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Referendum autonomia differenziata per abrogazione totale o parziale: un focus con un’ intervista a Fabio Ascenzi

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In base all’articolo 75 della Costituzione il referendum abrogativo può essere chiesto da 500mila cittadini oppure da cinque Consigli regionali. Dal 20 giugno è partita la campagna referendaria di raccolta firme per l’abrogazione della legge sull’Autonomia differenziata promossa da un arcipelago di partiti, sindacati e associazioni e che già, anche a Caserta e provincia in questi giorni, vede banchetti e gazebo diffondere le ragioni della raccolta firme e del rischio materiale che questa riforma fa valere sulla vita di ogni famiglia. Dall’8 al 23 luglio anche cinque regioni a governo progressista, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia hanno, in progressione, presentato richiesta di referendum abrogativo per la legge nazionale 86 sull’autonomia differenziata, voluta dalla Lega, in particolare hanno presentato due quesiti: il quesito che intende abolire interamente la norma e l’altro per la modifica parziale. Massimo Villone è intervenuto con sue osservazioni sulla scelta operata dalle Regioni che sembra giustificarsi per la necessità di preservare una seconda opzione nel caso che la Consulta dovesse bocciare il quesito della cancellazione totale: “cui prodest avere un voto popolare che cancella solo alcuni limitati profili della legge e che quindi implicitamente la legittima per il resto?” e l’assenza nel testo del secondo quesito di un riferimento alla concretezza del finanziamento o erogazione delle prestazioni.

Per esplorare i pro e i contro di questa decisione relativa ai due quesiti presentati dalle Regioni abbiamo fatto qualche domanda allo scrittore ed ex sindaco di Genazzano Fabio Ascenzi, autore di “Autonomia o secessione?”, un testo molto articolato nell’analisi offerta della storia del regionalismo italiano non proprio lineare e della minaccia costituita per l’unità nazionale dalla legge Calderoli.L’autore, impegnato da un anno in tutto il Paese a spiegare ai cittadini quanti danni porta con sé la forma di autonomia differenziata approvata dal governo, e’ stato giá ospite a Caserta in un incontro pubblico per presentare il suo libro lo scorso 11 giugno su invito del comitato NoAD Caserta e del Coordinamento per la democrazia costituzionale.

 

Sul tema dell’ammissibilità del quesito proposto per l’abrogazione della legge Calderoli quali prospettive offre la giurisprudenza espressa dalla Corte costituzionale in questi ultimi anni?

 

Si sente dire che il Referendum non sarebbe esperibile poiché siamo in presenza di una legge necessaria e collegata al bilancio. Entrambe le obiezioni appaiono deboli. Essa è una normativa procedurale, voluta dal legislatore ma non richiesta dalla Costituzione per l’attuazione dell’art. 116 terzo comma, rappresentando quindi solo una delle molteplici modalità con cui si sarebbe potuto procedere; né la sua abrogazione sembrerebbe produrre un grave vuoto legislativo per l’assetto costituzionale dei poteri dello Stato. Ancora più forzata appare la pretesa immunità in quanto legge di bilancio, innanzitutto poiché chiaramente non lo è, eppoi perché neppure astuti collegamenti potrebbero farla configurare come tale dal momento che nello stesso articolato è più volte ribadita l’invarianza finanziaria, nonché l’assenza di nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Quali criticità possono allora rappresentare un ostacolo all’ammissibilità del quesito?

 

La normativa contiene argomenti così diversi che potrebbero indurre i giudici della Consulta a ravvisare una disomogeneità tale da ledere l’effettiva espressione della libertà di voto del cittadino-elettore, in quanto non sia distinguibile una matrice razionalmente unitaria delle norme sottoposte alla richiesta di abrogazione. Come dire, oltre al danno, pure la beffa! Proprio per questo motivo autorevoli studiosi, pur contrari all’intero impianto della legge Calderoli, stanno sostenendo la necessità di affiancare alla richiesta di Referendum per l’abrogazione totale anche alcuni quesiti di abrogazione parziale, potendo questi aggredire più facilmente parti omogenee della norma con minori rischi di inammissibilità. Una parte di ragione c’è, e alcune Regioni stanno procedendo in tal senso.

 

C’è chi esprime preoccupazione sull’ effetto “autogol” dell’eventuale ammissibilità del quesito di abrogazione parziale, ovvero quello di legittimare col voto popolare la legge Calderoli trattandosi di un semplice atto correttivo. Qual è la sua opinione?

 

Mi trovo a condividere le preoccupazioni di quanti ritengano che in questo modo si rischi di far passare il messaggio che la legge Calderoli sia nel suo complesso accettabile, bastando solo alcuni aggiustamenti per riportarla nell’alveo tracciato dalla Costituzione. Comunque, se l’obiettivo comune è quello di bloccare gli effetti della legge, totali o parziali che siano, forse vale la pena schierare tutti gli strumenti utili al raggiungimento dello scopo. A cominciare dai ricorsi in via principale esperibili dalle Regioni alla Corte costituzionale, che potrebbero rivelarsi ancora più efficaci nel merito, a prescindere di come andrà a finire la battaglia referendaria che vale comunque la pena di essere combattuta.

 

Segnaliamo intanto che e’ finalmente possibile sottoscrivere il referendum sull’Autonomia differenziata anche online. Da ieri è infatti attiva la piattaforma pubblica e gratuita che lo consente. Vi si può accedere sia attraverso il sito del comitato referendario sia direttamente dalla piattaforma.

Il link: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open

Al momento che scriviamo questo articolo sono già state superate le 100000 firme, dopo 24 ore dall’attivazione della piattaforma. Un messaggio  questo a tutti i cittadini preoccupati per questa riforma che ha profondi risvolti sociali per tutti e a tutti i cittadini che non lo sono preoccupati, ma solo perché non sufficientemente informati.

L’articolo Referendum autonomia differenziata per abrogazione totale o parziale: un focus con un’ intervista a Fabio Ascenzi proviene da BelvedereNews.

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