Cammino sinodale in Molise. Campobasso-Bojano: “Ragazzi e giovani vogliono sentirsi accolti come sono, senza essere giudicati”
Il cammino sinodale nella diocesi di Campobasso-Bojano sembra essere ormai di casa, infatti appena 20 giorni dopo la chiusura del Sinodo diocesano nel 2021, Papa Francesco ha ufficializzato l’apertura del Sinodo della Chiesa italiana, chiamando ogni diocesi all’ascolto. “Sono entusiasta del Sinodo. Mi colpisce molto l’idea di poter ascoltare tutti, senza un maestro che spiega, ma semplicemente l’ascolto di tutti e di tutto. Ognuno può avanzare la propria proposta”, sono le parole di Emilia Di Biase, referente per il cammino sinodale della diocesi di Campobasso-Bojano, ascoltata dal Sir per farci raccontare il percorso diocesano che stanno vivendo in Molise. “Sogniamo insieme a Papa Francesco, la sua visione della Chiesa del terzo millennio è una cosa bella: la conversazione attraverso lo Spirito che suggerisce cose nuove, anche da chi non te lo aspetteresti”, aggiunge Di Biase, “Tutti insieme sotto la freschezza e la bellezza del soffio dello Spirito per sognare qualcosa di diverso che viene dal basso, non perché qualcuno ce lo indica”. L’esperienza dei cantieri ha segnato positivamente il cammino sinodale nella diocesi molisana che, per quanto riguarda la formazione spirituale, si è incontrata con le comunità religiose e le aggregazioni laicali che hanno risposto in modo partecipato e con entusiasmo. “Sono state tutti concordi nel constatare come spesso, per la fretta di voler risolvere tante situazioni che sembrano l’obiettivo principale, ci si dimentichi che prima c’è bisogno di ascoltare la Parola”, le parole della referente per il cammino sinodale della diocesi di Campobasso-Bojano, che riferisce l’esigenza comune da parte di religiosi, religiose e laici, di una maggiore formazione comune. Tra i cantieri sperimentati, quello che ha avuto maggiore riscontro è stato quello creato autonomamente dalla diocesi molisana, rivolto ai ragazzi ed ai giovani, incontrati nelle scuole attraverso un’unica domanda: Che cosa chiedono i ragazzi ed i giovani del nostro tempo per sentirsi a casa nella Chiesa “Ci sono state risposte che ci hanno davvero sorpreso, venute da ragazzi e giovani che non sono cattolici, dato che nella scuola ce ne sono anche di non battezzati o di altre religioni”, dichiara Di Biase sottolineando come, vista la positività dell’esperienza ed in accordo con il vescovo mons. GianCarlo Maria Bregantini, questa esperienza sarà ripetuta anche il prossimo anno per continuare l’approfondimento con i giovani attraverso un ambiente specifico che prenderà il nome di “ministero dell’accoglienza”. Dalle risposte si è evinto come in molti vorrebbero sentire “il caldo abbraccio della Chiesa”, altri ai quali piacerebbe “sentirmi accolti come sono, senza essere giudicato” facendo riferimento all’orientamento sessuale che frenerebbe alcuni dall’avvicinarsi perché spaventati dal rifiuto, ma ci sono stati anche alcuni che hanno manifestato la loro meraviglia nello scoprire la bellezza dell’accoglienza nella loro esperienza nella Chiesa. Non sono mancate anche le polemiche sulla chiesa, soprattutto in riferimento ai soldi, le auto di lusso dei sacerdoti e gli abusi sui minori, mosse sostanzialmente dalla conoscenza superficiale della realtà che passa attraverso le notizie intercettate mentre si scorre con il dito tra i titoli dei vari social network, ma anche queste possono servire per riflettere.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)