LE PAROLE DI OGGI: VETERANO E LEZIOSO
Veterano
ve-te-rà-no
SIGNIFICATO Soldato romano che ha prestato il servizio militare per un certo numero di anni ed è congedato con onore; chi ha prestato per molti anni servizio militare; chi ha svolto a lungo un’attività o una professione, o ha frequentato un luogo, maturando una particolare esperienza
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino veteranus ‘vecchio, anziano’, da vetus ‘vecchio’.
- «Ti consiglio io che cosa ordinare di antipasto, sono un veterano.»
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
Al solito abbiamo l’ambizione irragionevole di sapere di preciso di che cosa stiamo parlando — ma parlando di parole sappiamo che dobbiamo scendere a compromessi, cercando non un fatto storico, ma il distillato di un’idea storica, la consuetudine di un concetto.
Infatti magari abbiamo la nozione, non troppo circostanziata, che citando il veterano, o il veteranus, si parli di un soldato dell’antico esercito romano, e in particolare di un soldato che ha prestato servizio a lungo, visto che alla lettera parliamo di qualità e sostanza del ‘vecchio’… Ma ecco, l’esperienza bellicosa di Roma inizia con la vanga di Romolo che cala su Remo e (forse) finisce col medioevo, un lasso di tempo che è quello che separa noi da Carlo Magno e insomma, non permette troppe generalizzazioni.
La figura del militare di professione prende corpo a mano a mano che Roma si versa nel mestiere della guerra e che le ambizioni la portano fuori dal cortile di casa — e alcune circostanze, come la durata del servizio e TFR per congedi onorevoli mutano in maniera sensibile. Ad esempio il periodo del servizio si prolunga in momenti guerreschi (diciamo particolarmente guerreschi), e per prendere un caso concreto sotto Augusto abbiamo dei veterani propriamente detti che non sono solo soldati di grande esperienza perché nell’ultima fase del proprio periodo sotto le armi, ma soldati già congedati che fungono da riservisti ancora per qualche anno. D’altro canto i veterani, lungo la storia romana, furono anche gratificati con terre in nuovi insediamenti in qualità di coloni; durante la Guerra civile fra Silla e Mario era entrata in uso apprezzato la pratica di confiscare terre e redistribuirle ai soldati, e l’assegnazione di terre rimase per un certo periodo una remunerazione tipica per per chi fosse honesta missione dimissus — anche se in epoca più tarda rimase solo la ricompensa in denaro.
La nostra idea di veterano subisce un certo scollamento lungo la linea del servizio: ci sono casi in cui il veterano è ancora attivo e si distingue per esperienza, e casi in cui non pratica più e si distingue per inveterato onore. Sempre veterano è.
Quando oggi sentiamo parlare di un veterano di guerra ci figuriamo un signore âgé che si è distinto al fronte nel secolo scorso, ma potrebbe ancora essere nel fiore dell’età e semplicemente tornato da una missione lunga e di particolare impegno.
Fuori dall’ambito storico e militare questa linea di servizio è meno marcata, e quello del veterano resta più il profilo di chi ha svolto una professione o un’attività per molto tempo, o anche di chi ha frequentato a lungo un certo luogo, accumulando quindi una particolare esperienza.
Posso dire di essere un veterano di Roccella Ionica o di San Candido, l’amica professoressa che ha iniziato a spiegarci matematica quando eravamo al liceo insieme è ormai una veterana dell’insegnamento, l’avvocato veterano del tal foro ci racconterà vita morte e miracoli di qualunque persona passi dal palazzo di giustizia, mentre la zia che a briscola è una veterana sa quali carte hai nell’ultima mano e si intasca tutti i carichi.
Certo è una parola che conserva in evidenza la propria matrice militare, pur nell’indeterminatezza delle stratificazioni d’uso e negli esiti ancipiti; e però si è saputa spostare molto oltre, in ogni luogo e situazione in cui il lungo commercio dia, o si pretende che dia, abilità e conosce