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Attualità

C’è l’ombra dei killer di Siani dietro l’attentato a Costanzo

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Stragi di mafia

Le indagini della Dda di Firenze – I magistrati cercano riscontri alle dichiarazioni del pentito Sinacora sul ruolo di “Armando” e “Maurizio”, vicini ai Nuvoletta di Marano

Di Vincenzo Iurillo e Marco Lillo 
23 Settembre 2024

Chi sono “Armando” e “il calciatore che tutti chiamavano Maurizio anche se non era il suo vero nome…”? Chi sono i due misteriosi napoletani che un pentito di Cosa Nostra, Vincenzo Sinacori, indicò insieme a Ciro Nuvoletta come due dei tre esponenti del clan Nuvoletta di Marano (Napoli) venuti dalla Campania per collaborare coi mafiosi del clan di Toto’ Riina e Matteo Messina Denaro alla stagione delle stragi?

I tre membri del gruppo Nuvoletta, da considerare una sorta di famiglia mafiosa di obbedienza corleonese anche se di origine napoletana, secondo il pentito parteciparono tra il 1991 e il 1992 alle riunioni e ai sopralluoghi preparatori tra Palermo e Roma prima degli attentati. Tra i quali spiccano i preparativi per l’attentato a Maurizio Costanzo, ritenuto il bersaglio più facile.

Un’ipotesi investigativa (da riscontrare) e’ che “Armando” e “Maurizio” siano Armando Del Core e Luigi Baccante, detto appunto Maurizio. I due furono condannati con sentenza definitiva per l’omicidio del 26enne cronista del Mattino, Giancarlo Siani, avvenuto a Napoli il 23 settembre 1985. Il primo come uno degli esecutori e il secondo come uno dei mandanti.Oggi ricorre il 39° anniversario della morte di Siani. Fu crivellato di colpi su decisione del clan Nuvoletta: la vendetta per un articolo che ipotizzava un loro ‘tradimento’ al clan Gionta dietro la cattura del latitante Valentino Gionta. E il Fatto quotidiano è in grado di rivelare che la Dda di Firenze, nell’ambito delle indagini per le stragi – uno dei filoni riguarda anche Marcello Dell’Utri – sta lavorando all’identificazione compiuta di ‘Armando’ e ‘Maurizio’. Sia per appurare se si tratta delle stesse persone responsabili della morte del giornalista. Sia per riscontrare e dare un senso alla loro partecipazione a quei summit e a quei pedinamenti con i mafiosi di Riina, Messina Denaro e i fratelli Graviano.

Per chiarire questi punti, decisivi per eventuali ulteriori sviluppi investigativi, i pm hanno affidato una delega alla Dia per capire meglio la storia dei rapporti con il commando siciliano dei pedinamenti di Costanzo del trio formato da Ciro Nuvoletta, “Armando” e “Maurizio”. Va detto che l’ipotesi minore di favoreggiamento sarebbe abbondantemente prescritta. Mentre solo una (molto) ipotetica contestazione di concorso in tentata strage sfuggirebbe alla prescrizione.

Tra il 1996 e il 1997 Sinacori – ed altri due collaboratori, di cui parleremo dopo – collocano i ‘napoletani’ dei Nuvoletta tra Palermo e Roma per lavorare coi siciliani agli attentati. In particolare, Sinacori fornisce nomi di battesimo e dettagli utilissimi per una identificazione più precisa. Ad esempio, nell’interrogatorio del 14 febbraio 1997 dice: “Ad un’altra riunione (che si tenne a Palermo, ndr) presero parte anche due napoletani, Ciro Nuvoletta ed un tale che si faceva chiamare Maurizio, ma che credo avesse un diverso nome di battesimo; ricordo che si diceva di quest’ultimo che aveva un passato di calciatore… Riina, rivolgendosi a Maurizio ed a Ciro disse loro di mettersi a disposizione per qualsiasi necessità ove io lo avessi chiesto”.

Nessuno notò allora una coincidenza che gli esperti della materia notano subito leggendo quel verbale: nel Marano, vicino Napoli, aveva giocato nel campionato Promozione un mediano che si chiamava Luigi Baccante detto Maurizio. E tutti sapevano che era affiliato ai Nuvoletta.

Non risulta che le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, che a vario titolo lavorano sui protagonisti della stagione delle stragi, abbiano sviluppato queste e altre dichiarazioni di Sinacori. Al Fatto risulta che i pm delle varie sedi succitate non hanno a distanza di 28 anni identificazioni complete di questi nomi, tra cui “Armando” e “Maurizio”. Eppure quando Sinacori e gli altri parlano dei “napoletani a Roma”, a Napoli da almeno tre anni il pm Armando D’Alterio, che sta indagando sull’omicidio Siani, è sulla pista dei Nuvoletta grazie alle dichiarazioni del pentito Salvatore Migliorino. Sono anni in cui le procure non si scambiano informazioni con la stessa facilità odierna.

Sinacori disse che i primi obiettivi su Roma erano Falcone e Martelli ma i pedinamenti non diedero frutti: “Optammo pertanto per Maurizio Costanzo che era di agevole pedinamento all’uscita del teatro Parioli… Deciso che si doveva colpire Costanzo mi recai a Napoli per contattare Maurizio, Ciro e Armando, ai quali dopo averli incontrati dissi che avevamo bisogno di loro spiegandogli la situazione. A Roma vennero però Armando e Ciro che io incontrai alla stazione”.

Di ‘napoletani’ nel 1996 parla anche Francesco Geraci, che però di nomi ricorda solo ‘Ciro’. Ed il pentito Antonio Scarano, che nel maggio 1996 dice al pm di Firenze Pierluigi Vigna, a fine verbale, che allora aveva visto due ‘napoletani’ in una casa che lui aveva trovato in via Martorelli a Roma su richiesta di Matteo Messina Denaro. In questo appartamento nel 1992 alloggiarono Messina Denaro, Sinacori e Geraci. Scarano dichiarò che la descrizione di Ciro Nuvoletta che gli diede un compagno di carcere era la stessa dell’uomo da lui visto in quella casa. “Poi, avendogli data la descrizione dell’altro napoletano che vidi nella casa di G. G., mi ha detto che la descrizione si attaglia ad altro soggetto che non è della stessa famiglia di Ciro Nuvoletta ma si accompagna sempre con esso”. A distanza di così tanti anni non sarà facile chiudere il cerchio, ma è importante aggiungere questo ulteriore tassello per comprendere meglio quella stagione di stragi che non fu, anche secondo una recente sentenza di appello di Ndrangheta stragista, solo una questione siciliana.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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