Caiazzo. Il ‘Mercato della Maddalena’: concluso prima di iniziare o iniziato alla conclusione?
Si sarà rivoltato nella tomba il compianto Sindaco Giuseppe Cervo, cui insieme all’altro compianto Nino Marcuccio (presidente di quella Pro Loco che produceva spettacoli e manifestazioni di elevato spessore, non solo teatrale, parimenti rimpiante), si deve il riancio della Fiera vera, quella che passo dopo passo, a ritroso, i successori son stati capaci di trasformare in Mercato della Maddalena, emblema del fallimento della politica caiatina.
Mercato “organizzato” in pochi giorni (Marcuccio, Cervo e gli storici comitati “ad hoc” cominciavano a pensare alla successiva edizione prima ancora che si concludesse la precedente), chiudendo i battenti in tempi record; secondo qualche sito web addirittura prima di cominciare o, viceversa, iniziata quando stava per finire, evidemente per comunicazione istituzionale del tutto carente, come dimostrano le foto (occhio alle date!).
Un convegno, programmato nel cortile del palazzo Savastano, come se non ci fossero state a pochi metri strutture comunali ove tenerlo senza fare altri debiti (perché, in un modo o nell’altro, il privato si paga) o nella vicina ex chiesa dell’Annunziata, del quale non si è saputo il resto di niente, neanche l’argomento (che possiamo però immaginare: promozione del territorio, bla, bla, bla) al quale ha partecipato il solo sindaco di Piana, oltre qualche forestiero, evidentemente disinteressato, e alcuni amministratori locali; qualche strimpellata per le strade e un notevole magna magna in quasi tutti i punti della fiera non fiera.
Presenti alcuni ambulanti (nell’accezione positiva del termine), rispetto al gran numero di qualificati espositori registrati ai tempi del compianto e rimpianto sindaco Giuseppe Cervo: veterinario, docente, conduttore di un rinomato frantoio. che – per servire al meglio la collettività – si metteva in aspettativa scolostica, rinunciando quindi allo stipendio da docente oltre che a quello da sindaco, forse neanche mai immaginato, proprio come Marcuccio, e del furgone aziendale si serviva per recarsi in regione, quando, vox populi, poteva sembrare opportuno “oliare con caiazzano” alcuni meccanismi, mentre, quando non serviva, dalla periferia al comune veniva sempre a piedi, di buon mattino, di solito dopo aver percorso in stivali, con un addetto, il tratto di rete idrica comunale -dalle vasche di accumulo, fatte costruire in alto, al centro, alla ricerca di perdite o altri problemi anche solo potenziali, per contenere i danni, con il solo personale in organico, cioè senza lucrosi appalti esterni, ora dicono consueti, a beneficio di chissà chi…
Il compianto sindaco Cervo, infatti, sorprendeva quanti (non conoscendolo) lo vedevano in strada anche prima dell’alba, curvo in qualche buca, a individuare perdite di acqua poi riparate dagli operai comunali, come del resto accadeva anche per i pozzetti della rete fognaria, la pulizia delle strade e dei vicoli, anche nelle frazioni, il trasporto scloastico, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e quant’altro in seguito si è preferito “esternalizzare” magari svendendo o peggio rottamando costosi scuolabus, autocompattatori e spazzatrici, acquistati contraendo mutui di solito trentennali, poi rinegoziati, cioè che pagheranno forse anche i nostri nipoti.
Tutti i santi giorni il compianto sindaco Cervo, che certo non usurpava l’appellativo di dottore, arrivava al comune a piedi, senza macchinone scuro, senza tagliando, che indicasse ai sudditi il ruolo di sindaco!
La Fiiera della Maddalena, come del resto il mercato bi settimanale, poteva essere una opportunità per il territorio,ma è stata gradualmente stravolta e declassata, fino a trasformarla in uno spot per politicanti.
Della serie “tre per due uguale uno” cioè una tre giorni (nei propositi), ridotta in sostanza ad un giorno?
La Rregione ha sborsato 120 mila euro per un giorno (o forse anche meno) di effettiva attività fieristica? Come sono stati spesi?
Bancarelle spacciate per stand, si dice, profumatamente pagate dagli “espositori”? Ma non si era detto che la ex palestra comunale era a dsposizione gratuita di tutti? peccato che sia rimasta chiusa come ogni santo giorno.
Nelle vendite, prevalsa la gastronomia, con in testa Franco Pepe (almeno nel nome, perché pare che non vi fosse alcuno stand con le sue pizze): cioè della vera Fiera nemmeno l’ombra?
Flop per gli altri partecipanti e soprattutto per i sempre più disorganizzati organizzatori?
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