Napoli – Mostra fotografica “La mia città è parola” a Santa Maria La Nova
Giovedì 11 luglio 2024, alle ore 19.00 al Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova a Napoli, inaugurazione della mostra fotografica di Gian Paolo Russo “La mia città è parola”. Al centro dell’esposizione, che sarà visitabile fino al 10 settembre, Napoli e i suoi paesaggi, dalle vedute iconiche alle prospettive più insolite. L’autore offre un racconto contemplativo della città, dove la presenza umana è marginale e i veri protagonisti sono i colori e le atmosfere sognanti. Ogni scatto cattura la bellezza inaspettata di una città in continuo cambiamento, capace di sorprendere e regalare emozioni diverse ogni giorno. “Ho scoperto la magia di osservare il mondo attraverso il mirino della macchina fotografica di mio padre quando ero bambino – afferma Gian Paolo Russo – ho viaggiato molto in tutti e cinque i continenti, rimanendo all’estero per periodi anche lunghi, ma ogni viaggio è sempre iniziato da Napoli e soprattutto è finito a Napoli. Mi sono sentito, e mi sento tuttora, un cittadino del mondo, ma oggi credo di avere una ragionevole consapevolezza e serenità nel dire che il mio luogo del cuore è questo. Napoli è la mia città, o almeno sono una particella del suo microcosmo e delle sue mille sfaccettature”. La mostra, curata da Giuseppe Reale, Direttore del Complesso di S. Maria La Nova, è allestita nel Cappellone di San Giacomo della Marca, un luogo ricco di arte e storia partenopea. Le dieci fotografie, stampate su alluminio, si integrano con l’ambiente, tra i marmi barocchi e gli affreschi di Massimo Stanzione e Luca Giordano. In ogni fotografia, Gian Paolo Russo crea luci di transizione, scattando principalmente all’alba. L’utilizzo di esposizioni lunghe crea talvolta scie di movimento che, paradossalmente, la fotografia cerca di congelare e altre volte ferma il tempo, rendendolo sospeso. Ciò che colpisce l’osservatore in ogni scatto è il colore: tinte vivide che variano dal blu intenso all’arancione, capaci di trasmettere un sentimento di pace e riconciliazione con il paesaggio circostante. Ecco l’isola di Capri incorniciata tra due palazzi di via Partenope, avvolta dalle prime luci dell’alba; il Castel dell’Ovo sospeso nel blu liquido di mare e cielo; il pontile di Bagnoli che sembra correre verso il tramonto e nuvole color porpora; e infine il Vesuvio tra asfalto, scie luminose e un cielo infuocato. “Gian Paolo Russo incrocia luoghi assolutamente abituali delle nostre strade e delle nostre piazze, di una fermata dell’autobus o di un celebre castello abbracciato dalle onde del mare, sottraendoli alla ripetizione della visione consueta, restituendoceli come un racconto, come una visione di sogno, come un dettaglio in cui il colore è luce e contrasto di ombre. Nei suoi scatti d’autore c’è il viaggio di un’istantanea, la consegna di un’emozione nascosta nella pelle, in cui immediatamente riconoscere luoghi che ci appartengono secondo una memoria condivisa, ma per poi trovare un racconto altro dai nostri stessi occhi e, nella nostalgia di un’inquadratura, vedere emergere un mondo altro, il mondo di Gian Paolo Russo che è proprio la sua timida e cortese condivisione di mondo. La sua fotografia non insegue il sensazionalismo, è una fotografia di pensieri, di rinvii del momento, è una fotografia che non cede alla moda della foto automatica a tutti i costi del mondo, ma che resta ancora un viaggio interiore” scrive Giuseppe Reale nel testo che accompagna l’esposizione.
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