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Parrocchia di Torre Boldone. Il centro estivo “sospeso”, perché nessuno sia escluso!

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Si chiama “economia sospesa”. Il termine l’ha coniato l’imprenditore sociale di origine pugliese Giandonato Salvia, ma il concetto viene dalla tradizione popolare napoletana, dove si usa pagare un caffè a qualcuno che verrà dopo e che non si conosce. Un principio, quello di “sospeso” che don Diego Malanchini, sacerdote responsabile dell’oratorio della parrocchia di Torre Boldone, comune della provincia di Bergamo, sta provando ad applicare al Centro ricreativo estivo (Cre), in programma dal 19 giugno. “Quando abbiamo raccolto le iscrizioni – spiega il 39enne, originario di Stezzano – ci siamo resi conto che ci sono delle famiglie, alcune delle quali già conoscevamo, che non ce l’avrebbero fatta a versare la quota”. “Per questa ragione – prosegue don Diego – abbiamo pensato di aiutarle, mettendo una cassetta di fianco al luogo dove raccoglievamo le iscrizioni, oltre che in chiesa, con una scritta ‘Cre sospeso’, chiedendo a chi voleva e poteva di dare un contributo”. Una scelta anche di parole, che non ha lasciato indifferenti. “Ha attirato l’attenzione – racconta il sacerdote – qualcuno è rimasto incuriosito, ha chiesto. Diciamo che ha avuto il potere di fare soffermare e riflettere su alcune situazioni di difficoltà presenti nella nostra comunità”. La risposta degli abitanti della cittadina di ottomila persone all’imbocco della Val Seriana è stata positiva. “Tante famiglie – dice don Diego – hanno donato qualcosa, alcune con cifre simboliche”. Il sacerdote bergamasco, dopo la chiusura delle iscrizioni al Cre, ha deciso di fare un altro passo. “Tra i partecipanti alle attività di questa estate – afferma il responsabile dell’oratorio – ci sono 18 ragazzi con disabilità più o meno gravi. I finanziamenti del Comune coprono i costi di solo un numero limitato di ore con gli educatori, così abbiamo deciso di fare un appello per raccogliere fondi per ampliare il supporto educativo”. Un’iniziativa che ha ragioni diverse. “Senza quel tipo di sostegno – spiega don Diego – i ragazzi e le ragazze con fragilità non possono vivere davvero un’esperienza inclusiva, a cui hanno diritto. E

come comunità non possiamo permetterci di lasciare a piedi nessuno, in particolare le famiglie dei bambini e dei ragazzi con disabilità”.

La “fase due” del “Cre sospeso” ha anche un altro obiettivo. “Vogliamo sensibilizzare la comunità su questa dimensione – prosegue – sull’esistenza di situazioni di fragilità di questo tipo sul nostro territorio e sul diritto che hanno tutti i ragazzi di vivere un’esperienza vera. La nostra proposta ha suscitato domande ma è arrivata anche qualche prima risposta. Ci vuole tempo”.

Il Centro ricreativo estivo di Torre Boldone è uno dei migliaia (secondo un’inchiesta di “Famiglia Cristiana” nel 2021 erano ottomila) che le parrocchie italiane hanno organizzato a partire dalla metà di giugno. “Noi abbiamo circa 330 ragazzi e ragazze – spiega don Diego – tre giorni alla settimana le attività sono dalle 14 alle 18, mentre due giorni dalle 8.30 sono dedicati alle gite, una delle quali in un parco acquatico”. A rendere possibile questa esperienza l’impegno del sacerdote, dei volontari, dell’équipe di giovani che collaborano con lui e soprattutto dai 115 adolescenti, che ogni giorno dedicano il loro tempo e le loro attenzioni ai ragazzi. “Credo fortemente che per loro sia una grande occasione di crescita – argomenta don Malanchini – buona parte degli animatori ha fatto un percorso che è durato tutto l’anno. Da dopo Pasqua ci siamo dedicati alla formazione specifica: non abbiamo lavorato sulla preparazione di quello che si farà durante il CRE ma sui ragazzi, facendoli riflettere”. Una riflessione che non si ferma con l’inizio del Centro ricreativo estivo. “Dedicheremo, come ogni anno, del tempo per parlare non delle cose pratiche – dice il sacerdote responsabile dell’oratorio – ma del senso di quello che stiamo facendo”.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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