Violenza sulle donne si rinnova la campagna Non sei sola del 1522.
In questa torrida estate, c’è chi non deve sopportare e temere solo il caldo del solleone. Nelle cronache giornaliere apprendiamo, che ci sono sempre più donne e soggetti fragili, che subiscono minacce, stalking e violenze, da persone molto vicine a loro, da familiari e molto spesso da mariti e compagni possessivi. Non calano le violenze e i femminicidi, che si perpetrano su donne vessate da partner fintamente gelosi, ma palesemente possessivi. Chi è “l’uomo” che violenta nel fisico e nell’animo le donne, che secondo un famoso detto, non andrebbero toccare neppure con un fiore. Chi, arriva a picchiare e togliere la vita alla compagna o alla moglie a cui ha giurato amore eterno? In nome di quale amore si fa violento, sostituendosi a Dio, nel togliere la vita ad un altro essere umano, talvolta anche a donne incinte del proprio figlio, come tale Impagnatiello, che uccidendo la compagna tolse la vita anche al feto, che lei portava in pancia frutto del loro “amore” tossico. Sono senza dubbio uomini a metà, deboli mentalmente quanto basta per sopperire alla mancanza di iniziativa con la violenza, spesso sono dei veri e propri “fessi” dall’aria pacioccona in pubblico, quanto diabolica in privato. Capaci di escogitare mille scuse per sottrarsi ai doveri familiari e di inventare mille tranelli per cogliere ipoteticamente la compagna in fallo. Nella quasi totalità dei casi il marcio sta ovviamente solo ed esclusivamente nella loro testa. Sostanzialmente secondo un’associazione di psicologi a tema femminile, esistono due categorie di compagni: uomini che amano e uomini che vogliono possedere. Ovviamente, chi ama, riesce a chiarire ogni dubbio con la parola con la discussione e, come cantava Pupo nella sua Forse, “Per poi finire sempre a far l’amore” L’uomo che vuole possedere, al contrario, vive nella sua mente bacata il presagio continuo di perdere la donna che suppone di amare e pertanto cerca in tutti i modi di trattenerla e di legarla a se, alla stregua di un oggetto o di un animale non consenziente, privando la partner via via di tutti i contatti sociali e familiari, relegandola ad una prigionia psicologica e materiale dove lui diviene l’unico signore e padrone. Va da sé, che spesso le donne non sanno interpretare correttamente certi segnali, le violenze si manifestano, come detto in vari modi e spesso avvengono dopo diversi anni di convivenza, vedi la triste fine di Annarita Morelli di 72 anni uccisa dal marito di 73 anni due giorni orsono. Quindi si tende ad associare comportamenti violenti o vessatori a periodi transitori, tendendo inizialmente a giustificarne le gesta. Tanto e solo uno schiaffo, invece è solo l’inizio di atteggiamenti via via sempre più violenti. Alcune donne sperano, che le cose migliorino da sole, che il compagno ritorni “normale” e tendono quindi a nascondere anche ai familiari ciò che avviene tra le mura domestiche, ovviamente nulla di più sbagliato, occorre segnalare, condividere ed eventualmente denunciare prima che la scintilla diventi un rogo inestinguibile. Occorre quindi segnalare e denunciare, il dipartimento per le pari opportunità a novembre scorso presentò a tal proposito la campagna di comunicazione istituzionale “1522. Non sei Sola”. Dove operatrici specializzate rispondo anche in inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco, 24 ore su 24. Il comune di Marcianise rinnova la sensibilizzazione con la campagna “Sei vittima di violenza o stalking? Non sei sola. Chiama il 1522 Numero antiviolenza e stalking”. A cura dell’assessore alle Pari Opportunità e alle Politiche della Famiglia, Carmen Posillipo. L’assessore Posillipo, dichiara che è impegnata sin dal suo insediamento con azioni concrete sul territorio per offrire alle vittime tutto il sostegno possibile. In particolare valorizzando tutti gli strumenti e le opportunità previsti dalle norme e dalle misure introdotte anche recentemente per contrastare la violenza di genere e domestica. I dati non sono per nulla confortanti e rivelano l’aumento progressivo di casi, una circostanza che deriva sicuramente dall’impegno portato avanti quotidianamente insieme da Istituzioni, centri antiviolenza e Forze dell’Ordine che ha fatto emergere i numeri di un fenomeno fino a poco tempo fa molto sottostimato. Siamo convinti che il Comune, come ente di prossimità percepito dai cittadini come il più vicino alle proprie necessità, debba svolgere un ruolo propulsivo e centrale in questa battaglia, soprattutto nella costruzione di quella rete necessaria per aumentare il livello di consapevolezza della cittadinanza verso questo triste fenomeno. A settembre avvieremo una campagna di sensibilizzazione itinerante in tutta la città, a partire dalle scuole e dagli esercizi commerciali per diffondere la conoscenza di questo servizio”.
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