Gmg Lisbona. Mons. Marangoni (Belluno): “I sacramenti sono segni della presenza discreta di Dio”
(da Lisbona) L’abbraccio di Giovanni Paolo II, nella statua sulla piazza antistante, con lo spazio per le confessioni. Nella chiesa, dedicata ai santi Gioacchino e Anna, la catechesi del vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, e poi l’adorazione eucaristica. Ad ascoltarlo un centinaio di ragazzi, che l’hanno gremita, arrivati a Lisbona per la Gmg dalle diocesi di Milano e Novara. Un incontro che il presule paragona a quello tra Maria e Elisabetta. “Tutta la vita è nascere. E venire alla luce è tanto bello, se vediamo questo mondo dal cielo”. Il vescovo indica loro l’importanza del “nuovo che vi capiterà”. E poi ricorda le parole pronunciate ieri da Papa Francesco: quel “Dio ci ama come siamo” che suona come un incoraggiamento per tanti ragazzi a tenere salda la propria identità. “Ciascuno di voi deve fare la fatica di vedersi per quello che è – spiega -. Dobbiamo fare la fatica di vederci per quello che siamo. E dobbiamo cantare insieme. Altrimenti qualcuno canta per noi e diventa arroganza. Dio quando chiama ci sorprende – aggiunge -. Quindi, dobbiamo lasciarci sorprendere da Dio”.
Nelle sue parole rivive il Salmo: “Dio si getta dietro le spalle tutti i nostri peccati”. “Questa preghiera ci aiuta davvero. Interroghiamoci: ‘Cosa vuol dire per me?’ Lui ci ama con i nostri difetti. Noi sentiamo che in qualcosa siamo stati coinvolti con la nostra libertà”. Mons. Marangoni ricorda poi l’importanza dei sacramenti:
“I sacramenti sono tracce della presenza di Dio, un segno del pudore di Dio per avvicinarsi a noi. E il nostro sguardo su di noi e sugli altri cambierà assieme a noi”.
Infine, il mons. Marangoni ha letto ai giovani presenti la poesia di Franco Arminio dal titolo “Quando finisce una storia”. Parole che hanno lasciato traccia nel cuore dei ragazzi presenti. “La catechesi lascia il fatto che dobbiamo riconoscersi bisognosi di perdono e di amore. Di un amore vero che non si può toccare nella concretezza di un abbraccio, ma che sia riconoscibile nel calore di un dialogo – spiega Samuele -. Il peccato è come una frattura nella roccia, che accumulandosi si allarga. Il peso della tua vita non lo reggi più. Se non intervieni con l’amore di Dio, questa crepa non si sanerà”. “Questa catechesi è stata un momento profondo, perché mi ha permesso di guardare ai giorni passati e capire cosa ho vissuto – aggiunge Francesca -. In questi momenti, si scioglie il cuore di pietra. Sono attimi che permettono di leggere i percorsi per riflettere su se stessi”. “La catechesi è un momento di esercizio spirituale in cui ci si ferma dal caos della Gmg per ascoltare la parola di Dio e lasciarsi toccare. È qui che avviene la conversione, l’agire di Dio nell’ascolto della Parola per poi vivere il resto della giornata negli incontri con gli altri e nella festa”, chiosa don Marco Borghi di Borgomanero.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)