ExpoAid 2023 a Rimini. Pagano (Fand): “Puntare su inclusione scolastica delle persone con disabilità, rivedere le provvidenze economiche”
“Da tempo auspicavamo un evento che richiamasse tante persone a confrontarsi sul tema della disabilità. Gli ultimi grandi incontri risalgono a prima della pandemia, poi non ci sono state occasioni simili. Per me si tratta di una conferenza nazionale sulla disabilità: sarà un momento di incontro e di festa che però ci dovrà condurre alle urgenze e ai contenuti”. Nazaro Pagano, presidente della Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità), si prepara a partecipare a ExpoAid 2023 in programma a Rimini il 22 e il 23 settembre.
Ci sarà un confronto su sei tematiche principali: accessibilità universale, sport, salute, inclusione lavorativa, disturbi del neurosviluppo, progetto individuale di vita.
Mi spiace che non ci sia un tavolo dedicato alla legge delega sulla disabilità, che per noi è di fondamentale importanza. Mi auguro che si troverà modo di parlarne, perché ritengo sia necessario partire da lì anche nell’ambito della vita indipendente. L’inclusione lavorativa è fondamentale ma è indispensabile riprendere il discorso relativo alle provvidenze economiche, che in questa fase sono state dimenticate.
La stragrande maggioranza delle persone con disabilità vive una situazione di disagio dal punto di vista economico, una condizione di estrema difficoltà.
Ma di questo non si parla, così come non si parla di un reale e importante progetto di vita. Va bene rimettere al centro la persona, ma bisogna rimettere al centro questi temi concreti. A Rimini non si parlerà tanto di inclusione scolastica. E invece rileviamo che è un’urgenza, un grido che viene dai territori. Riceviamo segnalazioni di criticità forti rispetto all’inclusione di tanti alunni con disabilità, che non hanno ancora avviato il loro percorso scolastico perché ci sono carenze strutturali e di personale.
In occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, a Forlì, il presidente della Repubblica ha ricordato che “l’inclusione è un obiettivo di importanza decisiva”: “Molti passi sono stati fatti negli ultimi decenni per i giovani portatori di disabilità, grazie anche allo straordinario lavoro degli insegnanti di sostegno. Ma su questo fronte non possiamo fermarci né, tantomeno, tornare indietro”.
Ho apprezzato le parole del presidente Mattarella, che ha centrato alcuni punti di estrema importanza richiamando anche i divari tra i territori. È una realtà di fatto:
l’Italia sperimenta una grande disuguaglianza e l’inclusione degli alunni con disabilità è ancora più ostacolata in alcune zone del Paese.
Cosa si attende la Fand dalla legge delega
Siamo in una posizione di attesa. Auspichiamo che la legge delega possa contenere effettivamente quelle che sono le nostre priorità, ma al momento non conosciamo i decreti attuativi. In Consiglio dei ministri sono stati approvati alcuni decreti legislativi, come l’istituzione della figura del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità. Ma hanno poca incidenza sulla legge,
nutro anche qualche perplessità sulla reale efficacia del Garante: si rischia di aumentare soltanto i livelli istituzionali, non riuscendo ad arrivare alle esigenze delle persone con disabilità. A livello territoriale, dove una figura simile esiste già abbiamo registrato una delusione dei territori, perché non è stata in grado di incidere sui problemi. Speriamo che questo non si verifichi a livello nazionale.
C’è unità di vedute all’interno del mondo dell’associazionismo?
Le due grandi federazioni che rappresentano il mondo della disabilità, Fand e Fish, operano in piena sinergia e collaborazione. Mai come in questo periodo il mondo associazionistico delle persone con disabilità è unito su una direttrice comune con obiettivi condivisi. Ci possono essere diversità di opinione su alcuni temi, ma c’è piena assonanza sulle questioni che contano. Abbiamo sempre trovato un punto di incontro e dobbiamo continuare con spirito coeso per far sentire alle istituzioni e al governo la voce che proviene dalle basi associative. Dobbiamo aprirci alle famiglie, perché sono quelle che più di ogni altro soggetto subiscono il peso delle mancanze della politica sulla disabilità. Per questo è fondamentale che le associazioni marcino unite sulla stessa strada.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)