Il 2 ottobre 1860 si concludeva la battaglia del Volturno,
Si concludeva il 2 ottobre 1860, la resistenza dei borbonici dall’assalto garibaldino del Regno delle Due Sicilie. Con la battaglia del Volturno, che in realtà si svolse su una parte molto più ampia di territorio, le velleità di salvare il regno, furono di fatto esaurite in un nulla di fatto. Tra il 26 settembre e il 2 ottobre si svolsero diverse battaglie, che oltre ad interessare il corso del fiume Volturno, importante corso d’acqua che divide oggi il Lazio dalla Campania, videro come teatro di guerra anche il villaggio di Santa Maria, l’attuale Santa Maria Capua Vetere, S. Angelo, attuale S. Angelo in Formis e Triflisco. Quindi i monti tifatini, ma ancora Maddaloni, Caserta Vecchia, Limatola, Castel Morrone, la valle dell’’Isclero i ponti della valle. Quindi un territorio molto vasto, dove l’esercito borbonico fece fatica a mantenere il passo dei garibaldesi, formati da un gruppo di mercenari abituati a combattere, che avevano già partecipato alla seconda guerra d’indipendenza integrati, da parte dell’esercito regolare piemontese sotto mentite spoglie e non mancavano gli stranieri, ufficialmente volontari, che comprendevano militari, della legione francese, della legione ungherese, dei cacciatori inglesi. Quindi un panorama di uomini molto variegato, ma ben guidati dai vertici militari garibaldini, al comando di Giuseppe Garibaldi. Di contro un esercito valoroso, ben equipaggiato, ma mal organizzato, che non aveva praticamente mai combattuto una vera guerra e comandato dal maresciallo Giosue Ritucci, forse troppo prudente per acquisire sul campo quella vittoria, che avrebbe rilanciato le ambizioni di riconquista del regno, da parte di S.M. Francesco II di Borbone. La storia ha voluto, che diventassimo la terra di conquista dei piemontesi nell’ideale di una unità e di una liberazione “dall’oppressore borbonico!, ebbene dopo oltre 160 anni, continuiamo ad essere una colonia del nord, che, non paga delle depredazioni effettuate, con l’autonomia differenziata, purtroppo avallata anche da politici locali, ci toglie ogni speranza di sviluppo per azzerare il divario economico e sociale con il nord ricco ed opulento. Si discute ancora sull’elemosina da attribuire agli abitanti delle regioni meridionali sotto forma di LEP, (livelli essenziali di prestazioni) ovvero il minimo indispensabile per poter godere almeno di qualche croccantino e di qualche scatoletta per distinguerci dai cani randagi.
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