Manovra: il debito di Stato sempre più costoso
Il rialzo dei tassi di interesse, in Europa e nel mondo, mette in difficoltà chi deve contrarre debiti (anche il mutuo casa è un debito) e permette a chi ha risparmi di ottenere un rendimento migliore. Chi ha dovuto chiedere un prestito negli ultimi 15 mesi ha dovuto pagare interessi molto più alti che in passato. Così come chi aveva finanziamenti a tasso variabile. Anche lo Stato italiano ha debiti, una montagna che a fine luglio era alta 2859 miliardi di euro.
L’aumento dei tassi deciso dalla Bce (Banca centrale europea) comporterà la corresponsione di interessi più alti a chi recentemente ha prestato i soldi allo Stato, circa 14-15 miliardi in più rispetto a quanto si pagava con i tassi vicini allo zero. Sono i 14-15 miliardi ricordati in questi giorni dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per frenare le richieste dei colleghi ministri che vorrebbero avere stanziamenti più alti possibile. Ognuno tira dalla sua parte.
Accade tutti gli anni in questo periodo, quando si va a rivedere la ripartizione dei fondi decisa mesi fa con il Def (Documento di Economia e Finanza) in una rivisitazione autunnale della situazione economica e degli obiettivi sintetizzati nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef).
Rispetto agli scorsi anni il debito pubblico, cioè l’accumulato negli anni dalla spesa pubblica, necessita di essere rinnovato offrendo titoli di Stato che saranno comprati solo se remunerati da un tasso di interesse maggiore. Per un Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) della durata di 10 anni bisogna riconoscere un interesse del 4,5% annuo. Altrimenti banche e assicurazioni, italiane ed estere, fondi pensione ma anche risparmiatori individuali, non li acquisteranno. La Bce non comprerà come avveniva in passato. Non a caso a inizio ottobre lo Stato promuoverà l’offerta di nuovi Btp Valore, in parte modificata rispetto a quella di giugno che aveva raccolto ben 18 miliardi con oltre 600 mila contratti di singoli risparmiatori.
Si può facilmente osservare che pagare interessi alti per tenere in vita il proprio debito pubblico toglie risorse ad altre priorità del Governo (riduzione del carico fiscale, investimenti nei servizi pubblici e altro) e che una parte degli italiani incassa rendimenti più alti ma vive in uno Stato senza risorse perchè destinato a tenere in piedi lo stesso debito. Si può anche osservare che il rialzo dei tassi di interesse è stato repentino, brutale. Finora non vi sono però altre strategie economiche in grado di piegare un’inflazione molto alta. Monitorare meglio i prezzi e favorire la concorrenza aiuta, alzare i tassi spegne l’inflazione (e purtroppo anche economia ed occupazione). Paga conseguenze maggiori del rialzo chi deve contrarre o rinnovare debiti, Stato o privati che siano.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)