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*Caserta, mala tempora…* di Vincenzo D’Anna*

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*Caserta, mala tempora…* di Vincenzo D’Anna*

Non so quanti siano i Casertani che hanno avuto modo di visionare la classifica sulla vivibilità meteorologica dei capoluoghi italiani pubblicata da “Il Sole Ventiquattrore”. Ebbene, secondo quella graduatoria, Bari è la città del Belpaese dove si vive meglio. Caserta invece è buon fanalino di coda, ventottesima, con un aumento della temperatura media di circa due gradi centigradi. Ora, già la capitale di “Terra di lavoro” naviga tra gli ultimi borghi dello Stivale quanto a vivibilità sociale (leggi: servizi pubblici, infrastrutture, livelli occupazionali, investimenti economici). E’ proprio il caso di dire che…ci mancava pure il meteo a condannare quella che negli anni ’70 del secolo scorso era considerata la “piccola Brianza” del Sud!! Ebbene sì: il tempo ha eroso quelle virtuose condizioni sociali, economiche, politiche ed amministrative portandoci nel più basso dei livelli di vivibilità e, purtroppo, anche nella classifica ambientale. Non bastava il deprezzamento di appartenere alla “Terra dei Fuochi” ossia a quel contesto degradato ed inquinato dalla dispersione nell’aria e nel suolo di sostanze chimiche e biologiche che, una volta bruciate, appestano l’ambiente. A fronte di ciò, nessuno se n’è curato più di tanto tra i nostri politici ed amministratori: non un centimetro quadrato di suolo è stato bonificato; nessuna rilevazione organica o mappatura è stata fatta sulla tipologia degli inquinanti da parte dell’Arpac, dei dipartimenti universitari, dell’Azienda Sanitaria Locale, delle strutture all’uopo dedicate che operano nei Comuni e nell’amministrazione provinciale. Un’incuria, un atteggiamento “criminoide”, che lascia le popolazioni in balìa di quell’insidia che la scienza moderna definisce epigenetica, ossia la capacità che gli inquinanti ambientali hanno di modificare l’espressione dei geni del nostro DNA e dei processi biochimici cellulari posti alla base di patologie mortali come il cancro, le malattie autoimmuni, gli effetti deteriori sul metabolismo e gli organi del corpo umano. Solo da qualche anno la Regione Campania ha creato il registro delle malattie tumorali, ma quei dati – di cui solo pochi conoscono la reale dimensione – si conservano negli uffici. Insomma: siamo al cospetto di una tara silente che falcidia gli esseri umani e che si sovrapporrà ancora di più, in futuro, sul determinismo di quelle gravi patologie. Tuttavia il nostro governatore Vincenzo De Luca mena vanto di non volere altri impianti di termo-distruzione dei rifiuti per preservare la salute della popolazione, come se questi presidi fossero i veri responsabili dell’inquinamento e non dei luoghi ove i parametri ambientali sono periodicamente rilevati e controllati. Insomma siamo all’etica populista ed ignorante, ai proclami senza costrutto che vanno nella direzione contraria agli interessi delle popolazioni. La sanità regionale costa circa undici miliardi di euro ogni anno ed in questa colossale cifra non si trovano risorse per procedere agli screening necessari per determinare lo stato tossico dentro le enclavi “contaminate”: basterebbe un semplice esame mineralometrico del capello sui ragazzi in età scolare per individuare le insidie silenti del danno epigenetico ambientale. Test che avrebbero un costo di pochi euro ma che rappresentano la salvaguardia della salute, in una popolazione giovanile nella quale, per accumulo di metalli pesanti, prodotti di combustione della plastica e degrado di agenti biologici, oltre il sessanta percento di quegli stessi giovani diventa infertili!! I gameti maschili, negli ultimi trent’anni, si sono ridotti dell’ottanta percento così come in fortissimo incremento sono le infertilità femminili da endometriosi su base tossica. Ne avete mai sentito parlare? Ma se pensate che basti, siete fuori strada. La presenza di quegli elementi nocivi (ossia tossici per accumulo nel tempo) infatti, contamina acqua, aria e suolo e con essi le derrate agricole ed i prodotti alimentari che arrivano sulle nostre tavole. Uno scempio si perpetra nella comunità ove è nata la Dieta Mediterranea e la longevità da questa determinata. Anche di questo: ne avete mai sentito parlare? E questi ineffabili ignoranti eletti da un popolo tenuto all’oscuro di tutto, dediti al clientelismo ed all’opportunismo di chi non ha alcuno scrupolo a vendere il proprio voto, governano ignari e non curanti!! Se la temperatura a Caserta, la città del parco della Reggia, del più antico orto botanico al mondo, della tenuta borbonica del bosco di San Silvestro, sale più che in ogni altra parte d’Italia, sarà pur dovuto a qualcosa!! Le cave continuano a scavare montagne ed a radere la vegetazione, col beneplacito di tutti; il verde pubblico cede il passo all’espansione urbana, il traffico soffoca la città. Mala tempora currunt (cattivi tempi corrono) dicevano gli antichi che poi aggiungevano et priora parantur (e di peggio ne arrivano). Forse pensavano a Caserta…

*già parlamentare

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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