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“Immischiati, non rassegnati”. De Palo: “La partecipazione e la cittadinanza riguardano tutti”

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Matteo Zuppi, Fabio Rosini, Beatrice Fazi, Luigi Maria Epicoco, Giovanni Scifoni, Paolo Benanti, Alberto Ravagnani. Sono i nomi che compaiono, senza titoli e senza ruoli nella Chiesa o nella società, nella locandina di “Immischiati, non rassegnati”, l’evento che si terrà a Roma sabato 16 dicembre, al Centro congressi Angelicum a partire dalle ore 9. Non si tratta di un errore nella locandina aver saltato titoli e ruoli come spiega al Sir il “regista” dell’evento, Gigi De Palo. “La partecipazione e la cittadinanza riguardano tutti”, ci spiega. Infatti, il progetto “Immischiati” è nato un anno e mezzo fa e “fondamentalmente l’obiettivo non è creare un contenitore politico, ma creare la qualità della partecipazione e della cittadinanza delle persone”. “Immischiati” è un format che nasce oltre 10 anni fa grazie alla riflessione all’interno della “Fondazione per la natalità” e dell’Associazione “OL3 né indignati né rassegnati”. L’obiettivo del percorso, che da settembre 2022 propone dei video corsi, webinar, podcast e dispense, è quello di portare un “primo annuncio” di Dottrina sociale della Chiesa a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che cercano, spesso invano, una chiave di lettura sulla realtà, che sia radicata nella tradizione della Chiesa, ma che vada oltre le divisioni ideologiche ormai superate e, spesso, limitanti. Chiediamo a Gigi De Palo di illustrarci l’evento di Roma e come prosegue il progetto nel 2024.

(Foto: “Immischiati, non rassegnati”

Con l’evento di Roma si chiude un ciclo?
L’evento del 16 dicembre, da una parte, è un evento finale di un ciclo e, dall’altra, un evento iniziale: interrompe la fase esclusivamente on line e inizia una fase che dal digitale passa a quella “in carne e ossa”. Tengo a precisare che i corsi on line continuano, solo nell’ultimo mese abbiamo avuto 400 nuove iscrizioni, ma trasformiamo l’on line anche in on life. “Immischiati” non ha come obiettivo creare un contenitore politico, ma promuovere la qualità della partecipazione e della cittadinanza delle persone. Come si può fare questo? Creando occasioni di confronto e di formazione, quindi, oltre a dei video corti, abbiamo realizzato oltre 25 webinar, con esperti, tra i quali professori, imprenditori, sacerdoti, presidenti di associazioni, avvocati, giuristi. Questo tipo di incontri erano pensati per 500 persone, oggi siamo quasi 8mila. L’evento che si svolgerà a Roma è una conclusione di questa prima parte e il lancio della seconda fase.

Come sarà strutturato l’appuntamento del 16 dicembre?
Interverranno uomini e donne che hanno da dire cose interessanti, al di là del fatto di essere sacerdoti, cardinali, professori, attori. Non a caso, nella locandina, abbiamo tolto titoli e ruoli svolti – evidenzia De Palo -. Ad esempio, non scriviamo card. Matteo Zuppi o don Fabio Rosini, ma semplicemente Matteo Zuppi e Fabio Rosini. Vogliamo far capire che è una questione di cittadinanza, riguarda tutti, indipendentemente se sono sacerdoti o laici. Abbiamo invitato cittadini che hanno qualcosa da dire. Sarà un momento in cui rifletteremo sull’importanza del non rassegnarsi, in un momento in cui la sensazione è di girare a vuoto come una vite spanata, di avere sopra la testa problemi molto più grandi sui quali non si riesce ad incidere – guerre, crisi ambientali, pandemie –; invece, noi diciamo che si può fare qualcosa, siamo chiamati a non rassegnarci e non ci si rassegna immischiandosi. Tutte le riflessioni che saranno offerte durante l’evento del 16 dicembre avranno come filo conduttore questo invito a “immischiarsi”, a “non rassegnarsi”. Oltre alla presenza importante del card. Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, don Rosina farà tutto un discorso sull’importanza del non rassegnarsi e sull’etimologia della parola rassegnarsi. Don Luigi Maria Epicoco farà una riflessione su quanto è importante in questo tempo immischiarsi. Paolo Benenti ci parlerà delle nuove sfide. Don Alberto Ravagnani ci racconterà come anche il web e i social network siano un luogo dove provare a immischiarsi. Poi ci saranno testimonianze di Beatrice Fazi e Giovanni Scifoni che daranno il loro contributo. Sarà uno spettacolo che fa riflettere, in realtà non sarà una conferenza né uno spettacolo in senso stretto, è quello che io definisco infotainment, informazione e intrattenimento, dare contenuti in maniera divertente, faremo vedere anche video.

Dopo il 16 dicembre come prosegue il progetto?
Il 16 dicembre sarà anche l’occasione per raccontare la seconda parte del progetto di “Immischiati”. L’idea è di trasformare l’incontro che facciamo su Roma in un modello da ripetere in cinque città italiane, sul modello del Ted, un metodo di comunicazione che coinvolge delle persone in un teatro e poi le singole persone hanno alcuni minuti a disposizione per parlare dell’argomento scelto. Faremo una sorta di Ted su persona, bene comune, solidarietà, sussidiarietà e partecipazione, cinque incontri, in cinque città, dal Nord al Centro e al Sud Italia, su cinque pilastri della Dottrina sociale della Chiesa. Per ora l’unica notizia certa è che l’incontro sulla partecipazione sarà a Roma. Il nostro obiettivo è incontrare le persone in presenza e mettere in rete tutte quelle che hanno fatto la formazione on line in una determinata area: cioè vogliamo invitare le 8mila persone che hanno seguito la formazione on line a trovarsi e aiutarci a organizzare questi cinque eventi nelle cinque città italiane. Perché, come ha detto il Papa nel convegno ecclesiale di Firenze, il modo migliore per partecipare e promuovere il bene comune è lavorare gomito a gomito. Se le persone lavorano su un progetto insieme alla fine non ci sono divisioni. Queste ultime nascono quando rimaniamo sulla teoria. Lavorando gomito a gomito le persone si trovano.

In questo caso il comune denominatore è il Vangelo del sociale.

Cosa organizzerete durante il prossimo anno?
Nel 2024 ci saranno questi cinque eventi in cinque diverse città, poi chiederemo ai partecipanti di organizzare sulla falsariga di quegli incontri ulteriori appuntamenti nelle loro città di provenienza. A Roma per il 16 dicembre abbiamo invitato otto relatori di grande forza mediatica, ma interverranno anche alcune mamme che non abbiamo citato sulla locandina, prendendo un teatro da mille posti. Invitiamo le persone a fare cose analoghe a livello locale contestualizzate al loro territorio. L’anno prossimo l’obiettivo è di far parlare dei cinque pilastri del Vangelo sociale, incontrare gente nuova, coinvolgerla all’interno del percorso di “Immischiati”, attirare l’attenzione mediatica sul concetto di persona e provare a replicare queste iniziative a livello più capillare. Noi offriamo un format da replicare. In generale, l’obiettivo è mostrare che c’è partecipazione, c’è una società civile viva, che prova a riflettere e a interrogarsi, non c’è solo rassegnazione.

Il nostro stile è essere nel mondo ma non del mondo.

Come si parla di persona umana nel tuo territorio? Si coinvolgono le persone, anche quelle che non la pensano come noi, per fare una riflessione sulla dignità della persona umana: una persona è degna nella pancia della mamma come lo è su un barcone la vita dell’immigrato e viceversa.

Cosa si deve fare per partecipare all’evento di Roma
Per iscriversi all’evento all’Angelicum basta inquadrare il Qr code della locandina. Siamo a 1.200 persone iscritte e 150 in lista di attesa. Questo indica che c’è un desiderio di partecipazione e c’è fermento, a dispetto dei dati di astensionismo alle votazioni. Il 41% delle persone non vanno a votare, ma forse perché non si sentono rappresentate. Il progetto “Immischiati” l’abbiamo lanciato a ridosso delle elezioni di settembre 2022, proprio per far capire che non è vero che c’è un 41% degli aventi diritto al voto a cui non interessa, c’è un 41% che non si sente rappresentato.

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