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IL GOVERNO MELONI E “LE MANI DI FORBICI”: COME LA FATA SMEMORINA STA TAGLIANDO VIA IL FUTURO DELL’ITALIA

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Il governo Meloni: l’esempio perfetto di come rovinare l’Italia con grazia e forbici affilate. O meglio, con le “mani di forbici”, per usare le parole dell’ex Premier Giuseppe Conte. Ci si aspettava forse un governo di svolta, una nuova era con la prima donna al comando del paese, e invece ci siamo ritrovati con un sistema che sembra più interessato a tagliare, restringere e ridurre tutto ciò che potrebbe ancora funzionare. Un capolavoro di autolesionismo politico.

 

Un’economia che affonda: tutti in barca, ma solo i ricchi hanno i remi

La gestione economica del governo Meloni è riuscita a trasformare la promessa di crescita in una farsa. L’introduzione della flat tax, venduta come la panacea per tutti i mali fiscali, ha beneficiato più che altro le fasce benestanti, lasciando le classi medie e basse a combattere con l’inflazione e il costo della vita in costante aumento. Ma cosa ci si può aspettare? Pare che il vero obiettivo fosse far diventare l’economia italiana un film di fantascienza, con un’Italia dove i poveri continuano a stringere la cinghia, mentre i ricchi mangiano i dolci al banchetto.

Nel frattempo, i tagli al Reddito di Cittadinanza e altri sussidi sociali sono la ciliegina sulla torta. Tagliare fondi ai più deboli in un momento di crisi è come togliere i salvagenti durante una tempesta: una mossa brillante se l’obiettivo è affondare tutto.

 

Diritti civili: più che proteggere, si chiude a chiave

Sul fronte dei diritti civili, la retorica conservatrice e nazionalista del governo ha riportato indietro l’orologio di almeno un paio di decenni. La comunità LGBTQ+ si trova di fronte a un muro ideologico che impedisce ogni tipo di inclusione e riconoscimento. D’altronde, il messaggio è chiaro: meglio difendere la “famiglia tradizionale”, qualunque cosa significhi, anche a costo di negare diritti fondamentali a una parte importante della popolazione.

E pensare che molti si aspettavano un’apertura per le donne, vista la leader donna. Ma, invece di politiche per aumentare l’occupazione femminile, ci troviamo con un’agenda politica che sembra volerle tenere ben lontane dal mercato del lavoro. Non solo mancano incentivi per la conciliazione tra famiglia e carriera, ma le misure attuate hanno persino peggiorato la situazione. Chissà, forse è parte di un piano più grande per mantenere le donne al loro “posto”…

 

Politiche migratorie: un film già visto, ma senza lieto fine

La gestione dei flussi migratori è, senza sorprese, un altro punto dolente. Se con Salvini avevamo visto il pugno duro, il governo Meloni ha deciso di continuare a calcare la stessa strada, intensificando controlli e chiusure. Ma la parte divertente – si fa per dire – è che tutto questo non risolve il problema. I migranti continuano ad arrivare, solo che lo fanno in condizioni sempre più disperate, mentre l’Italia si accontenta di far finta che tutto vada bene. Un po’ come chiudere la porta di casa e pensare che, se non guardi fuori, il temporale smetterà di esistere.

 

Le mani di forbici sulla sanità: tagli e privatizzazioni

E a proposito di tagli, come non menzionare la brillante politica sanitaria del governo Meloni? Mentre durante il governo Conte si era riusciti a far salire la spesa sanitaria oltre la media europea, stanziando ben 15 miliardi di euro, oggi siamo l’ultimo Paese del G7 per spesa pro capite. Un record di cui non possiamo che essere “orgogliosi”.

Sul Pnrr, che doveva rappresentare il grande rilancio del Paese, siamo fermi al 12% delle risorse assegnate alla sanità. Ma tranquilli, c’è sempre tempo per rimediare… o forse no. A questo ritmo, i reparti di Pronto Soccorso stanno già chiudendo per mancanza di personale, come dimostra la crisi del Policlinico di Foggia. Ironico, considerando che i medici e gli infermieri sono stati gli eroi della pandemia, quelli in prima linea a rischio della propria vita. Ma, evidentemente, la gratitudine dura poco quando si tratta di stringere la cinghia.

 

La cannabis light: perché vietare è sempre la soluzione più facile

Per non farci mancare nulla, il governo ha deciso di rispolverare un po’ di proibizionismo, tornando a vietare la cannabis light. In un’epoca in cui molti Paesi stanno finalmente riconoscendo i benefici terapeutici della cannabis, noi preferiamo chiudere gli occhi e fare marcia indietro. Ma non si tratta solo di una scelta ideologica: questa decisione avrà un impatto devastante su un settore in crescita, con la chiusura di 800 aziende, la perdita di 11.000 posti di lavoro, e un crollo economico stimato in 500 milioni di euro. Ma tranquilli, la “morale” è salva!

La cosa più esilarante? La Lega voleva persino vietare l’immagine della canapa nelle pubblicità. Chissà, forse pensano che eliminando l’immagine, eliminino anche la realtà. Ma non preoccupatevi, non serve guardare oltre per vedere i disastri che ci aspettano.

 

Conclusione: dove stiamo andando?

Di questo passo, è lecito chiedersi: dove andremo a finire? Tra tagli selvaggi, politiche sociali arretrate, e scelte economiche che favoriscono solo i più ricchi, sembra che l’Italia stia andando dritta verso un burrone. Forse era questo il piano fin dall’inizio? O forse il governo Meloni sta semplicemente dimostrando quanto sia difficile governare quando si cerca di accontentare solo una parte del Paese, dimenticando tutto il resto.

D’altronde, chi ha votato pensando di portare al potere la “donna giusta” sta scoprendo che, come in ogni commedia,l’ironia può essere molto amara.

 

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