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PARROCO SOTTO ACCUSA: DON GIULIANO DI NUOVO A PROCESSO PER ESTORSIONI E FURTO

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Si riapre il caso di Don Giuseppe Giuliano, ex parroco della Parrocchia di San Biagio a Limatola, accusato di estorsione, tentata estorsione e furto di energia elettrica. Il processo, condotto dal giudice Sergio Pezza della terza sezione del tribunale di Benevento, vede la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale con la convocazione dei finanzieri che smascherarono il parroco.

 

 Il Caso

Don Giuliano, 61 anni, originario di Cimitile, insieme al suo collaboratore Mario Caserta, 54enne di Limatola, è accusato di aver estorto denaro a famiglie indigenti, tra cui due famiglie marocchine e una coppia di Caserta, ospiti di appartamenti di proprietà della parrocchia. Il sacerdote avrebbe preteso il pagamento di canoni mensili non dovuti, minacciando l’interruzione delle forniture di energia elettrica e gas in caso di mancato pagamento. In particolare, agli ospiti degli appartamenti veniva richiesto un affitto di 200-230 euro mensili, nonostante questi fossero concessi in comodato d’uso gratuito, che prevedeva solo il pagamento delle utenze.

La vicenda è emersa nel 2014, quando la guardia di finanza di Benevento, durante delle perquisizioni nelle sale parrocchiali, scoprì una sproporzione tra i redditi dichiarati dal parroco e quelli effettivamente percepiti. A seguito delle indagini, vennero sequestrati beni per un valore di circa un milione di euro, tra cui conti correnti, 12 automobili, di cui 7 d’epoca, e una lussuosa villa a Cimitile.

 

 Le Accuse

Secondo gli inquirenti, Don Giuliano non si limitava a richiedere pagamenti indebiti, ma utilizzava metodi coercitivi per ottenere quanto richiesto. In un episodio, avrebbe staccato la fornitura di energia elettrica a una famiglia che si era rifiutata di firmare un documento che smentiva quanto dichiarato in televisione nel programma *Le Iene*. La stessa famiglia, di origine marocchina, avrebbe subito pressioni per pagare 550 euro per l’installazione di nuovi contatori, oltre a 2.000 euro per presunti debiti non saldati.

Anche una famiglia casertana sarebbe stata vittima delle pretese di Don Giuliano, che avrebbe richiesto 700 euro mensili per la gestione di un campetto di calcio e di un appartamento, nuovamente in comodato d’uso gratuito. Inoltre, il parroco avrebbe estorto 1.200 euro a un organizzatore di eventi teatrali presso il teatro parrocchiale, minacciandolo in caso di mancato pagamento.

 

 Il Ruolo di Mario Caserta

Il collaboratore di Don Giuliano, Mario Caserta, è accusato di tentata estorsione per aver minacciato un componente di una delle famiglie marocchine, richiedendo il pagamento di 2.000 euro per presunte bollette non saldate. Caserta avrebbe utilizzato toni intimidatori, affermando che il denaro doveva essere corrisposto “al prete”.

 

Il Furto di Energia Elettrica

Don Giuliano è inoltre imputato per furto di energia elettrica. L’ex parroco avrebbe realizzato un allaccio abusivo utilizzando un cavo collegato a un palo dell’illuminazione pubblica, che attraversava il muro di cinta della parrocchia, alimentando non solo la chiesa e il campanile, ma anche il contatore di una delle famiglie migranti che viveva nella struttura.

 

 Il Processo

Il dibattimento si è aperto con la decisione del giudice Sergio Pezza di riaprire l’istruttoria, in seguito alla dichiarazione di incompetenza della seconda sezione del tribunale, presieduta dal giudice Daniela Fallarino. Nel mese di giugno, gli ufficiali della guardia di finanza, che hanno condotto le indagini, saranno chiamati a testimoniare. Nel collegio difensivo, sono impegnati gli avvocati Marco Argirò e Giuseppe Dessì.

Il caso di Don Giuliano ha scosso profondamente la comunità di Limatola e ha gettato un’ombra sul ruolo della Chiesa in situazioni di estrema vulnerabilità. La rinnovazione del processo rappresenta un passo importante verso la verità e la giustizia per le famiglie coinvolte.

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