Caiazzo. Elezioni comunali: la delusione del professore Ponsillo: troppi galli (aspiranti) per il pollaio?
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Oltre sei mesi fa sono stato invitato a far parte di una iniziativa finalizzata alla formazione di una lista civica per le prossime elezioni comunali. La mia adesione era dovuta alle considerazioni che la situazione di emergenza della città invocava la nascita di una squadra che ama Caiazzo.
Oggi sono evidenti una perdita costante di qualità dei servizi e ricchezza economica, tasse e tributi al massimo un disavanzo milionario, dove la cittadinanza palesa una crisi di valori e di principi e un clima di diffidenza e non ne può più di assistere allo scempio della verità, della conoscenza e del merito e del perdurare di politici di basso profilo che arrivano a negare le pesanti difficoltà in cui ci troviamo per cancellare la propria incapacità a ricercare soluzioni.
Per non parlare del patrimonio culturale, che deperisce nella noncuranza e nel disinteresse che dimostra che hanno a cuore solo gli interessi di parte anteposti agli interessi del territorio, costringendoci ad assistere di volta in volta alla svendita del nostro futuro o in cambio di qualche beneficio ad uso di pochi.La voglia di partecipare era dettata, altresì, dalla volontà di non arrendersi perché Caiazzo può rialzarsi dalla lenta agonia che ci sta cancellando il futuro e può recuperare dignità, competitività, attrattività messa in discussione da politici poco lungimiranti, che utilizzano l’alta carica rivestita per badare non agli interessi dei cittadini, magari raggiungere l’età pensionabile e gestire il potere.
L’intento era porre i cittadini davanti alla scelta di continuare a votare lo stesso che ha ridotto la città nei modi che tutti sanno oppure di esprimere il consenso ad un gruppo di cittadini che vuole dare a Caiazzo la veste socio-culturale che la storia gli chiede di indossare; cittadini ricchi di idee, di entusiasmo di passione e rispetto per i valori della convivenza umana, cittadini abituati ad operare per obiettivi, capaci di affrontare i problemi con scelte coraggiose e controcorrente, in modo libero e autonomo, senza direttive, decisioni ed imposizioni assunte da altri cittadini che non si lasciano intimidire da minacce o suadenti promesse e non considerano le risorse e i beni pubblici come oggetto di logiche di scambio politico-elettorale.
Tutto questo non è stato possibile e mi chiedo per quale motivo?
Meditate, gente, meditate… ci sarebbe ancora tempo, volendo… e potendo!
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