Napoli – Salernitana 1 a 1 Festa rimandata per gli azzurri, fermati dalla “Bersagliera”, grazie a una Salernitana scesa in campo alla “garibaldina”.
Napoli – Salernitana 1 a 1 Festa rimandata per gli azzurri, fermati dalla “Bersagliera”, grazie a una Salernitana scesa in campo alla “garibaldina”.
Il risultato finale, venuto fuori da questa bolgia dantesca è stato quello di rimandare la festa scudetto del popolo napoletano
Reti: 17’ st Olivera (N), 39’ st Dia (S).
Si è da subito avuto l’idea che fosse un momento sbagliato, per festeggiare la conquista dello scudetto, quello di ieri, più che una partita di calcio vera è parsa la parodia del film “Gambe d’Oro”, pellicola del 1958 diretto da Turi Vasile. In quel film la storia è intrisa di poesia paesana, con la squadra locale che dovendo disputare una gara amichevole contro l’Italia, si era stretta attorno ai loro beniamini locali, con qualche genitore dei calciatori, preoccupato perché il proprio figliolo doveva scendere in campo contro gli italiani, con una dirigenza rappresentata da un immenso Totò, dirigente solerte e attento, che era ben lieto di affrontare la nazionale azzurra, e non come gli attuali dirigenti granata, che per avere avuto la partita spostata di 24 ore, per organizzare meglio l’ordine pubblico, hanno scatenato l’inferno in terra, manco se fosse avvenuta la fine del mondo, per questo sgarbo subito dalla prefettura. Una reazione che ha spinto la piccola stampa locale della provincia salernitana e grossa parte della tifoseria granata scambiare una semplice partita di pallone come la madre di tutte le guerre.
Così che ne è venuta fuori, la dove tra l’altro, visto l’odio viscerale dei salernitani verso l’antica capitale borbonica, già di per se persiste questo brutto sentimento, una sorta di Inferno dantesco, che ha spinto i calciatori a giocare come se fosse l’ultimo giorno della loro vita terrena.
D’Altronde cosa poteva aspettarsi Napoli da una compagine ribattezzata dai propri supporter come “La Bersagliera”? I giocatori al servizio di un invasato Paulo Sousa, sembravano i “mille” al cospetto dell’esercito borbonico, si sono tuffati nell’arena del Maradona con lo stesso impeto che usavano fare gli Ascari eritrei contro i loro diretti connazionali, al servizio dell’invasore straniero.
Il risultato finale, venuto fuori da questa bolgia dantesca è stato quello di rimandare la festa scudetto del popolo napoletano.
Nulla è compromesso, tranne l’idea che in molti, da oggi in poi, si pentiranno anche di essersi indignati, con gli azzurri, quando l’anno passato, proprio il Napoli, riempi di reti la porta granata, siamo certi che tutto ciò da oggi sarà visto con altri occhi dalla torcida partenopea.
La partita comunque il Napoli l’ha buttata via, questa volta, proprio per errori tattici, partiti dalla panchina, il gol della Salernitana nasce da un equivoco strategico, che ha visto l’uscita di Olivera, autore della rete azzurra, per fare posto a Juan Jesus, che ha occupato una posizione troppo accentrata, invece di quella consona, lasciando così lo spazio necessario all’ottimo Dia, che ha segnato tra l’altro un gol bellissimo e imprendibile.
La squadra azzurra arriva al traguardo con il fiatone, altrimenti una gara come quella di ieri, che ha visto arroccarsi l’avversario per 75 minuti, manco si trattasse della difesa di Fort Alamo, in altre circostanze, avrebbe dato esiti più che positivi, in fatto di conclusioni e gol, ma le punte del Napoli sono apparse scariche e poco incisive, soprattutto i due Diòscuri, Osimhen e Kvaratskhelia, non più brillanti come inizio stagione.
Alla pattuglia di Spalletti manca un punto e forse neanche quello più, per festeggiare definitivamente questa vittoria, vorrà dire che il destino questo aveva segnato e forse, talvolta è meglio far fare al destino e non alla mano dell’uomo.
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