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Attualità

Processi su firme false e voto di scambio ma per Schlein Cassino “è un esempio”

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BASSO LAZIO – Il sindaco cerca la riconferma, ma i dem sono stati sporcati da due inchieste

DI TOMMASO RODANO

14 APRILE 2024

Se Cassino avesse il mare sarebbe una piccola Bari. Almeno per il Pd: le vicissitudini della classe politica locale somigliano (in miniatura) a quelle pugliesi o piemontesi.

Si vota a giugno anche nel comune laziale (35mila abitanti in provincia di Frosinone, ai piedi della magnifica abbazia di Montecassino), una città che per Elly Schlein rappresenta un fiore all’occhiello delle virtù degli amministratori dem. “Cassino deve essere un esempio per tutti gli altri territori”, ha detto la segretaria lo scorso 27 gennaio, giornata della Memoria, nel corso di un evento a sostegno del sindaco Ezio Salera, che corre per la riconferma. “Hai lavorato bene”, ha confermato al primo cittadino durante una passeggiata in centro, “siamo tutti al tuo fianco”.

Le parole di Schlein vanno rilette a fianco di una sua dichiarazione più recente: “La linea del Partito democratico è molto chiara, non accettiamo voti sporchi”.

A Cassino questa premessa è piuttosto fragile. Le elezioni che hanno portato Salera prima al ballottaggio e poi alla vittoria nelle comunali del 2019 hanno avuto una scia polemica che prosegue nelle aule dei tribunali (anche se il sindaco e la sua giunta sono estranei ai fatti).

I problemi iniziano nel 2020: a un anno dalle elezioni una donna si sfoga in un video su Tanfuk, un canale YouTube che si occupa di politica locale. All’inizio è tutto anonimo: sostiene che un candidato del Pd le avrebbe promesso un posto di lavoro se lei l’avesse aiutato a ottenere un congruo numero di preferenze. La denunciante è Valentina Colella, il denunciato è Tommaso Marrocco, sono tutti e due candidati con il Pd. Marrocco è stato eletto, Colella no: dopo le rivelazioni della donna, il consigliere viene indagato e poi va a processo (in corso) per voto di scambio.

Non è l’unico guaio che ha tormentato il lavoro della giunta dem negli ultimi cinque anni: proprio a partire dalla prima indagine, la magistratura ha aperto un secondo filone. Ai pm non tornano i conti sulle firme presentate a sostegno della lista del Pd: ci sarebbero almeno 47 contrassegni illegali. Per questo motivo, con l’ipotesi di falso ideologico, finisce a processo l’ex consigliera provinciale dem Alessandra Sardellitti – “in qualità di pubblico ufficiale addetto all’autenticazione delle firme” – insieme all’imprenditore Gianni Argentino e a Salvatore Luciano, un altro candidato del Pd non eletto in consiglio. Entrambi i processi sono in corso, senza alcuna conseguenza sulla tenuta della consiliatura, né sulla candidatura del sindaco Salera – mai coinvolto nelle indagini – secondo cui Marrocco sarebbe vittima di un ricatto.

Non c’è un bel clima a Cassino e dintorni, nonostante gli apprezzamenti della segretaria Schlein. E non solo a sinistra. La Lega ha il suo sindaco di Pontecorvo, Anselmo Rotondo, accusato di corruzione. Quest’estate poi dovrebbe andare a sentenza il maxi processo “Welcome to Italy”, in cui sono imputati imprenditori vicini a Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, tutti a processo per associazione a delinquere.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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