La funzione di ornamento della figura di Disability Manager non serve ad una città senza barriere e inclusiva
Di Mena Moretta.
Recentemente abbiamo letto la notizia su openpolis di 300 milioni di euro previsti dai Fondi Pnrr per la rimozione di barriere fisiche e cognitive e redazione dei piani PEBA per l’accessibilità nei luoghi della cultura, musei archivi e biblioteche. Lazio e Campania tra le principali beneficiarie dei fondi. Per gli enti pubblici, la regione che otterrà più fondi è il Lazio, per quel che riguarda gli enti pubblici non afferenti al Mic e per i privati è la Campania.Ma cosa sono i PEBA, ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche e a che punto siamo con la loro redazione in Campania e nella nostra città. Introdotti nel 1986 con la legge n. 41 e integrati con la legge 104 del 1992 che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani, i PEBA sono lo strumento obbligatorio che la normativa individua per monitorare e superare le barriere architettoniche. Infatti i PEBA sono finalizzati non solo alla ricognizione ma anche alla pianificazione e coordinamento degli interventi per l’accessibilità prevedendo il tipo di soluzione da adottare per ciascuna barriera rilevata e i costi da contabilizzare. In realtà, a distanza di quasi trent’anni , nella nostra Regione su 556 Comuni sono pochissimi (meno delle dita di una mano) gli enti che hanno provveduto a dotarsi di questo strumento di programmazione, così come ci conferma Paolo Colombo, presidente dell’Ufficio del garante dei disabili della Regione Campania. Pensiamo soltanto che la stessa circolare n. 22 di giugno 2021 dell’Anci inviata ai Comuni campani e a firma del nostro sindaco Carlo Marino in qualità di presidente di Anci Campania, pur richiedendo informazioni urgenti su redazione del PEBA e Ufficio Garante disabili, non riceveva riscontri apprezzabili, misurando tale inadempienza la distanza siderale delle amministrazioni deputate dall’attenzione dovuta alla pianificazione di città senza barriere e inclusive, attenzione sancita dalla legge vigente che recepisce la Convenzione Internazionale dei diritti delle persone con disabilità del 2006. Intanto in questo mese si è costituito presso la Regione Campania un gruppo di lavoro composto dall’Anci, l’Ufficio Garante dei disabili, rappresentanti dell’Ordine degli architetti e di quello degli Ingegneri, al fine di elaborare Linee guida per un supporto operativo nell’accompagnare i Comuni nella predisposizione e adozione del PEBA quale piano integrativo dello strumento urbanistico generale che metta al centro la tematica dell’accessibilità. Nel nostro Comune capoluogo l’amministrazione ha espresso in questi anni un interesse a dir poco indefinito verso la tematica. A novembre 2019, per la durata di un biennio, ha istituito la figura prevista del Disability Manager (DM) e conferito a titolo gratuito l’incarico a Vitaliano Ferrajolo, presidente della Lega Problemi Handicappati. Purtroppo, come dichiarato dallo stesso Ferrajolo, l’amministrazione resta “dolosamente responsabile moralmente di quello che non esiste” considerato che nei due anni di incarico non furono mai garantite condizioni favorevoli per promuovere e realizzare quanto scritto sulla carta della delibera istituente la figura del DM. Dopo un anno di “vacanza”, nel novembre 2022 viene indetto l’avviso pubblico per la carica di un nuovo DM e il 7 febbraio di quest’anno l’architetto Antonio Crocco, esperto per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e già assessore alle politiche sociali del comune di Casapulla, è stato incaricato dal sindaco quale nuovo DM. E proprio l’architetto Crocco, in forza alla casa comunale, domani interverrà ad un incontro promosso da due compagini politiche che siedono nella minoranza di Palazzo Castropignano, Caserta Decide e Speranza per Caserta. Altro tecnico esperto chiamato a partecipare Riziero Laurenza, architetto urbanista. L’incontro dal titolo “Pianifichiamo la città del futuro- Città accessibile”, ore 19 via Beneduce 1 presso la sede di Attivi e solidali, invita a “discutere insieme del futuro della città, della sua pianificazione partecipata e accessibile”. Ci viene da segnalare l’assenza evidente in un dibattito che si voglia “partecipato” di associazioni del settore impegnate da tempo nella tutela e sostegno delle persone con disabilità che certamente hanno in questi anni sperimentato attraverso le denunce e le indicazioni pervenute i bisogni urgenti di una comunità in materia di fruizione degli spazi urbani. Un incontro le cui buone intenzioni inevitabilmente si infrangono non tanto contro le competenze e il riconosciuto valore professionale del DM e dell’architetto Laurenza, quanto contro un sistema politico autoconservativo e tendenzialmente consociativo di mero esercizio del potere, atto a neutralizzare qualunque volontà di perseguire una buona pratica a tutela prioritaria delle comunità. Facciamo auguri poderosi al neo DM, ma sappiamo di farglieli in un contesto non dotato di quella sensibilità progettuale sufficientemente attenta alla rilevanza riconosciuta dal PEBA nel pianificare la città concependo ambienti e prodotti fruibili dal più ampio numero possibile di persone, assumendo la progettazione “senza barriere” come criterio imprescindibile.
L’articolo La funzione di ornamento della figura di Disability Manager non serve ad una città senza barriere e inclusiva proviene da BelvedereNews.