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Mariofanie. Del Gaudio (Pami): “Ci aiutano a riprendere la Parola di Dio, non a convalidare la nostra fede”

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Importanti per il popolo dei credenti, perché riescono a riattualizzare la Parola di Dio, ma non necessarie per convalidare la fede. Le apparizioni mistiche e in particolare della Madonna quando compaiono nelle cronache dei giornali generano spesso scalpore. Sui fenomeni, il Dicastero per la Dottrina della fede è recentemente intervenuto con un nuovo documento, “Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali”, che offre orientamenti più precisi ai vescovi locali chiamati a discernere. Al tema, è dedicato inoltre un corso di Alta Formazione sulle Mariofanie e i fenomeni mistici, che si terrà in modalità on line, dal 18 ottobre al 15 marzo 2025. Promosso dall’Osservatorio sulle apparizioni e i fenomeni mistici della Pontificia academia mariana internationalis (Pami), attraverso la Cattedra di studi mariologici B. Giovanni Duns Scoto della Pontificia Università Antonianum e in collaborazione con la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura (Seraphicum), il ciclo di lezioni è curato da 19 docenti. Una delle responsabili dell’iniziativa è la professoressa Daniela Del Gaudio, suora francescana dell’Immacolata (Sfi), ecclesiologa e mariologa, direttrice dell’Osservatorio, che al Sir spiega le finalità e la necessità di dare risposte a tematiche complesse.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Professoressa, da dove nasce l’esigenza di dare avvio a un corso dedicato alle apparizioni mariane e ai fenomeni mistici?
Il desiderio della Pami è dare una risposta alla complessità del problema e anche alla confusione perché a volte presunti esperti danno un approccio non corretto. Vogliamo invece far conoscere il fenomeno, in maniera divulgativa e scientifica nelle varie angolature: dal punto di vista teologico, delle scienze umane e della legalità per evitare frodi e derive lucrose. Perfino nell’ambito della comunicazione, a volte, i giornalisti non sanno come presentare e descrivere tali fenomeni. Vogliamo dare un contributo ad ampio raggio, a partire da un’idea di scientificità e serietà, nel rispetto del magistero della Chiesa, ovvero, la specificità del messaggio cristiano.

La principale finalità che si pone il corso è stabilire in modo scientifico le relazioni fra i dati di fede su Maria di Nazareth e le sue applicazioni interdisciplinari. In questo settore sono molti gli studi?
La Pontificia academia mariana studia la mariologia di cui uno degli ambiti è rappresentato dalle apparizioni. All’interno dell’Academia, abbiamo creato un Osservatorio perché ci siamo resi conto della carenza di studi. Difatti uno degli obiettivi è la creazione di un dizionario interdisciplinare sui fenomeni mistici e le apparizioni. Per ora stiamo raccogliendo i vari studi monografici ad ampio livello sul senso teologico, sulla sociologia della religione, sulla fenomenologia e sulla storia delle singole apparizioni. Esiste già un dizionario sulle apparizioni che descrive i vari fenomeni ma vogliamo creare uno strumento in cui vengano spiegati i vari contenuti ermeneutici e di approfondimento a livello interdisciplinare.

La Chiesa è recentemente intervenuta in maniera netta sulla valutazione delle apparizioni, condivide la severità?
Non parlerei di severità ma di serietà. Condivido senz’altro questo approccio perché il tema è molto complesso. Come ha detto monsignor Armando Matteo (segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la Dottrina della fede, ndr ), in occasione della conferenza stampa di presentazione delle Norme di discernimento, a volte anche i vescovi possono avere degli atteggiamenti diversi: c’è chi è più aperto e chi è più chiuso. Con le Norme, il Dicastero ha dato degli orientamenti più dettagliati e precisi per potersi muovere anche a livello locale. Le apparizioni non sono dogmi, quindi non è il Papa che li deve approvare bensì il vescovo locale. Con le Norme, si precisa che il vescovo non è solo, ma interagisce con il Dicastero che ha dato ulteriori orientamenti per permettere una valutazione più autorevole e precisa.

C’è stata troppa leggerezza nell’accogliere le varie apparizioni come veritiere negli ultimi anni?
Il problema è che c’è stato un interesse esponenziale verso questi fenomeni, dimenticando che il nucleo della rivelazione è la Parola di Dio. La Chiesa vuole riportare a una visione più centralizzata, verso la rivelazione pubblica, che è sempre sovrannaturale ma è collaudata dalla certezza che si tratti della Parola di Dio. Ecco perché il criterio principale di autenticità è il fatto che (i fenomeni, ndr) siano coerenti con la rivelazione pubblica. Questo è il senso delle rivelazioni private e delle mariofanie: farci riprendere la Parola di Dio. Lourdes o Fatima, ad esempio, non hanno fatto altro che ricordarci il Vangelo. Questo è perciò l’elemento di base: riattualizzazione della Parola di Dio che è l’unica rivelazione che abbiamo. Questi fenomeni non servono a convalidare la fede. Il senso sta in un approccio esperienziale che rende più vitale la rivelazione stessa. L’importanza dei fenomeni sta in questo: cercano di farci capire che la verità che Dio annuncia nella rivelazione del Vangelo tocca veramente la storia, tocca i singoli e le comunità e si interessa di quello che viviamo. La Madonna appare così come altri Santi per dire che Dio è vicino nelle persecuzioni, abbiate coraggio e fiducia e in lui.

Molti fedeli hanno bisogno di queste apparizioni?
Chi è maturo nella fede non ha bisogno della apparizione, ma tante persone necessitano del segno e, nella sua misericordia, il Signore le manda per aiutare la nostra fede. Essendo rivelazioni private vanno trattate come tali e va fatto discernimento per evitare i pericoli che conosciamo. Un altro elemento importante è l’ecclesialità. I fenomeni sono sempre in aiuto a vivere meglio la comunione con la Chiesa. Se una veggente si pone in contrasto con il Papa si capisce bene che non può venire da Dio. Tanto è vero che, negli ultimi orientamenti, viene specificato come il vescovo sia chiamato, non solo a discernere, ma anche a coltivare i frutti, a orientare pastoralmente il messaggio, in modo che si viva nel senso ecclesiale giusto.

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