronaca relativa al termovalorizzatore di Acerra docet ! Di pari passo, sembra possano viaggiare, per un verso, la prudenza della maggioranza consiliare di frenare un attimo sulla quistione, nonché la probabilità (non remota – ndr) che i consiglieri di minoranza (Di Puorto, De Blasio, Gelvi, Bovenzi) i quali, in abbinamento al Comitato, stanno svolgendo il ruolo di protagonisti abbiano trovato dei referenti esperti e capaci di fornir loro sostanza sufficiente ad opporsi al piano che forse o sicuramente – considerando lungo quali creste va scadendo la complessiva operazione – potrebbe subire un vistoso ridimensionamento.

In questa direzione va ad inquadrarsi la notizia che, fin dal 1° ottobre u.s., ha confermato l’impavido consiglier De Blasio in ordine all’inoltrata istanza “per richiedere il progetto tecnico dell’impianto di biometano da scarti agricoli da realizzarsi a Cancello-Arnone lungo la sp 18”. Un documento, questo, che una volta reso pubblico potrebbe fare ulteriore chiarezza su una sezione non secondaria del piano complessivo, anche in ordine al preciso sito di allocazione nella campagna a sud di Arnone e ai soggetti, istituzionali e non, che hanno assunto il merito aut la responsabilità di committenza dell’opera.

Il medesimo impavido, nella circostanza, ribadiva che il Comitato STOP BIO IMPIANTI CANCELLO ED ARNONE (in poco tempo infoltitosi a seguito di tantissime adesioni) si stava “muovendo rapidamente” e che nella serata precedente s’era svolta la seconda assemblea dalla quale era emerso un comunicato-stampa in cui, peraltro, si assicurava: “Abbiamo fatto un resoconto di queste prime settimane di attività ma soprattutto abbiamo pianificato il lavoro da portare avanti nei prossimi giorni nei quali avremo una prima interlocuzione con la Regione Campania, incontreremo una importante associazione ambientale e ascolteremo il parere di un noto medico al quale chiederemo di illustrarci tutti i fattori di rischio per la salute connessi agli impianti di trattamento dei rifiuti che sorgeranno sul nostro territorio.

 

Questi incontri ci consentiranno di allargare il nostro bagaglio di conoscenze e ci metteranno nelle migliori condizioni per poter fronteggiare con forza la minaccia che si sta abbattendo sul nostro comune già in passato fortemente colpito da un punto di vista delle problematiche ambientali”.

Durante un mese e cinque giorni o poco più, si sta registrando, nel confinante Comune grazzanisano, un inquietante silenzio dei partiti, delle associazioni, delle pubbliche istituzioni e addirittura del Comitato NO BIOGAS GRAZZANISE presieduto dal signor Pasquale D’Agostino che legalmente lo rappresenta. Staremo a vedere verso quale versante, nell’immediato futuro, si muoverà l’asticella eloquente: insomma capiremo se a monte delle cucite bocche ci sono l’insussistenza del fatto, l’indifferenza collettiva, l’insensibilità in campo ambientalistico oppure pavidità vera e propria. L’auspicio che noi concepiamo in proposito, avendo assunto  il 4  settembre scorso l’onere di lanciare il primo grido d’allarme in argomento, va ovviamente nella direzione dell’accoglimento del ricorso che proprio il Comitato del presidente D’Agostino ha presentato al sindaco Enrico Petrella: un verdetto che accelererebbe il cammino della posizione orientata, scartando l’incenerimento, a sostenere, per converso, tutte le altre meno nocive forme di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Sarebbe un gesto di inequivocabile coraggio decisionale da parte di un primo cittadino che da quattro anni non lesina energie su ogni recupero possibile dei numerosi ritardi infrastrutturali e strutturali ereditati, puntando contemporaneamente alla legalità come presupposto e fine di tutte le determinazioni che assume l’Amministrazione comunale.

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