CARCERI: LO SPECCHIO DI UNA ITALIA ALLA DERIVA
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Carceri di Ubaldo Casotto Il Foglio
Trentamiladuecentotrentuno è un numero che mi ha fatto inorridire. Corrisponde ad altrettante persone incarcerate ingiustamente in Italia negli ultimi trent’anni. Proiezioni? Sondaggi? No, dati ufficiali. La Corte dei conti, nel triennio 2017-2019, certifica che si è verificato un aumento della spesa a carico dello stato per il pagamento degli indennizzi per errori giudiziari e ingiusta detenzione, passando da 38,3 a 48,7 milioni di euro. Tale spesa è poi diminuita nel 2020 (43,9 milioni di euro). I casi di indennizzo, cioè le persone incarcerate ingiustamente, sono stati 1.023 nel 2017, 913 nel 2018, 1.020 nel 2019. Il dato complessivo calcolato dalle associazioni che si occupano di carceri è di 30.231 ingiuste detenzioni dal 1991 al 2021, circa mille l’anno.
Roba da assaltare la Bastiglia italiana, che però non sarebbe trovata vuota come quella francese il 14 luglio 1789 (c’erano solo sette detenuti), ma piena all’inverosimile: 56.605 detenuti a fronte di 51.261 posti disponibili. Ci sono 110,4 persone in carcere ogni 100 posti disponibili. Il 45 per cento delle carceri italiane (85 su 189) ha addirittura oltre 140 detenuti ogni 100 posti disponibili (e la legge prevederebbe un minimo di 9 mq a detenuto). Il 26,2 per cento delle persone presenti negli istituti penitenziari (14.833 detenuti) è in carcere senza una condanna definitiva. Il 13,9 per cento (7.896 detenuti) è in attesa del primo grado di giudizio […]
Carceredi Mattia Feltri La Stampa
Siccome a mettere in galera immigrati, tossici, innocenti vari, ad aumentare le pene e a buttare le chiavi alla lunga viene noia, la Lega ha pensato di tirarsi un po’ su proponendo di mettere in galera pure i bambini. Per tramite di Giulia Bongiorno, e per combattere le baby gang, si suggerisce di abbassare l’età imputabile sotto i quattordici anni, il limite oltre il quale davanti a un giudice e in reclusione oggi non si va. Il noto filosofo del diritto Matteo Salvini l’ha illustrata così: se un ragazzino rapina e spaccia come un cinquantenne, allo stesso modo la deve pagare. Non so con quali gesti spiegare a Salvini che se un cinquantenne vota, guida l’auto e paga le tasse e un ragazzino no, è perché qualche differenza esiste, e la si può intuire anche a occhio nudo. Ma del resto Salvini è un onesto ammiratore dello stato di diritto di stampo putiniano e nordcoreano, e non per caso l’ultimo paese a portare da quattordici a dodici anni il limite dell’imputabilità è stata la Cina, due anni fa: la scuola è quella lì. E infatti, tornando a Giulia Bongiorno, la sua chiosa è stata folgorante: «Oggi i ragazzi crescono molto in fretta». Quindi mettiamoli in fretta dietro le sbarre. Mi ha ricordato di quando l’Unione sovietica di Iosif Stalin deliberò di estendere la pena di morte fino ai dodicenni e, allo sdegno del mondo occidentale, il partito comunista francese obiettò che le democrazie erano arretrate e non potevano capire: l’Urss è una società così sviluppata, sostenne, che lì i bambini diventano adulti prima. Ecco dove siamo tornati. Con una conquista in più: oggi gli adulti restano bambini e li mandiamo al governo.
Carceredi Matteo Persivale Corriere della Sera
Pane, acqua e burro di arachidi: la dieta Bankman-Fried. Possiamo già immaginare il libro illustrato, il sito, la app. Potrebbe funzionare, chissà. Il 31enne Sam Bankman-Fried è riuscito a inventarsi cose ben più complicate di una dieta: bravissimo a separare gli investitori dal proprio denaro, il fondatore di Ftx — intermediario di criptovalute tra l’exchange e la piattaforma per scambiare azioni tokenizzate — è in carcere in attesa del processo per frode che comincerà il mese prossimo. E potrebbe venire condannato a 155 anni di reclusione.
È accusato di aver orchestrato un classico schema piramidale con il quale ha provocato un «buco» di una trentina di miliardi di dollari (coinvolti anche 100 mila investitori italiani): arrestato alle Bahamas, aveva ottenuto i domiciliari in attesa di giudizio, ma da un mese è in carcere perché il giudice ha scoperto che dalla casa dei genitori a Palo Alto aveva contattato e cercato di influenzare i testimoni del processo (è un reato).
Vegano, l’ex profeta delle criptovalute rifiuterebbe così il cibo della prigione: per questo assume soltanto pane, acqua e burro di arachidi, hanno spiegato i suoi avvocati in una mozione indirizzata al giudice.
In realtà la partita è molto più delicata del burro di arachidi del Metropolitan Detention Center di Brooklyn: per i suoi legali, la detenzione sarebbe incompatibile con la necessità di prepararsi adeguatamente al dibattimento in aula.
Nella lista di richieste c’è sì la questione dell’interruzione forzata della dieta vegana, e c’è il problema delle sue scorte di farmaci (assume Adderall per mitigare gli effetti del disturbo da deficit dell’attenzione, e un antidepressivo) in diminuzione. Ma soprattutto i legali sostengono che il loro cliente non abbia un accesso a internet sufficiente per poter preparare il processo. E, per questo, ne chiedono il rilascio.
L’imprenditore, che dice di non avere soldi, ha ricevuto 900 mila dollari a 6 mesi dal crac
Nella documentazione depositata il mese scorso, i suoi avvocati spiegano che Bankman-Fried ha accesso a un computer portatile non connesso a internet che può utilizzare durante l’orario di visita, in presenza dei suoi avvocati. Bankman-Fried vorrebbe però accedere a un database di materiali disponibile solo tramite internet.
Due volte alla settimana lascia la prigione e incontra i suoi avvocati nel tribunale federale di Manhattan, e in quei momenti può accedere a internet ma il portatile che gli è stato dato per quegli incontri ha una durata limitata della batteria. Anche la connessione internet sarebbe poco affidabile.
Il famoso «sciamano» trumpiano Jacob Chansley condannato a 41 mesi per aver preso parte all’assalto al Congresso di Washington del 6 gennaio 2021 si era lamentato per l’assenza di cibo biologico in prigione e aveva ottenuto dal giudice un menù ad hoc (suscitando peraltro proteste peer il trattamento di favore). Magari anche Bankman-Fried otterrà alla fine i suoi piatti vegani, anche se un portavoce del Federal Bureau of Prisons, che sovrintende alla struttura di Brooklyn, ha rifiutato di commentare le condizioni specifiche di Bankman-Fried ma ha spiegato al New York Times che il Mdc offre «accesso all’assistenza sanitaria, telefoni, una biblioteca giuridica per la ricerca legale, pasti caldi», e che i detenuti vivono in «condizioni ambientali certificate».
Soprattutto, però, mentre i suoi avvocati lavorano per garantirgli cibo vegano e internet, viene diffusa la notizia che nei sei mesi precedenti al crollo di Ftx (novembre 2022) Bankman-Fried – che sostiene di essere senza soldi – ha ricevuto pagamenti dal suo fondo per un totale di 905.768.503 dollari.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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