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Russia sostenuta chiaramente dalla Cina, che propone la Pace; ‘Vertice’ Putin-Xi Jinping: ‘i due satrapi’?

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In questi giorni i telegiornali ci hanno mostrato la visita del primo ministro cinese Xi Jinping in Russia, nel mentre questi firma, tra brindisi augurali e strette di mano, varie intese con il leader russo Vladimir Putin.

La diplomazia ha i suoi protocolli stereotipati ed un linguaggio spesso indecifrabile, quasi oracolare, che può essere inteso in vario modo a seconda di chi lo interpreta.

Nel caso dell’incontro di Mosca, il messaggio è particolarmente ambizioso, ovvero: creare un nuovo ordine mondiale.

Cosa sia concretamente questo nuovo ordine, al momento, non è dato sapere nel dettaglio, se non l’ambizione di Pechino di sostituirsi agli Stati Uniti nelle leadership mondiale.

Il paradosso che emerge a prima vista è quello che l’ex superpotenza russa sia oggi costretta a fare da spalla al nuovo padrone cinese della parte orientale del mondo.

Evento ancor più strabiliante se si pensa che l’aggressiva politica militare del Cremlino nasce, almeno negli iniziali propositi, proprio dal desiderio di riconquistare il prestigio ed il primato perduto di super potenza egemone in quella medesima area.

E’ successo però che, dopo oltre un anno di guerra contro l’Ucraina, un conflitto sporco ed indegno che ha violato i più elementari doveri nei confronti dei civili, con stupri, bombardamenti indiscriminati, deportazione di bambini, assassinii di massa e fosse comuni, gli originali presupposti russi si sono completamente capovolti. Mai la Russia si era tanto sottomessa al suo storico concorrente a Est, fin dai tempi di Mao Tze Dong.

Dal dopoguerra in poi, i due regimi comunisti si erano sempre contesi il primato ed il controllo politico su altri paesi satelliti a guida marxista e reciprocamente accusati di deviazionismo ideologico ed imperialismo rispetto all’ortodossia leninista.

Il fallimento del disegno politico di Putin trova il definitivo sugello, la più classiche delle conferme, proprio in queste ore allorquando i russi sembrano essersi trasformati nei parenti poveri dei cinesi, bisognosi cioè di sostegno economico, politico e militare.

Basterebbe questo per definire l’aggressione a Kiev un clamoroso boomerang per Mosca: una sconfitta che non viene solo dal campo di battaglia bensì anche dalla constatazione che la Russia si è dovuta frettolosamente adeguare al ruolo di comprimaria nel duello che intercorre tra Washington e Pechino per l’egemonia globale.

Putin e Xi Jinping sono palesemente due tiranni, espressione diretta di un sistema nel quale mancano certezza dei diritti e libertà. Ebbene, pur essendo questo il loro retroterra politico istituzionale, eccoli redigere, con vera faccia tosta, un comunicato congiunto nel quale si manifesta la preoccupazione sull’espansionismo statunitense e l’aggressività del potenziale militare americano.

Insomma: il titolare dell’esercito più numeroso al mondo (quello cinese), armato fino ai denti, e quello che ne guida un altro (russo) che minaccia, ogni giorno, l’uso delle armi atomiche, hanno indossato le coltri dell’agnello della pace!! Parimenti farlocco ed ambiguo è apparso il piano di pace cinese che si appella ad un cessate il fuoco nel mentre intere regioni ucraine sono sotto attacco ed ancora occupate dall’esercito moscovita.

Definire questo un piano di pace appare finanche grottesco se si tiene conto che buona parte della nazione ucraina è stata rasa al suolo dai continui raid contro gli obiettivi civili ed industriali di Kiev per affamare la popolazione civile.

Se è vero che i cinesi faranno il loro gioco, comprando gas, energia, materie prime e terre rare a basso costo dai giacimenti russi e che hanno inoltre diffusissimi interessi economici e finanziari all’Ovest, è evidente che non si schiereranno mai fino in fondo al fianco del Cremlino.

L’ambivalenza di questi stessi interessi e la vasta estensione geografica dei medesimi porterà Xi Jinping a fare politiche di espansione economica ma non ad immischiarsi nelle illusorie smanie di Mosca. Gli Usa peraltro hanno oltre un terzo dei loro titoli di Stato in mano alle banche di Pechino e pagano fior fior di interessi: a nessuno, dunque, conviene modificare significativamente questo stato dell’arte.

Dal canto suo, la Cina sperimenta un ossimoro politico il “marxismo di stampo capitalistico” con solo libertà economiche e non politico-costituzionali ed ha nell’Occidente il più florido dei mercati. Sarebbe dunque stupido mandarlo in malora per mettere una toppa al “fallimento” dei russi.

Insomma, volendo riepilogare: a Mosca si sono messi in posa due satrapi, con prigioni piene di dissidenti, stampa imbavagliata, polizia politica e negazione dei diritti umani.

Sarà bene ricordarlo ai pacifisti pensosi a senso unico che circolano in Italia maledicendo un presunto espansionismo a “stelle e strisce” della NATO Sissignore: stiamo parlando, lo ribadisco, di due malvagie espressione dittatoriali, con la differenza che una sta per dominare l’altra ed annetterla al proprio concreto desiderio di leadership mondiale.

(di Vincenzo D’Anna, già parlamentare – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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