Visita ai mercatini di Natale, nella Pompei del 900.
Il natale si avvicina e spuntano più che i funghi, nuovi mercatini natalizi, organizzati in ogni dove, oggi vi vogliamo parlare di un mercatino particolare per la sua ubicazione, ma, soprattutto per la sua singolare collocazione geografica e urbanistica.
Vi raccontiamo del Natale al Castello dell’Ettore, che domina tutto l’antico centro storico di Apice in provincia di Benevento, normalmente sede di Biblioteca.
In questo meraviglioso Castello, gli apicesi si sono inventati un natale sullo sfondo di una sovrapposizione storica normanna e longobarda, che ha caratterizzato comunque la storia e le origini di questi luoghi.
Una gita in un posto a noi casertani poco noto, capace però di trasmettere tutta l’energia della festa natalizia, con le luminarie e gli addobbi presenti sulle varie piazzeforti del castello, il mangiatore di fuoco, la spada nella roccia, il laboratorio di mago Merlino, la piazza dei longobardi e per la curiosità di adulti e bambini il cappello parlante di Harry Potter. Inoltre, la casa di Babbo Natale, molto suggestiva e ricreata in una sala interna della torre, non mancano ovviamente le classiche esposizioni natalizie molte con riferimento alle Janare e alle streghe beneventane o le attività di somministrazione e di vendita dei prodotti del territorio. L’accesso al paese di Apice vecchio, sede del Castello è reso agevole da un ottimo servizio di navette, che consentono di lasciare le auto nel paese di Apice e accedere all’atmosfera natalizia, comodamente seduti in autobus che si arrampicano sul promontorio sede dei mercatini. I percorsi del castello, molto ben organizzati, consentono di vivere comodamente le sale in pietra contaminate in punta di piedi dalla magia del Natale.Una serata molto particolare vissuta in un ambiente a tema natalizio e conclusa ottimamente a tavola in una delle tante attività presenti nel territorio.
La storia e le origini della Pompei del 900.
Apice è un paese collinare della provincia di Benevento, il cui territorio si estende tra le valli dei fiumi Calore, Ufita e Miscano e racchiuso dalle circostanti colline, con l’altitudine minima di 147 metri e la massima di 632. La natura geologica del suolo è argillosa con venature di arenaria, ben si presta alla produzione di uva, il territorio confina infatti con la zona di produzione del Taurasi avellinese. Un tempo anche grande produttore di grano, che alimentava i forni e sfamava la popolazione del Regno di Napoli.
Il centro abitato è posto su uno sperone collinare, ed il paese ha goduto negli anni di un fenomeno economico di notevole interesse, le fiere mensili, era, infatti terra di fiere per la sua posizione geografica accessibile dalle valli dei fiumi, che la circondano.
La zona è notevolmente esposta ai fenomeni sismici ed in seguito all’evento sismico del 1962 del VI e VII grado della Scala Mercalli il centro abitato fu abbandonato, su disposizione dei tecnici del Ministero dei Lavori Pubblici, che temendo ulteriori crolli, ne ordinarono l’evacuazione. L’ironia della sorte è che un terremoto ha salvato Apice Vecchia, lo ha fatto fermando il tempo alle 19,30 del 21 agosto 1962 il borgo disabitato, conserva un particolare fascino ed è definito la Pompei del ‘900, dominato solo dall’imponenza del castello.
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