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Attualità

“Frociaggine”? Platinet assolve il Papa

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Papa di Roberto Alessi MowMag

Ricapitoliamo: il Papa, il nostro Papa Francesco, un uomo che mi piace e sostengo, ha nemici o persone stupide a lui molto vicino che parlano, e dato che non credo che uno stupido possa arrivare fino a lui, forse c’è chi gli è accanto e gli parla contro. Ma voglio anche dire subito che Bergoglio quel “frociag*ine” se lo poteva anche evitare. Come sappiamo, Roberto D’Agostino su Dagospia ha riportato l’espressione di Papa Francesco durante un incontro a porte chiuse (sottolineo a porte chiuse e quindi riservato) con i vescovi nell’aula vecchia del sinodo, poi ripreso da tutti i media, direi nessuno escluso, compreso Novella 2000. La sua raccomandazione era di non ammettere nei seminari seminaristi “troppo omosessuali”, così mi dicono, e qui è stato un po’ stravagante: c’è una gradazione nell’omosessualità come nei colori? Il Papa ha così spiegato: “Nei seminari c’è già ‘troppa frociaggine’”. Il termine è orrendo, però se riferissero il linguaggio di molti di noi in certe riunioni “a porte chiuse” i più meriterebbero l’ergastolo, come canta Blanco. Probabilmente il Papa intendeva dire che se un ragazzo possiede una forte e irrefrenabile inclinazione al sesso ed è palese che non voglia rimanere casto e puro è meglio non ammetterlo in seminario. Tradotto: se uno mette il sesso tra le sue priorità ed è omosessuale, vivere in un seminario in mezzo a soli uomini tra camere e docce comuni non è proprio il posto adatto dove prepararsi alla castità perenne e andrebbe a scapito dello studio, forse, ma non è detto (il sesso non ha mai fatto male allo studio). Ad ogni modo ho preferito chiedere un commento sulla questione a Mauro Coruzzi, un uomo intelligente, un intellettuale che sa perché conosce e ha vissuto (e spero per lui che lo viva ancora) l’argomento e che prima di manifestarsi, spinto da Maurizio Costanzo, come Mauro è stato poi per tutti la popolarissima Platinette. E a sorpresa, lui che per primo ha difeso i diritti di tutti, gay o etero, trans o no gender, ha difeso anche il Papa. “Sì, Bergoglio, Ego te absolvo a peccatis tuis, anzi per lui quel ‘frocia*gine’ peccato non è”.

“Il Papa è stato bacchettato in modo per me oltre misura ed è inaccettabile”, mi dice. Il Papa, ricordo, attraverso un portavoce della Santa sede, ha intorno alle polemiche sul termine “frociaggine”, ha fatto sapere che: “Non voleva esprimersi in termini omofobi. Nella Chiesa c’è spazio per tutti”. Ma continua Coruzzi: “Fu attaccato da alcuni anche quando disse ‘Chi sono io per giudicare un omosessuale?’ E ora lo attaccano per un termine proibito dalle vestali del politically correct, che, e userei un termine più colorito, ha rotto le scatole a tutti: il politically correct è diventato un sistema di censura vera e propria. Quelle persone che oggi condannano il Papa sono simili a quelle che hanno censurato la Dolce Vita di Fellini che faceva sfilare i preti gay in una scena esilarante del film”. Coruzzi è un fiume in piena. “Si sa che i seminari sono pieni di aspiranti sacerdotesse, ma oggi non si può più ora chiamare cose con loro, non è più possibile. Il Papa ha usato quel termine tra gente che credeva amica, come se sei io dicesse a un mio amico ‘Vecchio froci*ne’. Si dice, anche per ridere. Il decreto Zan, che non è passato, addirittura proponeva delle multe per chi avrebbe usato un linguaggio del genere”. Infatti avrebbero potuto multare il Papa. Ed è una follia, io non posso usare un linguaggio libero con gli amici?”. Il pensiero di Coruzzi non è il mio: c’è chi soffre per essere chiamato così, froc*o è una parola orrenda e per il bene che io ho per il Papa spero che non la usi mai più. “Ma non è nella parola il vero orrore, ma nel pensiero, nell’usarla come insulto”, conclude Coruzzi, “Anzi d’ora in poi, visto che l’ha usata il Papa, mi sento autorizzato a usare il termine frocio”. A Mauro Coruzzi piace esagerare come nei suoi trucchi quando faceva Platinette. “Scherzo, un po’ di provocazione non guasta: non voglio diventare conforme a questa tediosa invasione di finti moralisti che seguono un pensiero collettivo. Che alla fine è la negazione del pensiero stesso”. Roberto Alessi/

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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