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Attualità

Un successo mostruoso, in gran parte dovuto anche alla mostrificazione del volume e dell’autore portata avanti da alcuni giornali sempre a caccia di un nemico, come Repubblica. Non c’è altro modo di descrivere il quantitativo di vendite messo a segno da Il mondo al contrario, il libro autoprodotto dal generale Roberto Vannacci. Se si trattasse di una operazione militare bisognerebbe insignire Vannacci della più alta onorificenza: ha portato a termine il più riuscito Blitzkrieg della storia editoriale italiana. Mai nessuno aveva venduto così tanto con così poco: questa settimana siamo, secondo Nielsen, a 76 mila copie.

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Un successo mostruoso, in gran parte dovuto anche alla mostrificazione del volume e dell’autore portata avanti da alcuni giornali sempre a caccia di un nemico, come Repubblica. Non c’è altro modo di descrivere il quantitativo di vendite messo a segno da Il mondo al contrario, il libro autoprodotto dal generale Roberto Vannacci. Se si trattasse di una operazione militare bisognerebbe insignire Vannacci della più alta onorificenza: ha portato a termine il più riuscito Blitzkrieg della storia editoriale italiana. Mai nessuno aveva venduto così tanto con così poco: questa settimana siamo, secondo Nielsen, a 76 mila copie.

«Nessuna persona sana di mente può permettersi di rinunciare a piaceri debilitanti» A.J. Liebling

Liebling

di Camillo Langone

il Giornale

Era il punto di riferimento di Anthony Bourdain e non lo avevo mai sentito nominare. Non me ne vergogno, conosco solo l’italiano e la lunga bibliografia di A.J. Liebling, poligrafo in voga negli Usa di metà Novecento, non poteva che essermi ignota. Ringrazio dunque Settecolori che adesso ha tradotto e pubblicato, anzi ammannito, il Liebling più stuzzicante: Tra i pasti. Un appetito per Parigi. Sono le avventure gastronomiche (e non solo) di un americano a Parigi nei ruggenti anni Venti, raccontate in prima battuta per il New Yorker di cui Liebling fu una colonna.

Avanzi riciclati di un secolo fa Ingredienti freschi e gustosi, invece. Perché sono pagine scritte magnificamente e perché di edonismo c’è bisogno oggi più di allora. Impossibile non confrontarle con l’ultimissimo caso della scrittura gastronomica, la stroncatura del redivivo Gambero Rosso al nuovo ristorante romano di Niko Romito. Non entro nel merito, non discuto il contenuto sebbene sia piuttosto credibile: Romito come molti cuochi famosi pecca di hybris, probabilmente le critiche se le merita… Mi riferisco al tono, tutto saccenza e specialismo. Da troppo tempo, dal tempo appunto di Bourdain e, per quanto riguarda l’Italia, di Gianni Brera, non leggo gastronomi capaci di spaziare, divagare, divertire e divertirsi. Autori capaci di scrivere così: «La quantità di brandy contenuta in una madeleine non basterebbe a ubriacare un moscerino. Considerato quanto Proust scrisse grazie a uno stimolo così blando, è una vera perdita per l’umanità che non abbia avuto un appetito più vigoroso. Con una dozzina di ostriche dell’isola di Gardiners, una zuppa di vongole, una buona porzione di arselle, alcune capesante della baia, tre granchi dal guscio morbido saltati in padella, qualche pannocchia di mais appena raccolta, una sottile fetta di pesce spada di dimensioni generose, un paio di aragoste e un’anatra pechinese, avrebbe potuto scrivere un capolavoro». Eccolo qui Liebling, ecco la golosità sfrenata, il gusto per l’eccesso, l’umorismo. Il libro è farcito di aneddoti, nomi propri, persone e luoghi (mappa della Parigi che fu e che in parte ancora è), elenchi di piatti. Brevi capitoli che mettono fame, anche di vivere. Opera di un godereccio grande e grosso (insomma, grasso), malato di gotta e d’altro, morto a 59 anni perché «nessuna persona sana di mente può permettersi di rinunciare a piaceri debilitanti».

Era di mente sanissimo, simpatico e incontinente, luculliano e churchilliano (per aspetto e abitudini potatorie) A.J. Liebling, stesso cognome del padre di Roman Polanski, stesse radici ebraiche. Epicureo privo di complessi e velleità, soggiornava nella Parigi di Hemingway e Gertrude Stein, ma ai salotti letterari preferiva i ristoranti. Il suo mito non era un futuro Premio Nobel, ma un commediografo secondario, Yves Mirande, e non per le commedie, bensì per il gagliardo appetito. Non solo gastronomico: tra un pasto e l’altro c’è spazio per riferire sulla notevole carriera amatoria. Mirande stupiva i commensali divorando «un pranzo a base di prosciutto crudo di Bayonne e fichi freschi, salsiccia calda in crosta, filetti di luccio in una ricca e rosea sauce Nantua, cosciotto di agnello lardellato con acciughe, carciofi su un letto di foie gras e quattro o cinque tipi di formaggio, il tutto accompagnato da una buona bottiglia di Bordeaux e da una di champagne, dopo di che ordinava l’Armagnac…». Avrei voluto conoscerli, scrittori del genere. E vorrei conoscerne ora: ma dove sono? Dove si nascondono i ghiottoni narratori? I libri da Strega e da classifica ostentano tristezze e malattie, l’appetito lo fanno passare.

Camillo Langone

Classifiche

di Matteo Sacchi

il Giornale

Un successo mostruoso, in gran parte dovuto anche alla mostrificazione del volume e dell’autore portata avanti da alcuni giornali sempre a caccia di un nemico, come Repubblica. Non c’è altro modo di descrivere il quantitativo di vendite messo a segno da Il mondo al contrario, il libro autoprodotto dal generale Roberto Vannacci. Se si trattasse di una operazione militare bisognerebbe insignire Vannacci della più alta onorificenza: ha portato a termine il più riuscito Blitzkrieg della storia editoriale italiana. Mai nessuno aveva venduto così tanto con così poco: questa settimana siamo, secondo Nielsen, a 76 mila copie. Vannacci vale da solo più di tutti gli altri titoli della Top ten. Non ha nemmeno senso mettersi a fare ipotesi sulla durata del fenomeno. Nessun libro quest’anno ha mai fatto una settimana così. Per tornare a qualcosa di simile bisogna mettere indietro l’orologio sino a Cinquanta sfumature di grigio, al 2012. Ma si trattava di un bestseller internazionale, con dietro la potenza di fuoco editoriale di Mondadori. Alla fine niente come la bagarre politica a quanto pare può favorire i libri. Perché, se si trattasse dell’argomento della libertà in sé o del diritto di discutere del buonismo imperante, un libro come quello del polemista britannico Douglas Murray, La pazzia delle folle (Neri Pozza, uscito nel 2020) avrebbe dovuto far prendere d’assalto le librerie. E invece… Detto questo, chapeau alle mega-vendite e ai mega-incassi del generale e torniamo alla realtà libraria, dove si pubblica molto e si continua vendere molto poco. Al secondo posto c’è ancora Michela Murgia con Tre ciotole (Mondadori), macina 7 mila e cinquecentocinquantacinque copie. L’ultimo romanzo della scrittrice si conferma un longseller destinato a essere tra i libri più venduti dell’anno, anche se in questo momento vale un decimo del primo classificato. Al terzo posto La portalettere (Nord) di Francesca Giannone, altro longseller al femminile che sta avendo un ritorno di fiamma estivo davvero notevole: 6 mila e settecentottantacinque copie. Del resto della classifica, dopo il bombardamento a tappeto di Vannacci, si può onestamente anche non parlare.

Matteo Sacchi

I libri più venduti secondo Nielsen Bookscan (il Giornale)

1. Roberto Vannacci, Il mondo al contrario, autopubbl.

2. Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori.

3. Francesca Giannone, La portalettere, Nord.

4. Ada D’Adamo, Come d’aria, Elliot.

5. Michela Murgia, Accabadora, Einaudi.

6. Aurora Tamigio, Il cognome delle donne, Feltrinelli.

7. Abraham Verghese, Il patto dell’acqua, Pozza.

8. Susan Nolen-Hoeksema, Donne che pensano troppo, Pienogiorno.

9. Tillie Cole, Dammi mille baci, Always.

10. Felicia Kingsley, Due cuori in affitto, Newton Compton.

I libri più venduti secondo Amazon

1. Roberto Vannacci, Il mondo al contrario, autopubbl.

2. Irina Potinga, Solo cose belle. Libera la tua vita 10 minuti al giorno e concentrati su ciò che conta davvero, Mondadori.

3. Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone, Matematica.azzurro. 4, Zanichelli.

4. Felicia Kingsley, Una ragazza d’altri tempi, Newton Compton.

5. Ilaria Busato, Veg no stress. Ricette vegetali facili e veloci per tutta la famiglia, Mondadori.

6. Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell’arte. 2. Dall’arte paleocristiana a Giotto, Zanichelli.

7. Kai Bird e Martin J. Sherwin, Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica, Garzanti.

8. Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori.

9. Alessandro Barbero, Chiara Frugoni e Carla Sclarandis, La storia. Progettare il futuro. 2. Il Settecento e l’Ottocento, Zanichelli.

10. Benedetta Rossi, In cucina con la friggitrice ad aria. Oltre 200 ricette facilissime, Mondadori.

I libri più venduti secondo Ibs

1. Isabel Allende, Il vento conosce il mio nome, Feltrinelli.

2. Felicia Kingsley, Una ragazza d’altri tempi, Newton Compton.

3. Carlo Cattaneo, Io sono Carlo Cattaneo (libro e borsa), Fibs.

4. Irina Potinga, Solo cose belle. Libera la tua vita 10 minuti al giorno e concentrati su ciò che conta davvero, Mondadori.

5. Michela Murgia, Accabadora, Einaudi.

6. Michela Murgia, Stai zitta. E altre nove frasi che non vogliamo sentire più, Einaudi.

7. Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori.

8. Joe R. Lansdale, La setta delle ciambelle, Einaudi.

9. Kai Bird e Martin J. Sherwin, Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica, Garzanti.

10. Ada D’Adamo, Come d’aria, Elliot.

Classifica delle classifiche (punteggio da 10 a 1 inversamente proporzionale alla posizione, se in almeno due classifiche)

1. Roberto Vannacci, Il mondo al contrario, autopubbl. (20).

2. Felicia Kingsley, Una ragazza d’altri tempi, Newton Compton (16);

– Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori (16);

– Irina Potinga, Solo cose belle. Libera la tua vita 10 minuti al giorno e concentrati su ciò che conta davvero, Mondadori (16).

3. Michela Murgia, Accabadora, Einaudi (12).

4. Ada D’Adamo, Come d’aria, Elliot (8).

5. Kai Bird e Martin J. Sherwin, Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica, Garzanti (6).

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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