Approvvigionamento idrico
Il nostro interesse nei confronti di questo argomento è dovuto per aver ascoltato e letto notizie su ciò che sta succedendo ai campi flegrei.
Non dimentichiamo che in seguito al terremoto del 23 novembre 1980, con magnitudo 7, si sono avute delle deviazioni dei corsi d’acqua sotterranei i quali hanno trovato sbocco altrove.
L’acqua è un elemento indispensabile alla vita dì tutti gli esseri viventi.
Serve all’uomo oltre che a dissetarsi, per usi vari, quelli di cucina, d’igiene, di costruzione, allevamento degli animali, irrigazione dei campi e mille altri usi. Fortunatamente l’acqua evaporando e precipitando sulla terra sotto forma di pioggia, neve, grandine, assicura lo svolgersi del ciclo di questa indispensabile sostanza.
L’acqua piovana viene raccolta in pozzi e cisterne e utilizzata per l’ irrigazione dei campi.
Con il progredire della civiltà e con la nascita e la crescita di grandi città, è sorto il problema dell’approvvigionamento idrico, risolto con grande opere di ingegneria idraulica.
I romani riuscirono a captare le acque del Serino, a 70 km da Napoli, costruendo un acquedotto i cui resti li possiamo ammirare ai Ponti Rossi. Con essa venne alimentata la famosa “Piscina mirabilis”, un serbatoio scavato nel tufo a Bacoli per l’approvvigionamento idrico della flotta da guerra romana. Nel 1600 fu costruito un acquedotto ad opera del Carmignano, nei pressi di S. Agata dei Goti. Il Sindaco Nicola Amore permise la costruzione della fontana a piazza Plebiscito in seguito alla tragedia del colera asiatico dovuta a cozze provenienti dalla Turchia. Prima però fu inaugurato il 10 maggio 1885 l’acquedotto del Serino. Dopo la guerra l’acquedotto viene municipalizzato.
Dando uno sguardo alla geografia idrica del massiccio carsico del Matese, studio importante ai fini dell’argomento trattato esso ha una forma ellittica e confina con la Campania e il Molise.
Il Matese è il fulcro dell’acquedotto campano. Le acque del Matese sono utilizzate anche per la produzione di energia elettrica dell’E.N.E.L. Le maggiori sorgenti del Matese sono quelle di Piedimonte d’Alife: il Torano e il Maretto.
Il Torano nelle sue acque ai tempi di Dante ospitava le trote. È stato un fiume peschereccio fino al Ventesimo secolo. Per l’idea di utilizzare l’acqua del Torano per dissetare la gente nel 1909 diveniva demaniale. Dopo la Seconda guerra mondiale si penso a rendere fattibile il progetto di cui sopra. Nel 1963 le acque del Torano vengono ufficialmente incanalate nell’acquedotto campano. Al Governo quel periodo c’erano Amintore Fanfani, Giovanni Leone, Giacinto Bosco. L’acquedotto campano è stato una grande opera idrica finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno. Le acque vengono captate: sul versante tirrenico, Torano e Maretto; sul versante Adriatico le sorgenti del Biferno. La sorgente Torano sgorga ai piedi del castello d’Alife a sinistra del vallone dell’Inferno: le acque riaffiorano in superficie da una parete calcarea dolomitica quasi verticale in una zona dove la roccia appare formata da strati tettonici intersecati da numerose fratture.
La sorgente Maretto è situata nei pressi della centrale idroelettrica dell’E.N.E.L. di Piedimonte d’Alife ad una quota di 175 metri circa. Le acque sgorgano in corrispondenza del fianco meridionale del monte Cila.
Il Biferno nasce poco a nord est dell’abitato di Boiano, laddove si riuniscono le acque sgorganti da tre gruppi sorgivi ben individuati che hanno in comune molteplici caratteristiche, tra le quali la situazione idrogeologica e la quota di sfioro. I gruppi sorgivi si chiamano Maiella, Pietracadute, Riofreddo. Ma le sorgenti del Serino insieme a quelle del Cassano Irpino, sono le più importanti dell’Italia meridionale.
Nel Serino ci sono tre nuclei sorgentizi: Acquaro Pelosi, Urcioli e Lago. L’area di alimentazione è molto vasta e si divide in tre zone, due delle quali sono ad alimentazione diretta, l’altra è di alimentazione indiretta. Le prime due per come sono posizionati i monti Pergola, Vellizzano, Terminio e la piana del Dragone formano una pendenza uniforme a granappoggio verso il Serino. Ciò fa si che le acque si raccolgono verso la valle del Serino. L’area di alimentazione indiretta delle sorgenti del Serino corrispondono a una gran parte del bacino della Piana del Dragone. Le acque di questo bacino si raccolgono quando piove sul fondo della piana formando un lago stagionale che viene smaltito attraverso l’inghiottitoio della Bocca del Dragone.
La funzione di garantire l’acqua potabile è dell’ azienda che prima era chiamata A.M.A.N. (Azienda Municipalizzata Acquedotto Napoli).
Essa si trasformerà in A.R.I.N. (Azienda Risorse Idriche Napoli).
In seguito diviene una società per azioni, con il Comune di Napoli azionista. Poi si trasformerà in azienda speciale con il nome di A.B.C. (Acqua Bene Comune) e viene istituito un comitato di sorveglianza con funzioni di controllo, di informazione sul servizio pubblico idrico.
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