Parlamento europeo: ‘focus’ della senatrice PD Valeria Valente sull’aborto e le migrazioni

Due passaggi importanti decisi dal Parlamento Europeo. Il primo condivisibile perché rafforza lo stato di diritto, le libertà e l’autodeterminazione delle donne, lanciando un messaggio chiaro sulla volontà politica di proteggere la loro salute, messa a rischio in paesi come l’Ungheria e la Polonia, cioè all’interno dei suoi stessi confini, dove da tempo è in corso una pesante azione di limitazione di questo diritto.

Il secondo che rappresenta, invece, un’occasione persa sul piano della solidarietà europea e del superamento della gestione fallimentare fin qui avuta del fenomeno strutturale delle migrazioni.

Il patto, che il PD non ha votato e che ha spaccato la maggioranza di governo italiana, è una torsione verso quella che Romano Prodi ha definito una “Interpol sull’immigrazione”.

L’accordo infatti non solo tradisce l’obiettivo della solidarietà europea, continuando a lasciare soli i paesi di primo approdo come il nostro, ma di fatto favorisce una serie di rischi sul piano del rispetto dei diritti umani, colpendo in particolare donne bambini, e indebolendo il diritto d’asilo, spingendosi a trasformare in regola il trattenimento dei migranti e prospettando la detenzione di fatto alle frontiere perfino delle famiglie con i minori.

Un’Europa dalla doppia anima, dunque, che ancora una volta molto ci dice sull’importanza del prossimo appuntamento elettorale di giugno, perché si apra una nuova stagione per una svolta vera dell’Unione, perché sia sempre più quella sognata a Ventotene, quella della solidarietà e dei diritti, della tutela dei più fragili e più esposti.

Quella che abbiamo visto oggi votare, a Bruxelles, non certo quella di ieri.