Piana M. Verna. (Promesse di) lavoro in cambio del voto? gravi allusioni dal blog ‘Rinascita’
Riportiamo di seguito, pressoché testualmente, un articolo, all’apparenza molto preoccupante, ripreso dal blog “Rinascita Pianese” che, come sempre, se ne assume tutte le responsabilità anche relativamente alla sfilza di commenti conseguiti:
Il lavoro che non c’e’ o manca, interviene il politico di turno e subito lo trova ma… il primo articolo della nostra costituzione recita che “la Reppubblica Italiana si fonda sul lavoro”.
Questa dicitura detta nel nostro Dettato Costituzionale esprime uno dei concetti più nobili che appartiene ad ogni persona e cioè quello del LAVORO o meglio di LAVORARE.
Questo nobile concetto far si che l’individuo, con lo stare impegnato nello svolgere la propria attività lavorativa, si realizzi personalmente sia dal lato economico e sia da quello sociale.
Premesso ciò, in questo momento l’intera Europa si trova in piena campagna elettorale per il rinnovo dei membri del Parlamento ed anche noi italiani siamo chiamati ad esprimere il nostro voto. In Italia, accorpate alle elezioni europee, ci saranno anche quelle amministrative e cioè le elezioni che riguardano il rinnovo dei vari Consigli comunali.
Noi di Rinascita Pianese ripotiamo un discorso pervenutoci e pensiamo che sia un nostro lettore che afferma:
In questo contesto di cose si inserisce quella di una piccola comunità il “PAESELLO”. Nel cosiddetto “PAESELLO”, i preparativi a livello politici per il voto del voto del nove e del dieci giugno incominciano sei o sette mesi prima di questa data con varie riunioni e contro riunioni che non portano a nulla di concreto.
Se vogliamo, la preparazione a tutto questo è partita molto prima con l’ausilio di burattinaio incallito che doveva e si era prefissato l’eliminazione, sempre a livello politico, del primo cittadino dello stesso “PAESELLO”.
Ad una persona, partecipante alle varie riunioni, viene la brillante idea che è quella di coinvolgere, nel proprio progetto politico amministrativo, le giovani generazioni della stessa piccola comunità.
Tutto questo, appartiene a quei principii e concetti più nobili che possano esistano al mondo e cioè quello di dare ascolto ai giovani e non solo ma anche e soprattutto quello di coinvolgergli nelle varie attività lavorative e sociali affinché questi ultimi si realizzano e si responsabilizzano.
Queste ultime opportunità dette, realizzare e responsabilizzare, sono state date con una manovra ad uncino da questa persona. Molti mesi prima antecedenti alla campagna elettorale ‘a capitana incominciò a preparare la propria ascesa politica, indovinate come?
Sentendo o percependo che nel “PAESELLO” c’era una forte richiesta di LAVORO in particolar modo tra i giovani i quali furono avvicinati dalla ‘a capitana che, in varie occasione, assicurava loro che si fosse adoperata a trovare loro il POSTO LAVORO che a loro stessi mancava.
Tutto ciò, per un giovane di oggi e come fare un terno al lotto. Questo obbiettivo dei giovani, promesso dall’‘a capitana, si realizza anche, se vogliamo, con l’appoggio incondizionato di un ‘o direttore di un grosso gruppo imprenditoriale presente nello stesso “PAESELLO“.
Quest’ultimo, ‘o direttore essendo manager del grosso gruppo imprenditoriale si adopera affinché dei giovani, la maggior parte dei quali sono del “PAESELLO “, vengano assunti da alcune ditte esterne che in subappalto svolgono la loro attività nella grande azienda.
Fin qui, per i ragazzi il tutto andava a gonfie vele e realmente, grazie ‘a capitana e ‘o direttore, vedono realizzare il loro sogno quello di lavorare o meglio di aver avuto un posto di lavoro.
Il mese successivo alla loro assunzione i giovani notavano che l’importo della loro busta paga era molto basso rispetto alla mansione che effettivamente svolgevano nella grande industria e interpellavano i sindacati. Questi ultimi rispondono che la prima cosa da fare è quella che tutti i ragazzi dovevano prima iscriversi presso di loro e poi loro stessi potevano intervenire sulla questione.
Tutti i giovani assunti nelle due ditte si iscrivevano al sindacato ed anche i giovani paesellani. A questo punto, ci sono da dire due cose importanti, la prima è quella che c’è l’irritazione della ‘a capitana per l’iscrizione al sindacato dei giovani paesellani mentre la seconda è l’azione intrapresa dal sindacato in merito alla vicenda esposta dai giovani neoassunti.
Per quanto riguarda l’irritazione della ‘a capitana c’è da dire che lei si è recata presso le varie famiglie dei giovani paesellani addicendo “nun solo aggio fatte a modo ca vostro figlio è jute a faticare e vuje me trattate a chiste modo, me ata fa’ na cosa ata levare ‘a iscrizione ‘a mies e po’ ce penze ij a sistemar ‘a cosa”.
Molti giovani paesellani accettarono la proposta della ‘a capitana e quindi si cancellarono dal sindacato.
L’azione del sindacato ha portato alla scoperta del fatto che i giovani da contratto erano stati assunti con una mansione ma effettivamente svolgevano un’altra attività lavorativa.
Tutto ciò è stato fatto sia alle due ditte subappaltatrici e sia all’industria appaltante. Le tre ditte che si sarebbero immediatamente per risolvere il tutto con la mediazione incondizionata del sindacato che risultava l’unico difensore dei lavoratori in questione.
Tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi “assenti” o meglio poco “vigili” del ‘o direttore. Le trattative proseguono fino a che la ditta appaltante convoca tutte le parti presso la propria sede madre.
I vertici aziendali del colosso industriale hanno fatto un primo incontro a due con il sindacato a cui voleva in qualsiasi modo essere presente e partecipare ‘o direttore e che la presenza di quest’ultimo, anche se pure convocato, l’azienda non lo ha voluto nel modo più assoluto.
La decisione che scaturiva da questo incontro è che l’azienda in primis metteva a disposizione una congrua somma di soldi per mettere a posto dal lato economico il disagio subito dai lavoratori e che questi dovevano essere di nuovo assunti da un’altra ditta di subappalto, costituita ex novo, con un nuovo contratto che prevedesse la effettiva corrispondenza del lavoro tra quello scritto e quello effettivamente svolto all’interno della stessa grossa azienda.
Di seguito, i vertici aziendali hanno avuto, in sede separata, un incontro con ‘o direttore dello stabilimento paesellano nel quale quest’ultimo ha dovuto dare conto del proprio operato in questa vicenda.
Nell’incontro, i vertici aziendali hanno riferito al ‘o direttore che non sarebbe stato più impegnato presso lo stabilimento paesellano bensì in un altro stabilimento in riva a mare posseduto dalla grande azienda.
Poi, per quanto riguarda ‘a capitana, da una disfatta di questa portata paragonabile a quella di Napoleone, si è recata presso le famiglie dei giovani paesellani e sentite un po’ che cosa ha detto loro: tenite verute ca tenimme sistemato ‘a cosa e ve daranno chu’ assaji e ve daranno pure chille ca nun ve àveno rate.
Questo è il modo di fare politica della ‘a capitana in questo “PAESELLO”.
All’articolo, così concluso, segue una sfilza di commenti, rigorosamente anonimi, all’apparenza riconducibili agli interessi elettorali di ambo gli schieramenti, ma sui quali parrebbe opportuno far piena luce, se del caso anche giudiziaria.
(Fonte: https://rinascitapianese.blogspot.com/2024/05/il-lavoro-che-non-ce-o-manca-intervieni.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR0R7SgifN1Jf72R3ho6NNFN-ve1CBu3UB9bKXTij8Pmxg5cnVSFzAGVWwE_aem_AUhc7VjwZvpgmof4DzSulXFqMDMI2jgDwj11f8LW2TPLEabVBGhB0uVAmucWTFPQdluDpXgEr1dKe7BH6z1HGzGE#more – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)