POLITICA, COMPLOTTI E DISINFORMAZIONE
di Pietro Salvatori
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Newsletter del 18 luglio 2024
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Dopo l’attentato a Trump sono esplose le fantasie di complotto. Ma quella più sorprendente è nata a seguito della nomina di JD Vance alla vicepresidenza, causando un cortocircuito pazzesco nella bolla cospirazionista. Largo poi a BlueAnon, il complottismo che arriva da sinistra e che ancor più intossicherà il discorso pubblico. Infine la collezione d’alta moda primavera-estate
Questo è il quattordicesimo numero di Occam, la newsletter di Huffpost che ogni giovedì vi porta nella tana del Bianconiglio. Siete pronti?
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TRUMP HA SCELTO UN VICE CHE È UN GROSSO PROBLEMA PER I SUOI FAN COMPLOTTISTI
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“JD Vance è un corrotto e un venduto. Sua moglie è una protetta da Bill Gates”. Siamo solo agli albori di quella che potrebbe trasformarsi in una nuova narrazione distopica. Riguarda lo scrittore e senatore dell’Ohio che è stato scelto da Donald Trump come suo vice qualora venisse rieletto alla Casa Bianca, Vance. Oltre alle ovazioni e agli hurrà del mondo dei conservatori, che alla convention Milwaukee l’hanno issato sul podio quale star assoluta dell’happening dei Repubblicani, sottotraccia non tutto il mondo reazionario che fa riferimento alle narrazioni di Qanon (il coacervo di teorie complottiste che innervano la base dei sostenitori dell’ex presidente) ha preso bene l’indicazione di Vance come numero due.
Cari lettori di Occam come state? Fa caldo eh? Sotto il solleone torrido che ci ha investiti, negli ultimi giorni abbiamo assistito a uno di quei tornanti dell’attualità – forse della storia, chissà – in cui le narrazioni diversive e le teorie cospirazioniste escono dalla loro bolla e diventano argomento di dibattito da talk show e paginate dei giornali.
Il tentato assassinio di Trump ha generato immediatamente una serie infinita di speculazioni, che hanno da subito messo i propri semi e germogliato, e chissà dove e come si ramificheranno (ma dopotutto siamo qui per raccontarvelo, no?). Molti voi ne avranno già letto da molte parti, e per chi proprio si fosse perso tutto nell’ultima parte della newsletter c’è un robusto elenco di articoli di HuffPost che si sono occupati dell’argomento. Dalla trollata che ha issato agli onori delle cronache un controverso personaggio del mondo del tifo romanista quale sparatore di The Donald, alle più “serie” teorie del complotto alimentate anche da deputati Repubblicani al Congresso, riassumibili in poche parole con “È stato Biden a dare l’ordine”.
Ma siccome di tutto questo se ne è parlato in lungo e in largo e voi, attentissimi lettori, ne avrete già le tasche piene. E quindi proiettiamoci tutti insieme verso il prossimo buco nero di cospirazioni che si sta addensando all’orizzonte.
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JD Vance subito dopo esser stato indicato da Trump come suo vice
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La shit storm su Usha Chilukuri, la moglie immigrata, indù e progressista di Vance
La protagonista suo malgrado di questi germogli di gramigna è Usha Chilukuri, conosciuta dai più come Usha Vance. Se il marito JD è tutto quello che il mondo MAGA adora – maschio bianco americano, origini operaie, grande storia di riscatto, democratico convertito sulla via di Mar-a-Lago al verbo del trumpismo – nella grammatica sghemba di Qanon la povera Usha rappresenta tutto quel che i frequentatori dell’alt-right americana odiano.
È una figlia di immigrati indiani, è un’induista praticante, ha una brillante formazione nelle più prestigiose università del deep state, da Yale a Cambridge, ha sposato Vance con una cerimonia interreligiosa e non prettamente cristiana, risulta registrata come elettrice democratica fino al 2014 e ha lavorato per un importante studio legale della California che descrive la propria cultura aziendale come “radicalmente progressista”.
Quando Trump ha annunciato la nomina di Vance la folla di Milwaukee è esplosa. Poi sui soliti canali sono iniziati a fiorire post estremamente critici. “JD Vance è un corrotto e un venduto. Sua moglie è una protetta da Bill Gates”, ha detto su Truth l’account @theplqan, un nome che è già un manifesto complottista, incrociando un motto qanonista molto diffuso – “Trust the plan” – e l’onnipresente Q. Il post completo è un delirio di citazioni dell’agente Q e rimandi cabbalistici a nomi e numeri – per chi avesse voglia di perderci tempo è qui – ma la conclusione a cui arriva è inequivocabile.
“Usha è indù, stanno crescendo i loro figli come indù, gli indù NON credono in Gesù Cristo: è questo il futuro dei Repubblicani?”, si chiede sempre su Truth l’utente Make America Great Again. A corredo del post una foto di JD e Usha in abiti tradizionali indiani, la singola immagine più ricorrente in questi giorni in quel mondo, un modo per mettere alla berlina del suprematismo bianco e cristiano la coppia.
Citato Gates, non poteva mancare George Soros, tirato in ballo da @Jts123, che vede legami tra il magnate burattinaio del deep state e lo stesso Vance, chiosando: “Questi immigrati stranieri che salgono al potere saranno la rovina dell’America!”
Su X Nick Fuentes si chiede a proposito dei Vance “Ma che tipo di famiglia è mai questa”, mentre Tony Michaels si chiede provocatoriamente “chi è davvero questo ragazzo”. Jackson Hinkle, propagandista MAGA, ci va giù durissimo: “Israele e il deep state vincono ancora”.
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La foto di JD e Usha Vance in abiti tradizionali indù messa alla berlina dai complottisti
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Potremmo andare avanti a lungo ma il senso è piuttosto chiaro. La scelta di Vance è stata descritta come un occhio strizzato alla base dura e pura del partito, la sua figura come un acceleratore mediatico delle opinioni di Trump, anche quelle più controverse. Ma è indubbio che il semplice fatto che la moglie sia un’indiana indù sta creando un cortocircuito non indifferente nella base complottista che sostiene il tycoon.
C’è anche da dire che tutte le contraddizione che via via si sono presentate sulla strada della caotica narrazione di Qanon sono state riassorbite da un mix fideistico (“Trust the plan!”, credi nel piano) e contorto inglobamento delle possibili confutazioni nel complotto stesso. Trump alla Casa Bianca non ha deportato milioni di immigrati e incarcerato Hillary Clinton? “Sta combattendo una guerra segreta con il deep-state, l’ha già fatto ma non può dirvelo, la Clinton che vedete in giro è una sosia, trust the plan!”. Vedremo se anche con Usha Vance andrà così, ma se avessimo un euro, anzi, un dollaro, lo punteremmo su questo.
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Uno dei più contorti post contro Usha Vance da un sostenitore di QAnon
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Se la cospirazione arriva da sinistra: ecco a voi BlueAnon
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Sono passati poco più di tre giorni, ma gli effetti dell’attentato a Trump sul dibattito pubblico già si stanno facendo sentire. E non promettono nulla di buono per i mesi e per gli anni futuri.
BlueAnon è la bolla cospirazionista vicina ai Democratici, attiva da quasi dieci anni ma che dopo l’attentato al tycoon ha preso inaspettatamente forza. Una pianta maligna di cui oggi stiamo vedendo solo i primi germogli.
Martedì su HuffPost abbiamo parlato a lungo di questo nuovo e per certi versi sorprendente fenomeno. BAnon esiste da un po’ di tempo, il cospirazionismo liberal non è una novità di oggi. Ma fino a qualche giorno fa la nicchia che occupava era veramente irrisoria, il peso sul dibattito pubblico molto scarso.
L’attentato a Trump ha cambiato tutto e, a meno che quel mondo di riferimento non trovi gli anticorpi per neutralizzarla, BlueAnon probabilmente condizionerà i prossimi mesi, rendendo il flusso di informazioni e il confronto tra idee ancora più torbido e intossicato di quanto non lo sia già.
Il giorno dopo le fucilate a Trump, il giornale online Semafor ha pubblicato una mail di Dmitri Mehlhorn. Un nome che difficilmente vi dirà qualcosa, ma basti pensare che è consigliere politico del super finanziatore dei Democratici Reid Hoffman, fondatore di Linkedin, uno dei canali di soldi più redditizio per la campagna di Joe Biden. Mehlhorn ha scritto una mail a sostenitori e amici, sostenendo di fatto una fantasia di complotto:
Bisogna considerare la “possibilità, che sembra orribile, aliena e assurda in America, ma è piuttosto comune a livello globale, è che questa “sparatoria” sia stata incoraggiata e forse persino messa in scena in modo che Trump potesse ottenere le foto e trarre vantaggio dalla reazione. Questa è una classica tattica russa, come quando Putin uccise 300 civili nel 1999 e diede la colpa ai terroristi per cavalcare la reazione e arrivare al potere. Altri che hanno abbracciato questa tattica di commettere pura malvagità e poi trarre vantaggio dalla reazione includono Hamas il 7 ottobre. Se qualche funzionario di Trump ha incoraggiato o era a conoscenza di questo attacco, è moralmente orribile e i repubblicani di buona fede devono chiedere che Trump si dimetta perché inadatto“.
Insomma, Trump avrebbe inscenato una elaboratissima pièce teatrale per farsi sparare, essere mancato di un soffio, sacrificare il cecchino e ipotecare così la propria vittoria alle elezioni di novembre.
Travolto dalle critiche Mehlorn si è scusato, ma non è stato l’unico a sostenere complotti “liberal”, da cui il nome BlueAnon, dal colore blu che identifica i Democratici negli Stati Uniti.
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Dmitri Mehlhorn, consigliere politico Democratico
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Poco prima del disastroso dibattito televisivo tra Biden e Trump, il mondo di Qanon ha sostenuto che il presidente in carica avrebbe fatto uso di droghe per mantenersi lucido, “pomparsi” e risultare performante.
Incredibilmente la stessa teoria è stata ripresa anche da BlueAnon, solo con una lettura capovolta: Biden era stato drogato per farlo sembrare rimbambito durante il dibattito. Dopo gli spari nella contea di Butler, la bolla di BlueAnon ha sostenuto che Trump si è tagliato l’orecchio con un rasoio nascosto, o ha fatto scoppiare una capsula di sangue, o si è procurato in qualche modo finta ferita da arma da fuoco per rendere più verosimile la messinscena.
Il giornalista conservatore David Harsanyi ha scritto un libro che uscirà il prossimo 19 novembre, appena dopo le elezioni, dal titolo “The rise of Blue Anon – Come i democratici sono diventati un partito complottista”.
Probabilmente non tutti i democratici, e non con il livello di pervasività che ha reso il movimento trumpiano inscindibile da Qanon (lo stesso tycoon lo ha definito “persone che amano il nostro paese”), ma il fenomeno nelle ultime ore ha raggiunto livelli mai visti prima. Karl Folk, un ricercatore indipendente che studia l’autoritarismo e la radicalizzazione, ha affermato che questa “mentalità più cospirativa è diventata più pronunciata nei circoli liberali negli ultimi otto mesi“, ha scritto il Washington Post. “Quello che stiamo vedendo ora è che entrambi i partiti politici negli Stati Uniti mostrano segni di accresciuto cospirazionismo“, ha aggiunto Imran Ahmed, fondatore e amministratore delegato del Center for Countering Digital Hate. “Le teorie del complotto forniscono una storia facile che le persone possono raccontarsi e che dà loro una ragione per non confrontarsi con la realtà così com’è“.
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La copertina del libro “The Rise Of Blue Nation”, in uscita a novembre
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Alla convention Repubblicana di Milwaukee più di un delegato si è presentato con l’orecchio bendato come quello di Trump, in una sorta di assurda gara a chi avesse la benda più grossa.
Potrebbe diventare una sorta di tacito simbolo di riconoscimento tra aderenti al movimento MAGA, perché no, o magari una nuova moda dell’estate, ma quest’ultima cosa tenderemmo a escluderla.
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La collezione MAGA primavera-estate
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Dicevamo in apertura che del mondo complottista di estrema destra scatenato dopo gli spari abbiamo scritto ampiamente su HuffPost, in una serie di articoli che vi consiglio di non perdere:
– “Not Today, Deep State!”. I complottisti Usa non hanno dubbi su chi abbia armato la mano che ha sparato a Trump. Il Washington Post ha esaminato diversi account di esponenti della sinistra che hanno lanciato l’allarme e hanno parlato di una “False Flag operation”. Ne ha scritto Adele Sarno QUI.
– La pazzesca storia di un tifoso della Roma ritenuto il killer dai supporter di Trump. Marco Violi, animatore del sito “Roma Giallorossa”, è diventato sui social “Mark Violets”. Le sue foto diffuse dai propagandisti Maga: “È lui che ha sparato”. È forse la storia più assurda tra tutte quelle emerse negli ultimi giorni, e per questo probabilmente anche la più innocua. La trovate QUI.
– I millimetri, ma anche le fake news, possono cambiare la traiettoria della Storia. Abbassare la temperatura è il messaggio che trapela da Trump e da Biden dopo l’attentato di Bethel Park. Eppure anche quanto emerso subito dopo gli spari conferma i timori che una narrazione dannosa e falsa possa diffondersi ancora di più, incendiando un’America profondamente divisa. Pezzo imperdibile di John Fiegener.
– “C’è un complotto dell’Iran per uccidere Trump”. La Cnn ha riportato la notizia raccontata da una fonte anonima. In seguito agli avvertimenti, i servizi segreti avrebbero aumentato la sicurezza del tycoon. Ma non c’è un nesso con il folle gesto di Thomas Matthew Croocks.
– Come la rete Spamouflage prova a delegittimare sia Trump che Biden. L’uso dei bot per diffondere contenuti falsi o fuorvianti è particolarmente insidioso, come dimostra la rete che promuove contenuti pro-Cina e anti-Usa, allineandosi con le posizioni del Partito Comunista Cinese. Democrazie a rischio tra fake news e malware. Ne ha scritto Pierguido Iezzi sul suo blog.
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A giovedì prossimo!
Per questa settimana Occam finisce qui. Se siete tra gli eroici arrivati fino a questo punto, sappiate che è possibile recuperare le puntate precedenti – che la domenica escono sotto forma di articolo – su questa pagina.
Se avete domande, dubbi, suggerimenti, o se semplicemente volete mandare un sempre graditissimo feedback (grazie a chi ci ha scritto la scorsa settimana!), l’indirizzo è sempre lo stesso: pietro.salvatori@huffpost.it
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