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UNDICESIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA SICUREZZA

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  Sotto l’egida del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e con la partecipazione attiva e fattiva del neo Presidente nazionale Ing. Perrini e dell’ex Presidente, oggi coordinatore della rete della professioni tecniche Ing. Zambrano, e del Presidente dell’Ordine professionale degli Ingegneri di Caserta Ing. Carlo Raucci, si è svolto appunto l’undicesima giornata Nazionale dell’Ingegneria della sicurezza, nella prestigiosa sede, messa a disposizione dal Comune di Caserta, nella persona del Sindaco Dott. Carlo Marino.

Una giornata intensa di studio e di presentazione dei risultati acquisiti e di quanto resta ancora da fare nel campo della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro, un tema sentitissimo a livello nazionale, tant’è che pure il Presidente della Repubblica Mattarella ne ha fatto il cuore del suo intervento all’assemblea dei Comuni italiani, l’ANCI. Un tema che, purtroppo, va ancora declinato come voce al passivo, nell’azione di realizzazione e di inveramento del dettato costituzionale che già all’articolo 1 della costituzione afferma che ‘l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro’. Ma deve essere un lavoro sicuro, molto più sicuro di quanto non lo sia attualmente dove ancora di contano più di 3 morti al giorno, più di un migliaio all’anno, e qualche decina di migliaia di infortuni anche gravi con conseguente invalidità di tipo permanente, in questo, sotto l’aspetto della sorveglianza ed anche della repressione delle violazioni, sono coinvolti , oltre che le forze di polizia e la magistratura, anche l’INAIL e le ASL, ed i Ministeri del lavoro e della salute, nonché della Previdenza sociale. Senza contare il Ministero di Grazia e Giustizia cui fanno capi le professioni ordinistiche tecniche. Tutti questi Ministeri hanno delegato uno dei sottosegretari ad intervenire da remoto, e quello del Lavoro ha partecipato fisicamente, in luogo del Ministro Calderoli. Il Ministero di Giustizia ha delegato il viceministro avv. Croci, sulle tematiche delle responsabilità penali dei professionisti che rappresentano un deterrente , ma non decisivo , per far registrare il cambiamento necessario a fermare  la lunga scia di sangue dei morti sul lavoro. Il Ministero dell’Interno ha delegato il sottosegretario Emanuele Prisco in videoconferenza, in quanto coinvolto come Ministero cui fa capo il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, presente fisicamente nelle persone dei comandanti dei Vigili del Fuoco di Napoli Mazzaro e di Caserta Massimi, entrambi ingegneri espertissimi della prevenzione incendi. Il convegno aveva tre momenti, tre sezioni, come articolazioni dei campi della sicurezza: 1) I luoghi di lavoro; I CANTIERI; La Prevenzione incendi. Mi dispiace non poter menzionare tutti gli interventi e tutte le sfaccettature della sicurezza come elemento di carattere nazionale, la cui importanza incide sostanzialmente sulla qualità della vita in Italia. Mi preme sottolineare alcune delle cose che interesseranno sicuramente il vasto pubblico , non solo gli ‘addetti ai lavori’, ai quali pure io appartengo. Ma vorrei citare i numeri colti al volo dalla relazione del Dott. Paolo Pennisi, Direttore dell’Istituto Nazionale del Lavoro, che ha indicato come in Italia siamo a livello di 2,3 infortuni per ogni centomila addetti, valore simile se non inferiore ad alcuni altri paesi europei, ma la Germania è 0,83 infortuni per centomila lavoratori, e l’Olanda addirittura a 0,63…..ci possiamo arrivare anche noi? E’ la domanda fatidica. Altra nota dolentissima riguarda i controlli sui luoghi di lavoro per rilevare e contestare le infrazioni al D.L.Vo 81/08, detto codice, o Testo Unico della Sicurezza. Ebbene il Dott. Pennisi ha dovuto sciorinare che tali infrazioni, sulle visite ispettive effettuate riguardano l’84% circa dei luoghi di lavoro e delle ditte visitate dagli ispettori. Come dire che molto si deve ancora fare per inculcare una vera cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, ma ovunque ed anche per i non addetti ai lavori, pensiamo ad una scuola o ad un edificio pubblico, in cui non ci sono solo lavoratori, ma alunni e studenti, ma anche visitatori ed utenti degli uffici pubblici. Una ulteriore nota negativa , sempre data dal Dott. Pennisi, come elemento di riflessione mirata, è quella che riguarda i cantieri in cui si operava con le agevolazioni della legge 77/2020, cioè il superbonus per l’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico. Ebbene dalle visite ispettive in questi cantieri oltre il 93% ha fatto registrare infrazioni alle norme sulla sicurezza. Il commento amaro, è che le imprese che sono sorte come funghi all’annuncio del beneficio fiscale sono state circa 42000, sorte dalla sera alla mattina, senza che avessero un specifica esperienza sia come impresa, ma soprattutto come strutture tecniche e maestranze. Nella sezione della prevenzione incendi, poi sono state illustrate le conseguenze dovute ad incendi di tetti fotovoltaici e di materiali di isolamento facciate a cappotto addirittura disastrosi, che hanno portato all’intera distruzione di un capannone in zona industriale in Toscana , ed all’incendio a Milano dell’edificio pluripiano che era stato coibentato ‘a cappotto’ con un materiale tutt’altro che resistente al fuoco ed ignifugo. Altre preoccupazioni, nella transizione energetica, sono date sia dai veicolo ad idrogeno, esplosivo come materuiale, sia dalle batterie al litio sempre più necessarie per le auto elettriche, e per i mezzi pubblici a trazione elettrica, a Roma, per fortuna senza vittime, un autobus è andato completamente a fuoco, e per le colonnine di ricarica.

Le linee di tendenza per cercare di venire a capo del problema degli infortuni e della sicurezza, ed anche delle malattie professionali, sono da ricercarsi nella ricerca scientifica in collaborazione stretta col mondo universitario, nella sperimentazione sui nuovi materiali e la loro sicurezza d’impiego, e su tanta tanta formazione reale, fattiva , non svolta solo sulla carta, ma qualificante . Oltre a questo una maggiore sorveglianza anche sui soggetti legittimati o accreditati ad impartirla, oltre agli organi istituzionali, in modo che da una maggiore cultura, corrisponda una maggiore attenzione e sensibilità nell’applicare le norme di prevenzione.

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