Empoli – Napoli 0 a 2 L’ottava sinfonia di Spalletti è un crescendo rossiniano
Empoli – Napoli 0 a 2 L’ottava sinfonia di Spalletti è un crescendo rossiniano
Si vince su un campo che li ha visto spesso soccombere; questo è un anno magico, lussurioso.
Marcatori: 17′ aut. Ismajli (E), 28′ Osimhen (N)
Il Napoli vince la sua ottava gara consecutiva, del girone di ritorno, su un campo che anche nell’era Maradona è stato sempre ostico, con la vittoria sugli uomini di Paolo Zanetti, gli azzurri sfatano l’ennesimo tabù; una cavalcata solitaria quella degli azzurri sempre più sorprendente, una sinfonia che è oramai un crescendo rossiniano, anche quando è rimasta in 10, la compagine campana non ha avvertito nessuna sofferenza, anzi sembrava che il calciatore espulso fosse dell’altra squadra, i partenopei hanno raddoppiato le forze e è stato tutto davvero un gran bel vedere.
Il Napoli ha chiuso, proprio a Empoli, un capitolo che si aprì maledettamente l’anno scorso, quando patì una sconfitta immeritata che li estromesse dalla lotta per lo scudetto, una partita che in un certo senso decretò la fine di quel gruppo che oserei definire “magnifici perdenti”.
Si vince su un campo che li ha visto spesso soccombere; questo è un anno magico, lussurioso.
Si chiude un cerchio, manca poco per una certezza matematica che è l’unica nota stonata che mantiene il popolo azzurro lontano dai festeggiamenti meritati.
Naturalmente deve assolutamente essere censurato il comportamento dannoso e infantile di Mario Rui, la società e l’ambiente intero si stanno giocando l’anima, per raggiungere un obiettivo ambito e maledetto per i colori partenopei, queste idiozie da calciatore da III categoria non dovrebbero assolutamente appartenere ai giocatori del Napoli, a Empoli è andata bene comunque, ma se queste situazioni dovessero ripetersi contro squadre più fori e blasonati, perdere punti o passaggi di turno, non per demeriti tecnici ma per fesserie da “testa calda” o da “bulletto denoiandri”, sarebbe oltremodo drammatico. Un comportamento immaturo che cozza con la crescita mentale, tecnica e atletica dell’intero staff napoletano.
A quasi tre quarti di campionato c’è da sottolineare che mai come in questo caso, due calciatori, hanno cambiato completamente le sorti di una stagione, due illustri sconosciuti, pagati quanto due cartellini di calciatori di serie B, due atleti provenienti da continenti e nazioni quasi misconosciute, che però stanno impartendo domenica dopo domenica, lezioni di come si deve giocare a pallone per vincere, bisogna davvero fare chapeau a chi è stato capace di scorgere tutto ciò, un grande Bravo a Cristiano Giuntoli e al suo team di scouting, che hanno portato sotto il Vesuvio Kvichka Kvaratskhelia e Kim Min-jae, che hanno completato un mosaico quasi perfetto, di una squadra costruita pezzo per pezzo, anno dopo anno, calciatori che hanno trasformato una sorta di idea incompiuta in una splendida utopia calcistica.
Il georgiano anche ieri ha messo “becco” in entrambe le azioni da gol, e anche se non spinge al massimo o almeno così pare, comunque rimane una spina costante nel fianco degli avversari. Il coreano ha invece cancellato ai più il ricordo di Kalidou Koulibaly che appariva insostituibile, anzi l’asiatico sotto il punto di vista puramente difensivo da molte più certezze del senegalese, un calciatore Kim che è dotato di una velocità impressionante e un senso della protezione della porta, alto e almeno in Italia, senza paragoni.
Un Napoli sette bellezze che continua a stupire per continuità e per qualità di schemi di gioco, un grande applauso a tutti quelli che hanno costruito questo gioiello che non dovrebbe essere solo vanto della tifoseria azzurra ma di tutto il cosmo pedatorio italiano.
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