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Referendum Cittadinanza e Autonomia differenziata: non è il click facile a convincere per una firma

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Per la Lega c’è una brutta bestia da domare: si chiama democrazia, o quello che ancora se ne conserva. Sorprende che ci venga a questo punto ancora garantito il voto, sebbene la sfiducia che la partitocrazia selvaggia ha alimentato in questi anni porti a votare solo il 64% dell’elettorato alle ultime elezioni del 2022, mai così bassa l’affluenza. Il senatore leghista Claudio Borghi ha annunciato l’intenzione di presentare una proposta di legge per abolire la raccolta delle firme online nei referendum, frastornato evidentemente dal referendum sulla cittadinanza che il 24 settembre ha superato le 500 mila firme. A fine luglio è stata attivata, con un ritardo di oltre due anni e mezzo, la piattaforma pubblica per le sottoscrizioni digitali di referendum e proposte di legge di iniziativa popolare.
Nella sola giornata di ieri 27 settembre la piattaforma digitale istituita dal Ministero della Giustizia per le firme per i referendum ha raccolto complessivamente oltre 155.000 sottoscrizioni relative a tutti i quesiti referendari attualmente inseriti nel sistema. “Una cifra record”, fanno sapere dal Ministero. Ma in risposta al deputato Borghi, lo informiamo che la piattaforma del Ministero ospita 21 proposte referendarie aperte e che solo 2 hanno superato la soglia dei 500.000: il Referendum Cittadinanza e l’Autonomia differenziata. Già il 21 agosto le firme digitali superavano le 500 Mila. Tutti gli altri diciannove insieme arrivano a 438.000 firme complessive. Dunque, anche sommati non raggiungono l’obiettivo minimo.Nessuno è arrivato neanche a 100.000 firme. Il numero medio di firme per referendum è di 23.000. Se fosse così facile come dicono, ogni proposta referendaria sarebbe approdata al quorum. Discutibile e infondato quanto dichiara Borghi: “Potenzialmente domani un qualsiasi influencer, ma anch’io tutto sommato, potrei mettermi lì e dire “dai ragazzi cliccate tutti assieme, arriviamo a 500.000”, facciamo un referendum per abolire il caffè latte e così via”. Non si tratta di un caffè latte da abrogare. E gli italiani sottoscrittori lo hanno riconosciuto non solo sulla piattaforma digitale. Il Comitato Promotore per il referendum abrogativo della legge 86/2024 sull’autonomia differenziata ha depositato 1.291.488 di firme raccolte. Di queste 553.915 sono state apposte per via digitale sull’apposita piattaforma, mentre 737.573 sono state raccolte manualmente ai banchetti sui moduli vidimati. La maggioranza delle firme sono arrivate tramite un contatto diretto con le cittadine e i cittadini. Ora spetta alla Corte Costituzionale giudicare l’ammissibilità del quesito, così come dovrà pronunciarsi sul ricorso di alcune regioni sulla legittimità costituzionale delle norme contenute nella legge 86/2024.

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