In attesa delle elezioni europee, di eventuali nuovi ordini dalle direzioni dei partiti o di evoluzioni giuridiche e alleggerimento delle misure cautelari disposte nei confronti di Giovanni Toti, la maggioranza in Regione Liguria ha confermato la fiducia al presidente, sospeso e accusato di corruzione, voto di scambio e falso.

Saldi sulle loro poltrone, i nove eletti della Lista Toti hanno raccolto la solidarietà della Lega e quella (più discreta) di Fratelli d’Italia e respinto compatti la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, che in Liguria vede uniti fin dal 2015 Pd, M5S e sinistra. “La posizione garantista della Giunta regionale trova fondamento nell’art. 27 della Costituzione e nel senso di responsabilità” dichiara in punta di diritto il presidente ad interim Alessandro Piana (Lega) al termine delle votazioni.

Fuori dall’aula la protesta di un gruppo di cittadini, come in tutti i precedenti consigli regionali del dopo Toti-gate, che hanno anche simbolicamente messo a terra 74 paia di scarpe, “come i 74mila euro che Spinelli ha dato a Toti in cambio di favori”, dentro (in funzione anti-contestazione) i posti per il pubblico occupati da sostenitori della lista Toti, tra cui la deputata Ilaria Cavo (non indagata). “Nonostante il clima creato da alcuni operatori della comunicazione pronti a una condanna mediatica preventiva, tramite linciaggio morale e politico – rilancia Piana – la Regione Liguria ha dimostrato di saper proseguire la sua attività e quella degli Enti coinvolti, senza alcuna sosta”.

Di tutt’altro avviso le opposizioni: “L’inchiesta è l’esito finale e la conferma del fallimento politico e democratico di tutto il centrodestra, bisogna chiudere questa brutta pagina e andare a nuove elezioni. Questa mozione di sfiducia – ha dichiarato il capogruppo Pd Luca Garibaldi – è stato un atto politico necessario, perché siamo di fronte a un centrodestra che ha perso completamente la capacità politica e di governo. L’inchiesta che ha colpito e decapitato questa Regione e il Porto, e che ha condizionato la capacità amministrativa del Comune di Genova è l’esito, che non sorprende, di un fallimento politico e gestionale di cui il centrodestra è causa da tempo”.