Quiddità / Carattere necessario, sostanziale, da quid ‘che cosa’. «E in queste cinque ore spero di essere riuscito a rendere la quiddità dell’opera.»
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Quiddità
quid-di-tà
SIGNIFICATO Carattere necessario, sostanziale
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino medievale quidditas, da quid ‘che cosa’.
- «E in queste cinque ore spero di essere riuscito a rendere la quiddità dell’opera.»
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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Non sono poche le trovate lessicali della filosofia medievale che ci portiamo dietro. Alcune sono correnti quanto il ‘fare dei distinguo’, altre sono più ricercate ma comunque comuni, come introdurre una conclusione con ‘ergo’, o chiamare ‘summa’ una raccolta sistematica, altre sono ancor più fini — ma c’è da notare subito una cosa.
Per quanto la filosofia medievale possa parere distante e poco accessibile, volenti o nolenti è uno dei fondamenti del nostro pensiero — in un modo più profondo di quanto potremmo credere. Il modo stesso che abbiamo di categorizzare e articolare realtà e proposizioni, quello più presupposto e spiccio, è largamente plasmato dalla filosofia scolastica, cioè dalla digestione del pensiero razionale aristotelico nella dottrina cattolica. Questo significa anche — ed è quello che più ci interessa qui per farci rassicurare — che tanti dei suoi termini finiscono per essere ben più accessibili di quanto si direbbe di primo acchito.
Quiddità è un latinismo salatissimo, derivato direttamente da quid, un pronome interrogativo, cioè un ‘che cosa’ che però può anche avere valore indefinito, cioè di ‘qualcosa’. E in realtà questo quid non è che ci sia alieno, è un latinismo crudo che in discorsi abbastanza sostenuti possiamo usare ad esempio per indicare giusto qualcosa di indefinito, non lontano dal non-so-che: nel film c’è un quid che non mi convince, il nuovo piatto ha un quid interessante. Ma non solo.
Il quid è il punto, l’essenza, potremmo anche dire la ragione — e questo è il significato intorno a cui si sviluppa la quiddità.
È un carattere necessario, sostanziale. Questa pietanza viene cucinata da milioni di persone, ma quella della nonna aveva una quiddità che non abbiamo mai più ritrovato. Classifico un libro nel genere fantasy e non fantascientifico perché non manifesta la quiddità di questo genere, nonostante le apparenze d’ambientazione. Posso comprare a minor prezzo un vaso fatto a macchina, ma quello modellato a mano conserva una quiddità evidente, in cui l’imperfezione è organicamente inclusa nell’arte.
Questo è un significato che conosciamo bene come importante: quando spingiamo il nostro pensiero sopra al solito, non è strano che ci capiti di farlo per cercare d’intendere essenze, qualità nucleari delle cose del mondo, e delle persone.
La quiddità, sotto alla maschera del latino, dispiega questo concetto con l’immediatezza di una checosità, qualcosità — forte nel concepire il che caratteristico che sostanzia un filo del mondo.
Certo è una parola per discorsi che intendono volare abbastanza in alto, e in cui si abbia la tranquillità di intendersi senza problemi. Ma riesce ad avere un nitore e una chiarezza che le ambiguità aperte dall’essenza e dalla sostanza non offrono allo stesso modo, su un piano che si stacca da noccioli e succhi. E oltretutto ha un suono simpaticissimo!