Roma 6 agosto 2024 (da la Repubblica del 5 agosto 2024 di Giuseppe Scarpa) C’è un caso anche al comune di Roma, così come in Regione Lazio. Il tema riguarda sempre gli appalti pubblici legati ai servizi di lavanderia. In questa nuova storia a finire sotto la lente di ingrandimento è una società accusata dai pubblici ministeri di essere inadempiente contrattualmente, di non aver erogato un servizio all’altezza, di non aver lavato a dovere le tute dei lavoratori della municipalizzata dei rifiuti.

Ma veniamo al caso. Adapta s. p. a., incaricata del servizio di noleggio, lavaggio e manutenzione di vestiario e dispositivi di protezione per il personale Ama, non ha rispettato gli obblighi contrattuali. Questa, in estrema sintesi, è la tesi della procura della Capitale, del sostituto Carlo Villani.
In pratica dal primo maggio 2012 al 31 gennaio 2014, e oltre, fino al 5 marzo 2020, Ama ha ricevuto un servizio inadeguato, come evidenziato dalle numerose contestazioni presentate dalla stessa municipalizzata dei rifiuti che hanno dato l’input per avviare l’indagine da parte degli inquirenti e della guardia di finanza.
Come si diceva prima il problema si estende oltre Ama, oltre il comune di Roma. Gli appalti nel settore della lavanderia sanitaria nella Regione Lazio continuano, infatti, a essere segnati da presunte irregolarità, indipendentemente dal colore politico delle giunte che si sono susseguite nelle ultime due legislature.

Infatti, sempre il pubblico ministero Villani, ha richiesto il rinvio a giudizio per i responsabili del Raggruppamento temporaneo di imprese ( Rti) composto da due società, la Servizi Sanitari Integrati Srl e la Lavanderia D’Alessio srl. Le accuse della magistratura inquirente, in questo caso, sono di turbata libertà degli incanti e inadempimento di contratti in pubbliche forniture. Una vicenda più grave rispetto a quella che ha riguardato l’Ama.

Per ottenere l’appalto dei lotti 4 e 7 del servizio di lavanolo (disinfezione e lavaggio di lenzuola, camici, divise, calzature e indumenti da lavoro) per le aziende sanitarie del Lazio, le due società — questa le tesi degli inquirenti — avrebbero presentato documentazione falsa, dichiarando di avere una piattaforma logistica nel comune di Anagni, mai detenuta realmente. Questa informazione falsa ha permesso loro — secondo la procura — di aggiudicarsi un contratto di grande valore. Le stesse aziende sono accusate di un ulteriore reato: fornitura di biancheria e divise di qualità e quantità inferiore rispetto alle previsioni di gara all’Asl Roma 6 nel 2020.
L’impresa chiamata in causa fa una precisazione: «L’azienda rappresenta come l’iniziale parziale inadempimento si era correlato in realtà a mancanze dell’Ama – spiegano i legali della società che ha ottenuto l’appalto, i penalisti Pierpaolo Dell’Anno e Francesco Sacchi – riconosciute in un atto transattivo ad Adapta del 2022 che ha visto riconoscere una somma importante».

Business opaco
Dopo le segnalazioni fatte dall’Ama la Guardia di finanza ha indagato sulla ditta a cui era stato assegnato il servizio di noleggio, lavaggio e manutenzione delle divise dei netturbini della Capitale